CATANZARO Tecnicamente viene chiamato “contributo alla finanza pubblica”, sul piano sostanziale – e in estrema sintesi – sembra una “tassa” che grava sulla testa e soprattutto sulle tasche della Regione Calabria che si traduce in una ulteriore “ingessatura” del bilancio, e quindi in una minore capacità di spesa e in prevedibili tagli ai servizi per i cittadini. Pesa tanto e pesa forte, sulle casse della Regione, il versamento di risorse allo Stato come “contributo di finanza pubblica”, pesa storicamente e in modo sempre più consistente, anche a causa della manovra statale: al solito sono i numeri che danno la misura di questa zavorra, numeri che parlano di circa 12,5 milioni di euro da riversare allo Stato per il 2025, 37,5 milioni di euro nel periodo 2026-28 e circa 58,4 milioni di euro nel 2029.
Il contesto
A delineare questo quadro e a fornire questi numeri è l’ultimo Documento di Economia e Finanza della Regione (Defr), varato dalla Giunta nei giorni scorsi e nei prossimi giorni all’esame del Consiglio nell’ambito della sessione di bilancio. «È noto a tutti – si legge – come l’equilibrio del bilancio regionale già negli ultimi anni sia stato posto a dura prova da tagli ai trasferimenti, da misure governative di politica fiscale non sorrette da forme di ristoro per la perdita di gettito sofferto dalle Regioni, da contributi alla finanza pubblica da versare direttamente alle casse statali, da un insieme di misure di contenimento della spesa che hanno assunto anche la forma di accantonamenti volti a ridurre la capacità di spesa corrente. Tutte queste misure – riporta il Documento di Economia e Finanza della Regione – sono andate ad incidere direttamente ed in via progressiva sulla effettiva disponibilità di risorse autonome da destinare ad una potenziale manovra di bilancio. I nuovi contributi di finanza pubblica a carico degli enti territoriali previsti nella manovra di bilancio varata dal Governo, costituiscono un ulteriore e assai problematico peggioramento del contesto di riferimento in cui si muove la finanza regionale».
Le misure (“zavorre”)
Questo – rileva il Defr – «il quadro aggiornato delle risorse che, a seguito delle misure adottate dal Governo, sono sottratte alla possibile manovra di bilancio a valere sulle risorse in libera disponibilità». Queste misure, che sono veri e propri “balzelli”, riguardano in particolare: il riversamento allo Stato che le Regioni sono chiamate ad assolvere a titolo di contributo di finanza pubblica per il triennio 2023 – 2025, per complessivi 196 milioni, relativo a “risparmi per riorganizzazione, digitalizzazione, potenziamento lavoro agile”, «la Regione Calabria deve versare allo Stato per il 2025 un importo di euro 7.804.028,20». Il riversamento allo Stato dell’importo di euro 15,6 milioni dal 2025 al 2028 a titolo di ulteriore contributo di finanza pubblica ai sensi di quanto disposto dall’articolo 1, comma 527, della legge 30 dicembre 2023, numero 213. Il riversamento allo Stato che le Regioni sono chiamate ad assolvere a titolo di restituzione pluriennale delle somme ricevute in eccesso a titolo di ristori a causa dall’emergenza Covid 19 rispetto alle entrate derivanti dalle attività di lotta all’evasione: «Per la Calabria l’importo è pari ad euro 2.230.289,47 a decorrere dal 2022 fino al 2040; riversamento alla Stato della somma di euro 13milioni a decorrere dal 2025 resa obbligatoria in conseguenza della disapplicazione dell’addizionale comunale sui diritti di imbarco nel territorio della Regione Calabria». La compensazione del maggiore gettito della tassa automobilistica da riservare allo Stato, relativi agli anni dal 2014 al 2022. La Regione Calabria ha già versato dal 2022 al 2024 l’importo di circa 17,03 milioni di euro riferiti agli anni dal 2014 e 2017 e deve prevedere in bilancio la posta di euro 3,7 milioni annui nel 2025 che andranno a ridursi progressivamente sino a 2,9 milioni annui nel 2029.
La conclusione
La Giunta così conclude nel Defr: «L’ulteriore contributo di finanza pubblica richiesto con la manovra statale vale, per la Regione Calabria, circa 12,5 milioni di euro per il 2025, 37,5 milioni di euro nel periodo 2026-28 e circa 58,4 milioni di euro nel 2029. Tali contributi, in aggiunta a quelli vigenti a legislazione vigente e ai riversamenti da effettuare allo Stato, anche a prescindere dalle modalità di attuazione degli stessi (riversamento nelle casse statali o accantonamento da destinare alla copertura del disavanzo) non possono che comportare, in presenza dell’obbligo del pareggio di bilancio, un ulteriore irrigidimento della spesa corrente, con un conseguente prevedibile taglio dei servizi finanziati con le risorse autonome di bilancio o in alternativa, non avendo la possibilità di contrarre debito se non per investimenti, un doloroso aumento della pressione fiscale lasciata alla responsabilità regionale». (a. cant.)
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