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di Alessandro Faldoni
Banca Generali alza l’asticella, aprendo a un nuovo modello per approcciare i bisogni delle famiglie imprenditoriali e delle loro aziende. Come? Attraverso partnership e internalizzando nuove competenze. Basti pensare all’acquisizione di Intermonte: una volta completata, aprirà la strada a un nuovo piano strategico triennale, che verrà presentato alla comunità finanziaria la prossima primavera con l’obiettivo di abbracciare anche nuovi segmenti di mercato e linee di business aggiuntive.
La boutique è una investment bank quotata (che al termine dell’Opa verrà delistata e integrata nel gruppo bancario). L’indipendenza è uno dei suoi punti di forza: abbatte ogni possibile conflitto di interesse rispetto per esempio a concorrenti che al loro interno fanno convergere Wealth Management, Corporate & Investment Banking, Consumer Finance. Non stupisce, dunque, che sia il punto di riferimento per le Pmi italiane, oltre a essere leader nella consulenza retail e consulenti finanziari attraverso il suo canale digitale.
La realtà guidata da Guglielmo Manetti e Fabio Pigorini gode di un business ben diversificato: attraverso le sue 4 aree di attività (sales & research, investment banking, global market e canale digitale) Intermonte ha un business mix che le permette di far crescere i ricavi in maniera bilanciata. Non solo: ricerca sul mercato italiano, intermediazione e soluzioni di investimento e accesso ai mercati attraverso la divisione global markets rendono la società un’alleata per gli oltre 450 investitori istituzionali che utilizzano i suoi servizi. L’Opa, insomma – che ha già raggiunto il 69% di adesioni – apre un nuovo fronte nel panorama della consulenza e anche in quello bancario, al di fuori da possibili conflitti di interesse.
L’obiettivo dichiarato dall’amministratore delegato Gian Maria Mossa è quello di entrare in una nuova era della protezione patrimoniale: «Il punto di forza di Banca Generali è costruire relazioni molto forti, di lungo periodo, tra il nostro banker e il cliente di riferimento. Ci rendiamo conto che sempre più spesso l’imprenditore ha bisogno di essere guidato, in una logica di protezione, a ragionare in modo più ampio sull’azienda e riuscire a internalizzare le competenze in quest’ambito ci porta a un livello superiore di consulenza allargata e globale», ha spiegato.
Lo shopping permette anche l’allargamento del segmento di mercato e delle competenze. . Quindi c’è un pezzo importante di capital markets e un pezzo importante di global markets. «L’imprenditore può contare sul rapporto di fiducia con il banker», ha sottolineato Mossa. «Un rapporto di lunga data. Il limite di alcuni operatori nel capital market è il mordi e fuggi: manca l’idea di dare una continuità alla relazione che è invece il concetto su cui facciamo leva, persone di fiducia, a fianco del cliente, nel lungo periodo. Siamo convinti che in un contesto come questo ci sia bisogno di capitali per le imprese e c’è bisogno di affiancare l’imprenditore nel momento di affrontare scelte di governance, di passaggio generazionale e di innovazione. Internalizzare alcune capabilities rende più solido tutto il progetto».
Il deal è ben avviato con le adesioni già salite al 69%, il prospetto è stato depositato, l’iter dovrebbe durare fino a metà dicembre quando è atteso l’ok formale di Consob e Banca d’Italia. «Dopodiché, da gennaio dell’anno prossimo la banca procederà con la messa a terra di tutti i servizi in due ambiti: Global Markets, per la parte di trading e di strutturazione dei prodotti e derivati per la protezione dei nostri clienti, e Capital Markets per aiutare le imprese ad avvicinarsi al mercato dei capitali. Il delisting sarà verosimilmente nel 2025, più nella seconda parte che nella prima», ha affermato ancora il banchiere.
Ma non c’è solo l’operazione Intermonte: «Altre sinergie dell’operazione riguardano » una piattaforma straordinaria di informazione e supporto dei banker per svolgere al meglio il mestiere di consulente nei confronti dei clienti. Sanno strutturare molto bene i prodotti, sanno cosa sia il trading e come entrare sul mercato, portano sicuramente del valore aggiunto”. Dall’acquisizione, non va dimenticato, potranno essere generati anche deal con la capogruppo Generali Assicurazioni.
Il supporto alle imprese – che si estrinseca anche con altri accordi, come quello con IR Top – unito agli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale e al percorso verso la sostenibilità, sarà un pilastro del prossimo Piano Strategico che sigillerà una nuova fase di crescita della private bank che negli ultimi 3 anni ha triplicato le masse, giunte ad oggi a oltre 100 miliardi, in anticipo sugli obiettivi.
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