Pensioni, arriva lo sconto di 4 mesi nel 2025. Requisiti e quanto prima si smette di lavorare

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Contributi e agevolazioni

per le imprese

 


Nella legge di Bilancio 2025 non ci sono chissà che novità capaci di incidere sulle regole di accesso alla pensione. La legge Fornero non viene toccata, pensione di vecchiaia e anticipata si raggiungono ancora, rispettivamente, a 67 anni (con 20 anni di contributi) e 42 anni e 10 mesi di contributi (indipendentemente dall’età anagrafica), mentre le uniche misure di flessibilità sono quelle che erano già previste nel 2024, quali Quota 103, Ape Sociale e Opzione Donna.

Tra questa carenza di novità spicca una piccola modifica alla normativa che va a vantaggio delle donne che hanno avuto molti figli, le quali nel 2025 possono smettere di lavorare con 16 mesi di anticipo rispetto a quanto previsto dalla pensione di vecchiaia.

Il merito è dello sconto di 4 mesi che si va ad aggiungere a quanto già stabilito dall’articolo 1, comma 40, della legge n. 335 del 1995 (la cosiddetta legge Dini), con la quale sono state riconosciute diverse agevolazioni per le donne con figli (ma solo quando rientrano interamente nel regime contributivo), di cui alla lettera C quella in cui è disposto che:

Microcredito

per le aziende

 

A prescindere dall’assenza o meno dal lavoro al momento del verificarsi dell’evento maternità, è riconosciuto alla lavoratrice un anticipo di eta’ rispetto al requisito di accesso alla pensione di vecchiaia di cui al comma 19 pari a quattro mesi per ogni figlio e nel limite massimo di dodici mesi. In alternativa al detto anticipo la lavoratrice può optare per la determinazione del trattamento pensionistico con applicazione del moltiplicatore di cui all’allegata tabella A, relativo all’eta’ di accesso al trattamento pensionistico, maggiorato di un anno in caso di uno o due figli, e maggiorato di due anni in caso di tre o più figli.

Fino a oggi quindi le donne hanno diritto – se vogliono – a uno sconto di 4 mesi per ogni figlio avuto, fino a un massimo di 1 anno. Grazie a questa agevolazione, ad esempio, l’accesso alla pensione di vecchiaia per la lavoratrice con 3 o più figli avviene al compimento dei 66 anni anziché dei 67. In alternativa possono invece godere di un ricalcolo maggiormente favorevole della pensione (con sistema contributivo), attraverso l’applicazione di un coefficiente di trasformazione più alto rispetto a quello ordinariamente previsto.

La legge di Bilancio 2025 fa ancora meglio, mantenendo lo sconto a 4 mesi ma incrementando il limite, che passa da 12 a 16 mesi.

Come cambia l’agevolazione per le lavoratrici madri con la legge di Bilancio 2025

Come visto sopra, oggi per le lavoratrici madri spetta uno sconto di 4 mesi per ciascun figlio, fino a un massimo di 12 mesi. Questo sconto si applica per tre delle attuali opzioni per le quali è richiesto un requisito anagrafico:

  • pensione anticipata contributiva a 64 anni di età e 20 anni di contributi (e un assegno almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale, 2,8 per le lavoratrici con un figlio e 2,6 volte per chi ne ha almeno due.

Le lavoratrici madri godono quindi di uno sconto di 4 mesi per ciascun figlio su queste opzioni. Nella migliore delle ipotesi, in caso di 3 o più figli, possono accedere alle suddette opzioni rispettivamente a 66, 70 e 63 anni.

Con la legge di Bilancio 2025 vengono però favorite le lavoratrici con almeno 4 figli. Viene infatti incrementato il limite massimo dello sconto, che passa a 16 mesi. Di fatto una donna che ha avuto 4 figli potrà accedere alla pensione di vecchiaia a 65 anni (e 8 mesi), anticipando di diverso tempo il momento del pensionamento. Lo stesso vale per le altre opzioni di pensionamento suddette.

Nessuna differenza invece sulla seconda, ma alternativa alla prima, agevolazione. Le donne che infatti non vogliono godere dell’anticipo possono richiedere l’applicazione di un coefficiente di trasformazione, ossia quel parametro con cui il montante contributivo si tramuta in importo della pensione, più favorevole. Alle donne con 1 o 2 figli viene maggiorato di 1 anno, a quelle con più di 2 (comprese quelle con almeno 4) invece di 2 anni.

Chi può accedere a questa agevolazione

Va ricordato però che lo sconto in oggetto non si applica a tutte le lavoratrici con figli, ma solo a quelle che rientrano interamente nel regime contributivo per il calcolo dell’assegno. Ciò significa che la misura si rivolge tanto a coloro che hanno iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996, e non hanno contributi versati nel periodo precedente, oppure per coloro che ricorrono al computo della Gestione Separata.

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