11.43 – sabato 7 dicembre 2024
(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
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Scandali (previsti?), il sistema proporzionale come antidoto?. Lo scandalo che ha travolto il Trentino – Alto Adige con ingerenze importanti e pesanti dell’economia nella politica hanno monopolizzato l’attenzione mediatica di questi giorni ma, respirando il sentimento comune, non ha stupito. Non ha sorpreso nessuno, perché in qualche modo è come se le persone già sapessero che questi ‘meccanismi’ del potere accadono regolarmente e, ogni tanto, emergono attraverso inchieste (ricordiamo che il tutto è emerso a partire da una segnalazione di un abuso d’ufficio presso il comune di Bolzano: senza questa segnalazione non sarebbe emerso alcunché? Sembra lecito pensarlo).
La lettura politica è molteplice: fermo restando che le vere responsabilità saranno appurate nei luoghi giudiziari e con i tempi ad essi connessi, è palese che l’inchiesta abbia travolto entrambi i grandi schieramenti politici, centrodestra e centrosinistra, che continuano a farsi chiamare così nonostante negli ultimi anni stiano dimostrando plasticamente che non emergono nelle loro politiche queste grandi differenze di merito, di sistema e di ‘metodo’. Non sto parlando di singoli, perché all’interno dei partiti ci sono sicuramente persone perbene che fanno al meglio il loro lavoro (vedi l’ex sindaco di Riva del Garda) ma sto parlando di meccanismi di potere e di sistema che hanno strutturato e stanno strutturando questo grande blocco monolitico del pensiero unico. All’interno ci sta tutto, ma chi sta all’interno accetta queste regole, perché anche se non le ‘applica’ chiude un occhio su chi lo fa, oppure le nega ma non incide nel sistema.
Questo è il punto: esistono gli anticorpi a questo tipo di corruzione spesso subdola, invisibile, quasi introvabile? Oggi l’economia domina la politica, la quale non solo è diventata completamente succube alle sue regole, ma ne diventa strumento e braccio operativo. Nel migliore dei casi applicando regole burocratiche legali, ma sempre avallando decisioni prese altrove (e questa non si chiama politica nel vero senso della parola), nel peggiore dei casi diventando ‘dipendente’ diretto di essa (e in questo caso emergono saltuariamente scandali come quelli di questi giorni).
I grandi blocchi politici oggi rappresentano la perdita del ruolo della politica, che tende purtroppo a trasformare i politici in esecutori, in questi casi teleguidati palesemente; in questi anni in maniera estremamente repentina in Italia e in Trentino abbiamo la visto una caduta verticale delle percentuali di votanti. E’ tutto perfettamente collegato, dal controllo più macro (grandi multinazionali e fondi di investimento che controllano le nostre principali aziende italiane e la politica) a queste vicende più locali che replicano gli stessi meccanismi, e a loro volta sono collegati ai livelli macro (Benko è collegato a questi grandi sistemi).
Democrazia Sovrana Popolare denuncia gli inganni del potere ogni giorno, a partire da come vengono raccontati, e dalle loro omissioni. Questo è un tassello locale che si infila perfettamente nel puzzle di un mondo occidentale che continua a dire di voler cambiare senza cambiare nulla. Continua a parlare di uguaglianza e produce continue disuguaglianze. Ormai la distanza tra il ‘popolo’ e la classe politica è incolmabile, questi sono passaggi che lo certificano e condannano ad una crisi ineluttabile di quelle che oggi vengono ancora definite democrazie ma hanno scordato la loro vera radice: nella democrazia il potere appartiene al popolo ed i rappresentanti eletti (si spera con più del 50% dei votanti) dovrebbero occuparsi del bene comune, delle vere disuguaglianze, del garantire a tutti il lavoro.
Qualcuno le chiama utopie, qualcuno la chiama politica. Forse è anche il fallimento del maggioritario, che innestato in epoche passate di ingovernabilità oggi ha creato un unico blocco politico marginalizzando partiti e voci politiche che non hanno luoghi, anche istituzionali, nei quali poter rappresentare le voci invisibili. Il 50% degli elettori continua ad essere ignorato, il popolo deve tornare ad essere protagonista e partecipe con un sistema proporzionale e la scelta diretta degli eletti, gli sbarramenti e i premi di maggioranza negli anni si sono rivelati artificiali e hanno deformato il sistema della partecipazione. Potrebbero, così, altre voci, oggi spesso ignorate, diventare anticorpi a meccanismi ormai stratificati e sclerotizzati contro i quali i grandi partiti sembrano ormai inermi e complici?
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Patrizia Caproni
Coordinatrice Democrazia Sovrana Popolare Trentino – Alto Adige
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(Foto: Patrizia Caproni con il coordinatore nazionale Marco Rizzo e il Presidente Francesco Toscano)
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