POTENZA – I presidi vanno avanti. Da Melfi a Cassino, i lavoratori dei sottoservizi Stellantis che fanno capo alle società di logistica interna Logitech e Tecnoservice (legata alla Trasnova) ed alla De Vizia (pulizie industriali) continuano nelle varie regioni a tenere alta l’attenzione sulla vertenza. Ieri, a Cassino, hanno bloccato i cancelli di ingresso dello stabilimento Stellantis , impedendo l’accesso delle merci e del personale, mentre a Melfi continuano a presidiare l’ingresso principale dello stabilimento. In tutto tra Melfi, Pomigliano, Torino e Cassino sono 350 gli addetti – di cui 130 impiegati nelle aziende di San Nicola di Melfi – i cui servizi Stellantis valuta di internalizzare.
Il 31 dicembre è la data ultima del contratto di solidarietà e dal primo gennaio non avranno più né il contratto né il posto di lavoro. Di qui, la protesta e la richiesta di intervento, di un confronto con l’azienda e di una richiesta di proroga dei contratti anche nel 2025. «Lavoro e dignità« campeggiano sui cartelli che animano la protesta della galassia Trasnova, con gli operai che non nascondono di sentirsi «più fantasmi» che «lavoratori» se a San Nicola di Melfi arrivano a lavorare pochi giorni al mese. D’altra parte, la crisi Stellantis trascina con sé le aziende dell’indotto e migliaia di addetti. Per questo sono in molti ad attendere qualche spiraglio dalla convocazione del tavolo automotive del 17 dicembre e per le aziende legata alla Trasnova al tavolo convocato per il 10 dicembre a Torino dalla stessa Stellantis.
«Al tavolo fissato per il 17 dicembre, si attende la presentazione di un piano industriale concreto in grado di garantire occupazione e investimenti per il rilancio degli stabilimenti. C’è, poi, l’annuncio del ministro Urso circa l’intenzione del governo di mettere a disposizione del comparto automobilistico un fondo di almeno 750 milioni di euro» spiega il segretario regionale della Fim Cisl, Gerardo Evangelista, secondo cui «questi interventi sono essenziali per sostenere il settore dell’auto. Tuttavia, bisogna agire con urgenza, perché il dramma che si vive a Melfi è tangibile- continua Evangelista – Molte aziende dell’indotto faticano a mantenere le attività, i livelli produttivi sono ai minimi storici e la cassa integrazione sta per esaurirsi. Intervenire subito è fondamentale per garantire la continuità lavorativa dei dipendenti della logistica e dell’indotto, che altrimenti rischiano di restare senza prospettive».
Insomma, l’attenzione è tutta incentrata sugli incontri romani delle prossime settimane. Nel frattempo, i presidi continuano. Come sottolinea Pasquale Capocasale, segretario generale della Fismic. «Ci sono i presidi in atto ma, ieri, il clima si è un poco rasserenato per Melfi dopo l’incontro in Confindustria sugli ammortizzatori sociali – evidenzia – Ora nutriamo speranze per l’incontro del 17 e per quello di Trasnova del 10 dicembre. In quest’ultimo caso, perché è diventato un tema nazionale. Il nuovo corso di Stellantis prevede per il 10 un incontro a Torino dalla nuova governance della casa automobilistica dove il capo delegazione sarà Imparato, responsabile Stellantis Europa. Ci aspettiamo molto, perché la nuova Stellantis vuole dialogare con il sindacato e dal tavolo del 17 potrebbero uscire cose positive». Per Capocasale, però, per l’automotive sarà una corsa contro il tempo. «Da un lato, è l’Europa a dover decidere delle cose urgenti rispetto ai vincoli sulle emissioni previste dal primo gennaio – conclude il sindacalista – e dall’altro ci aspettiamo che il Governo possa essere d’aiuto a raggiungere un accordo con il gruppo automobilistico. Notiamo che Stellantis ha un atteggiamento diverso, più dialogante, rispetto alla gestione Tavares». Attesa e speranza, dunque. Questo mentre i sindacati hanno chiesto a Stellantis un aumento dei salari dell’8,8 per cento (la piattaforma per rinnovo del contratto è stata inviata anche a Cnh, Ferrari e Iveco). L’aumento è di 185,83 euro mensili al terzo gruppo professionale e di 179,40 euro alla seconda area professionale, a cui si aggiunge un riconoscimento di 680 euro una tantum. «Rinnovare il contratto collettivo – sottolineano Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr – è fondamentale per la valorizzazione del lavoro e per il rafforzamento di uno spirito coeso, con cui affrontare le sfide comuni e costruire un futuro sostenibile». Un dettaglio in più quello del salario per capire quanto strategici saranno gli incontro delle prossime settimane.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link