Rapporto Ispra sul consumo di suolo, Emilia-Romagna maglia nera in Italia. La Regione in difesa, ma Legambiente attacca: «Legge urbanistica inefficace»

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di
Daniela Corneo

Secondo il rapporto, il cemento continua ad avanzare anche in zone considerate a rischio idrico. La Regione: «La nostra norma ha salvato 21mila ettari». De Pascale: «Va affrontato il tema della logistica»

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Dopo che l’Ispra l’altro giorno, nel nuovo rapporto nazionale riferito ai dati del 2023, ha assegnato la maglia nera del consumo di suolo in Italia all’Emilia-Romagna, la Regione ieri, mercoledì 4 dicembre, ha difeso la sua legge urbanistica, scritta nel 2017, durante il primo mandato di Stefano Bonaccini, dall’allora assessore all’Urbanistica Raffaele Donini, oggi assessore uscente alla Sanità. Per la giunta uscente di viale Aldo Moro, guidata oggi da Irene Priolo, presidente facente funzioni, quella legge di sette anni fa «ha garantito il taglio definitivo di 21.100 ettari di consumo di suolo sui 26.666 previsti nei piani regolatori generali e nei piani strutturali comunali». Di questi, sottolinea ancora viale Aldo Moro, «ben 12.380 ettari riguardano aree potenzialmente interessate da alluvioni di media e alta pericolosità, mentre altri 1.132 ettari di previsioni insediative sono stati stralciati in zone soggette a rischio di dissesto idrogeologico». 

I numeri

Ma la Regione ha da eccepire anche sulla metodologia di calcolo utilizzata da Ispra che «fa riferimento anche a suoli che sono stati trasformati in maniera reversibile come, ad esempio, quelli connessi all’apertura di cantieri per la realizzazione di infrastrutture, reti energetiche, impianti fotovoltaici. Nel caso dell’Emilia-Romagna questo territorio incide per il 70% sul totale di consumo di suolo indicato da Ispra». La quale Ispra nel suo nuovo report ha però indicato come il cemento in Emilia-Romagna, reduce da gravissime alluvioni, continui ad avanzare anche in zone considerate a rischio idrico, spiegando che proprio nelle aree a pericolosità idraulica media ricada, a livello nazionale, il 13,1% del suolo consumato totale, con un incremento nell’ultimo anno di 1.107 ettari, dei quali quasi due terzi tra Emilia-Romagna e Toscana.




















































La legge urbanistica

L’attuale assessora regionale all’Urbanistica Barbara Lori difende la legge ereditata dal suo predecessore Donini: «È una legge unica nel panorama italiano che si è fatta carico anche delle pianificazioni preesistenti, prevedendo un periodo transitorio che si è concluso alla fine 2023 e che ci permette ora di fare un bilancio oggettivo». Per l’assessora «è necessaria una legge nazionale che metta al centro i temi del recupero e della rigenerazione urbana, e che argini anche il proliferare incontrollato di insediamenti logistici». Va all’attacco però Legambiente che è di parere opposto: «L’Emilia-Romagna continua a essere maglia nera per il consumo di suolo e questo dimostra la totale inefficacia della legge urbanistica». Quindi: «La nuova giunta si impegni a una revisione del testo partendo dall’adozione della proposta di legge di iniziativa popolare che abbiamo presentato ormai quasi due anni fa». Uno dei dati che più di tutti è andato di traverso a Legambiente: «L’Emilia-Romagna ha la percentuale più alta a livello nazionale (52%) rispetto al consumo di nuovo suolo a pericolosità idraulica media».

Il tema della logistica

Il neoeletto presidente Michele de Pascale, che, sollecitato soprattutto dalle forze di sinistra, sulla legge urbanistica in campagna elettorale aveva promesso di mettervi mano una volta eletto, ieri ha riconosciuto che «è evidente come i dati del 2023 sul consumo di suolo sono ancora molto elevati per il nostro territorio e hanno una sovrapposizione con le aree di maggiore crescita della Regione». Ma in parte scagiona la legge del 2017: «Siamo di fronte — dice — anche a una coda di autorizzazioni precedenti, all’attuazione della vecchia pianificazione. Poi certo, rispetto al tema della logistica, abbiamo bisogno di riprendere in mano la legge urbanistica, sapendo però che nel 99% dei casi quello che si vede oggi non è imputabile alla norma del 2017». Ma il sindaco di Bologna Matteo Lepore va in pressing: «Questo nuovo mandato regionale dovrà lavorare contro l’eccessivo consumo di suolo, noi come Bologna ci siamo messi avanti e continueremo in questa direzione».

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