Il Napoli rivuole la vetta ma c’è la Lazio sulla sua strada. La Juve non vince più. La Roma risorge

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Nuovo deludente pareggio della Juve con il Bologna: Thiago Motta non vince nemmeno contro la sua ex squadra. Torna invece al successo la Roma di Ranieri con un poker sul Lecce. Oggi Conte tenta di tornare in cima alla classifica ma deve affrontare la Lazio

Nel segno della pareggite. La Juventus rimanda ancora il ritorno al successo limitandosi a un 2-2 contro il Bologna, per giunta in rimonta, e scivola a meno 7 dall’Atalanta capolista. Il distacco dalla vetta potrebbe perfino aumentare di un punto se il Napoli dovesse battere la Lazio, in quello che sarà il posticipo (oltre che il big match) di questa domenica (ore 20:45). Sabato di sorrisi invece per la Roma, che strapazza il Lecce (4-1) e ritrova una vittoria che mancava da più di un mese, per giunta nel giorno delle 100 panchine in giallorosso di Ranieri.

Juventus – Bologna 2-2: Mbangula evita la prima sconfitta, ma la Signora non vince più

Altro pareggio per la Juventus, ma se a Lecce si poteva parlare di due punti persi, quello di ieri è invece guadagnato. Già, perché al 92’ la Signora perdeva e il Bologna pregustava un colpaccio che ne avrebbe rilanciato le ambizioni europee. Lo Stadium si era ormai preparato a fischiare la prima sconfitta in campionato, invece Thiago Motta (ieri espulso per proteste) salva l’imbattibilità grazie a Mbangula, buttato nella mischia per disperazione e rivelatosi decisivo. Ma il 2-2 finale, al di là di com’è arrivato, non può essere considerato positivamente, alla luce di una classifica sempre più lunga (ora l’Atalanta è + 7 e il Napoli, in caso di vittoria stasera sulla Lazio, andrebbe a + 8) e di un’astinenza da vittoria che dura ormai da un mese. L’ultima, infatti, risale proprio a 30 giorni fa nel derby contro il Torino, dopodiché la Juve ha solo pareggiato: a Milano, a Birmingham, a Lecce e ieri col Bologna. Ciò che più preoccupa, oltre all’emergenza infortuni (al 14’ si è fermato anche Cambiaso, costretto a uscire per il giovane Rouhi), è il gioco spento di Thiago Motta, a lungo surclassato dalla sua ex squadra.

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I rossoblu di Italiano, trascinati da un grande Ndoye, hanno dominato il primo tempo, legittimando il vantaggio ottenuto proprio grazie allo svizzero, che dopo aver preso un palo ha battuto Perin con un tiro sotto la traversa (30’). La Juve ha provato a reagire e ha sfiorato il pari con Vlahovic, ma a inizio ripresa è tornata a subire il Bologna, tanto da incassare addirittura lo 0-2 da Pobega, lanciato da uno splendido tacco di Castro (52’). Notte fonda a Torino, con Thiago Motta espulso per proteste e la squadra allo sbando: là però è salito in cattedra Koopmeiners, bravo a bucare la porta di Skorupski su una discesa di Danilo, per quello che è il suo primo gol in bianconero (62’). La Signora ha ricominciato a crederci anche grazie ai cambi, con Thuram e Yildiz al posto dei deludenti Fagioli e Locatelli, ma la mossa decisiva è arrivata all’80’ quando Thiago ha lanciato nella mischia Mbangula. Il giovane belga ha lasciato il segno alla prima palla buona, trovando l’incrocio con un gran tiro a giro dal limite dell’area. L’imbattibilità è salva, la classifica no: di questo passo, infatti, bisognerà guardarsi le spalle per la zona Champions, più che puntare a chi viaggia decisamente più veloce.

Thiago Motta: “Dobbiamo alzare il livello, la responsabilità è tutta mia”

“Il lato positivo è stata la reazione, abbiamo ripreso una partita che si era messa molto male – ha spiegato Thiago Motta -. Non siamo soddisfatti del risultato e nemmeno di quello che abbiamo fatto, anche se devo ringraziare i ragazzi per il cuore e il coraggio che hanno avuto. Dobbiamo migliorare per alzare il nostro livello e questa è tutta responsabilità mia, me la assumo e continuiamo a lavorare. Dobbiamo migliorare in ogni aspetto del gioco per essere nella posizione dove vogliamo essere, che non è quella di oggi. Bisogna affrontare questa situazione andando in avanti e crescendo in vista della prossima partita di mercoledì contro il Manchester City. Errori di formazione? No, è stato un problema tattico ed è colpa mia. I cori dei tifosi arrabbiati? Posso solo ringraziarli, ci danno una grossa mano dall’inizio alla fine, dopodiché hanno il diritto di esprimere la loro opinione. Koopmeiners? Da quando è arrivato ha fatto sempre bene, è un ragazzo speciale e di altissimo livello: deve continuare così, può solo migliorare”.

Roma – Lecce 4-1: Ranieri festeggia le 100 panchine in giallorosso con una vittoria

Torna a vincere invece la Roma, in quello che somigliava tanto a uno scontro salvezza. Ovviamente si tratta di una provocazione, visto che l’organico giallorosso è troppo forte per rischiare seriamente la Serie B, ma la classifica parlava chiaro e vedeva gli uomini di Ranieri appaiati al Lecce, per giunta con le altre ancora in attesa di giocare. Serviva una reazione ed è arrivata nonostante l’assenza di Dovbyk, lasciato addirittura in tribuna a smaltire l’influenza: Sir Claudio, nel giorno delle 100 panchine giallorosse, s’è finalmente goduto una serata di festa, la prima da quando è tornato in sella alla sua squadra del cuore. Il tecnico ha optato per un 3-4-2-1 con Saelemaekers ed El Shaarawy alle spalle del “falso nueve” Dybala, lasciando nuovamente Pellegrini in panchina (il capitano non è nemmeno entrato nel finale). La mossa ha funzionato, perché proprio i due trequartisti hanno costruito la palla dell’1-0 dopo appena 13’: filtrante di El Shaarawy per il belga e tocco beffardo a battere Falcone. Al 23’ Ranieri ha perso anche Celik per un problema muscolare e si è trovato costretto a schierare Abdulhamid, terzino saudita arrivato in estate. Il ragazzo, evidentemente spaesato e inadatto a questi livelli, è franato in area su Coulibaly, consentendo al Lecce di avere un rigore prontamente trasformato da Krstovic (40’). Il pari poco prima dell’intervallo poteva destabilizzare la Roma, che invece è rientrata molto bene nel secondo tempo, mettendo sotto pressione i pugliesi fino a segnare il 2-1 con Mancini, autore di uno splendido tuffo di testa (59’). La partita, di fatto, è finita lì, perché gli uomini di Giampaolo hanno perso stimoli e distanze in campo, consentendo a Ranieri di banchettare negli spazi. Abdulhamid si è parzialmente rifatto servendo l’assist a Pisilli per il 3-1 (66’), Koné si è tolto la soddisfazione di segnare il suo secondo gol in campionato, questa volta in una notte di festa (86’, l’altro era arrivato nella debacle di Firenze). La Roma sale così a 16 punti, ancora troppo pochi per dare un senso al suo campionato, ma sufficiente per tornare a respirare dopo settimane in apnea.

Ranieri: “Questa squadra ha qualità, ma deve imparare a lottare e a divertirsi”

Ho chiesto ai ragazzi di lottare – ha sottolineato Ranieri -. Questa squadra sa farlo, se mettiamo solo la qualità non ci arriviamo. I tre punti in classifica servono tantissimo, ma questa vittoria ci dà autostima in generale, avevamo qualche singolo un po’ giù di corda: il gruppo ha qualità, ma deve ritrovare l’allegria di giocare. Nel secondo tempo prendevamo troppe ripartenze, ho messo Pisilli per dare più corpo al centrocampo e le cose sono andate bene. Ormai nel calcio non c’è un sistema fisso, scelgo i giocatori la sera prima, faccio un riassunto della settimana e sulle cose che mi convincono per battere gli avversari. Facendo così posso cambiare poco, inoltre le cinque sostituzioni permettono di incidere in corsa. Le mie 100 panchine in giallorosso? Me lo avete ricordato voi, io non ci pensavo, anni fa ero stato premiato per le 1000 a Londra. È motivo di orgoglio, la passione va oltre ogni cosa”.

Napoli – Lazio (ore 20:45, Dazn)

Oggi i riflettori si sposteranno sul Maradona e sul secondo atto di Napoli-Lazio. Il primo, ovviamente a campi invertiti, è andato in scena giovedì in Coppa Italia e ha visto trionfare gli uomini di Baroni, superiori in tutto a quelli di Conte. Guai però a prenderlo come un test veritiero, visto che il Napoli odierno sarà completamente diverso: il turnover integrale dell’altra sera, probabilmente, è costato il passaggio ai quarti, ma consentirà al tecnico salentino di schierare un undici fresco e riposato. Nonostante il recentissimo 3-1, insomma, gli azzurri appaiono favoriti, anche perché la voglia di rivalsa sarà tanta. A tenere sveglia la truppa di Conte, poi, ci pensano i risultati degli altri: da venerdì sera, infatti, al comando c’è l’Atalanta, mentre l’Inter (a parità di gare) è a un solo punto di distanza.

Sul fronte Lazio c’è parecchia euforia, ma anche la consapevolezza che i sogni di gloria, o quantomeno buona parte di essi, passano da stasera. La sconfitta di Parma, al netto di una prestazione comunque positiva, ha già allungato le distanze dal vertice e solo una vittoria rimetterebbe a posto le cose. Baroni poi deve fare i conti con le assenze di Rovella (squalificato) e Vecino (ma ritrova Dia e Tavares), oltre che con le fatiche di Coppa, visto che lui, a differenza di Conte, ha impiegato più di un titolare (con successo, evidentemente). Giovedì abbiamo assistito a una sfida aperta e ricca di gol, ma non è sicuro che il copione si ripeta anche stasera: la posta in palio è molto più alta e ci sarà poco spazio per qualsiasi forma di “leggerezza”.

Napoli – Lazio, le probabili formazioni

Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Lobotka, McTominay; Politano, Lukaku, Kvaratskhelia
In panchina: Caprile, Contini, Juan Jesus, Marin, Spinazzola, Zerbin, Gilmour, Folorunsho, Neres, Simeone, Ngonge, Raspadori
Allenatore: Conte
Indisponibili: Mazzocchi
Squalificati: nessuno

Lazio (4-2-3-1): Provedel; Lazzari, Gila, Romagnoli, Tavares; Guendouzi, Dele-Bashiru; Isaksen, Dia, Zaccagni; Castellanos
In panchina: Mandas, Furlanetto, Patric, Gigot, Marusic, Pellegrini, Tchaouna, Castrovilli, Pedro, Noslin
Allenatore: Baroni
Indisponibili: Vecino
Squalificati: Rovella

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