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Coreano, 84 anni, era stato dt ed era presidente onorario Fita
ROMA, 08 DIC – Lo sport italiano e in particolare il
mondo del taekwondo salutano Park Young Ghil. Il presidente
onorario della Fita, la federazione italiana, si è spento a
Roma, che oramai era diventata la “sua” città,come “sua” era
diventata l’Italia, paese in cui fu inviato nel lontano 1966 con
una precisa missione: far conoscere e crescere il taekwondo.
Quello che oggi questo sport è diventato in Italia, tra i Paesi
di riferimento a livello mondiale, lo si deve soprattutto a lui,
sottolinea oggi la Fita.
“E’ stato il maestro del taekwondo italiano – racconta Angelo
Cito, presidente della federtaekwondo- ma è stata soprattutto
una persona straordinaria, buona e con una umanità incredibile.
Sul piano sportivo, ci ha permesso di essere oggi quello che
siamo. Tra i direttori tecnici azzurri più vincenti di sempre,
tra gli anni ’70 e il 2000 ha conquistato per l’Italia una
infinità di titoli. Tutti noi siamo stati suoi stati suoi
allievi. Ci ha trasmesso le sue conoscenze e i suoi valori. Il
nostro mondo e tutto lo sport hanno perso un uomo, un maestro
straordinario. Io un secondo padre”
In Corea, prima di partire, Park Young Ghil si era sottoposto
a un allenamento durissimo, per imparare decine di forme e
perfezionare le tecniche di combattimento. Quello che poi
avrebbe dovuto trasmettere ai giovani italiani. Missione per la
quale, all’epoca, erano idoneo anche quel garage, che diventò la
prima palestra della Capitale. Al culmine del suo cammino
italiano, da dt dell’Italia preparò gli azzurri a Seul ’88,
prima edizione del taekwondo nella forma dimostrativa, e fu
subito un successo, con due argenti e due bronzi. Poi a
Barcellona ’92 un argento e due bronzi. A Sydney 2000 la prima
Olimpiade ufficiale del taekwondo, e Park Young Ghil schiero’ il
giovane Claudio Nolano, ora dt azzurro.
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