I braccianti delle nostre campagne, i massari dei nostri altopiani, gli artigiani dei nostri quartieri hanno lavorato per decenni osservando una regola di microeconomia acquisita non certo dai (necessariamente distanti) libri degli eruditi.
Il principio, diventato (o forse nato già come) assioma, era tanto semplice quanto faticoso: spendere sempre solo una parte di ciò che si riusciva a guadagnare .. anche quando ciò che si riusciva a portare a casa era appena sufficiente alla sussistenza.
Ed era prassi che il più umile dei braccianti realizzava l’obiettivo “di una vita” costruendo una casa per ciascuno dei propri figli.
Stile di vita che consegnava l’intera esistenza di una generazione ad un sacrificio permanente non certo obbligatorio ma semplicemente legato alla cultura della oculatezza, figlia della saggezza e della prudenza.
Fra costoro, statene certi, tanti braccianti anche di Frigintini e di Ispica.. ma anche (non si dubita) della pianura padana piuttosto che del salento.
La politica dei nostri giorni, soltanto figliastra delle inascoltate (ancorché autorevolissime) lezioni sull’austerità ma che per convenienza e comodità riconosce in larga parte come propri, solo genitori più di larga mano, vuole lanciare un messaggio diverso.
Molti in queste settimane, giorni ed ore, si affannano ad applaudire al multilaterale e sorprendentemente eterogeneo tentativo di salvare questo o quell’Ente dal dissesto.
E la “cosa” viene addirittura etichettata da testimonial inaspettati, come necessità sociale …quasi che i creditori da soddisfare siano stati estratti a sorte e non fra pochi (non) eletti.
Le ipotesi si sprecano … anticipazioni della Cassa Depositi e Prestiti, piuttosto che dilazioni in trent’anni a tasso zero (si sta valutando anche l’ipotesi di un premio incentivo … una lavatrice, un microonde o un servizio di piatti Tognana … uno solo… a scelta…).
Quei braccianti e quei piccoli artigiani del dopoguerra, d’accordo i nostri massari, sostengono una tesi diversa.
Pensano sia un errore rimandare, per un numero indefinito di anni, il pagamento di una montagna di debiti con la matematica certezza di non poter pagare visto che le future entrate non saranno sufficienti a sostenere, negli anni a venire, neanche l’ordinario, figurarsi i debiti del passato…
Alcuni di loro chiedono addirittura di chiarire quanto sia miope ed irresponsabile non andare “a testa ri l’acqua” (n.d.r. risalire alla causa) dell’utilizzo che si è fatto di quella valanga di soldi che non c’erano e che nonostante ciò sono stati spesi.
Chiedono, con la consueta ferma pacatezza, quanto sia costato a ciascuno di loro ogni voto racimolato da questo o quell’altro Sindaco e sottolineano che anche se un giorno dovesse pagare “Roma”, pagherebbero comunque, presto o tardi, pur sempre gli elettori… magari proprio quelli che hanno risparmiato per una vita intera… nessuno chiederà loro un bonifico o un assegno, ma avranno meno sanità, meno scuola, meno asili nido, meno assistenza agli anziani per i loro figli e per i loro nipoti… Quelli per cui hanno sacrificato la vita intera .. In questo dibattito ed a fronte delle perplessità di quell’artigiano e di quel bracciante, la politica deve interrogarsi sul messaggio da lanciare …
Si è parlato per anni ed ancora si parla del “costo” della politica e spesso demagogicamente e volutamente in errore, si tiene a base di calcolo l’indennità dei Parlamentari …
Ma l’errore è tanto consapevole quanto evidente …
Se per diventare Parlamentare si sperperano in otto anni oltre 130 milioni di euro di “tutti”, ben poco contano i 200 mila euro l’anno per quattro o cinque anni di indennità parlamentare ..
Quanto è costato a ciascuno ogni voto utile e necessario che ha consentito al Sindaco di QUESTO o quel comune di diventare Parlamentare ?
Non si corre il rischio, se i debiti elettorali di questo o quel sindaco possono rinviarsi all’anno “mai”, che ciò sia incentivo di emulazione per i sindaci del domani ?
E se i nostri genitori e i nostri nonni braccianti, massari e artigiani avessero tenuto, ciascuno a casa propria, simili condotte ?
Non dobbiamo spiegare ai nostri figli e ai nostri nipoti che non si devono sperperare i soldi degli altri per finalità proprie e che non si devono spendere soldi che non si hanno ?
Non è questo il compito della Politica e degli organi intermedi ?
A meno che non avessero torto i nostri nonni braccianti .. del resto loro non erano andati a scuola .. cosa volete che ne capissero … se è così applaudiamo tutti in coro … al prossimo concerto di piazza ..
Un bracciante però ha fatto il conto … diceva: “conveniva dagli lo stipendio di Parlamentare a vita … ci costava molto molto molto meno”.
Antonio Giannone
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link