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di Luciano Lago

Dopo Aleppo, presa dai gruppi terroristi e dai mercenari sostenuti da Turchia, USA e Israele, anche Hama è sul punto di cadere e gli stessi gruppi si dirigono adesso verso la città di Homs per accedere alla strada che collega queste città con Damasco.
Nel frattempo anche nella città di Daraa, nella Siria meridionale gruppi di militanti filo islamisti hanno approfittato per attaccare gli avamposti dell’esercito siriano e si sono sollevati a sostegno di Hay’at Tahrir al-Sham (HTS), affiliata ad al-Qaeda, e dei suoi alleati, che da oltre una settimana stanno conducendo un’offensiva su larga scala nelle regioni settentrionali e centrali della Siria..
L’esercito siriano resiste ma appare in difficoltà nel controllare la situazione, una situazione che appare quindi critica. I gruppi islamisti dispongono di armi moderne, fornite dagli USA e dagli istruttori ucraini che coordinano l’offensiva, in accordo con il comando USA.

Non c’è alcun dubbio che quello che sta accadendo in Siria è parte di un conflitto globale con l’Iran e la Russia , che si estende dal Mar Rosso alle trincee dell’Ucraina.
Gli Stati Uniti e Israele stavano cercando un punto debole dove attaccare la Russia e l’hanno trovato in Siria.
La Siria è stata il perno dell’espansione della potenza russa ed iraniana nell’Asia occidentale ed adesso questo perno si dimostra fragile di fronte all’offensiva lanciata dalle centrali di Washington, di Tel Aviv e dalle ambizioni della Turchia che hanno utilizzato come proxi i gruppi islamisti che erano concentrati ad Idlib dove venivano riforniti di armi avanzate ed addestrati da istruttori ucraini e statunitensi nell’uso di droni e di sistemi di guerra elettronica.
Si parla già di tradimento da parte di alcuni generali siriani e incapacità dei comandanti russi in Siria e dell’intelligence di vedere per tempo quanto stava covando nella enclave di Idlib, da dove è partita l’offensiva.

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Terroristi in Siria

Come sempre accade in queste situazioni ci sono gli eroi che difendono fino all’ultimo ogni metro di terra e i traditori che vengono comprati dal nemico a suon di dollari per rivelare le posizioni e diffondere sfiducia, paura e caos.

Oltre ai terroristi dell’HTS, sono in campo anche le Forze democratiche siriane (SDF) guidate dai curdi e sostenute dagli Stati Uniti che erano prevalentemente schierate nel nord est e che, in un primo momento, erano rimaste in disparte.. Anche queste si sono unite alla mischia per ottenere i propri guadagni di territorio, di fatto recidendo il ponte terrestre tra l’Iran e la Siria.

Venerdì, combattenti tribali arabi legati alle SDF hanno attraversato il fiume Eufrate per conquistare una vasta area di città strategiche, tra cui Deir Ezzor e al-Bukamal.

Terroristi addestrati nella base USA di Al Tanf

Sembra chiaro che il segnale di attaccare sia arrivato dall’esterno e il comando dell’operazione è affidato con tutta probabilità agli ufficiali delle forze USA e della CIA che sono nella base di Al Tanf, al confine con la Giordania, dove da molto tempo venivano addestrati i terroristi.
Risulta inesplicabile come l’intelligence russa non sia stata in grado di individuare per tempo i movimenti che si stavano preparando per l’attacco in Siria. Le basi russe in Siria adesso risulteranno in pericolo e l’incapacità di prevedere l’offensiva sarà pagata a caro prezzo da Mosca che rischia di perdere la sua posizione strategica nel paese arabo e le sue basi sul Mediterraneo.
Si conferma quanto avevamo previsto, tra gli errori fondamentali di Putin, quello di fidarsi degli accordi con il turco Erdogan, gli accordi di Astana che dovevano definire una forma di pacificazione a Idlib, sotto influenza della Turchia.

Un errore fatale quello di non aver raso al suolo la roccaforte di Idlib dove erano affluiti oltre 10.000 islamisti dei gruppi come Al Nusra, protetti ed armati da Turchia e Stati Uniti. Questo deve insegnare ai russi che le mezze misure e i falsi accordi con i turchi e con l’occidente sono sempre una trappola dove non cadere. Mai fidarsi.

Tutto indica che molto sangue dovrà scorrere ancora in Siria e dove sono in pericolo del minoranze cristiane, gli Alawiti, gli sciiti e altri gruppi che sono considerati nemici e infedeli dagli islamisti, protetti dall’occidente. I tagliagole islamisti, forti dell’appoggio esterno, avranno molto lavoro da fare e molte gole da tagliare. I leader occidentali, come al solito, si volteranno dall’altra parte fingendosi sorpresi.

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