Il Riesame dà ragione alla Procura generale di Torino. Mario Roggero uccise due rapinatori in fuga, ferendone un terzo: già condannato in primo grado a 17 anni, è in attesa del processo d’Appello
Già condannato a 17 anni di reclusione per aver ucciso due rapinatori (e feritone un terzo) che avevano assaltato la sua gioielleria di Grinzane Cavour il 28 aprile 2021, e in attesa del processo di Appello, Mario Roggero stava progettando una fuga in Tunisia, dove ha aperto un conto corrente, sul quale aveva trasferito 50 mila euro (ora sequestrati, ma con pendente ricorso in Cassazione): per questo, accogliendo il ricorso della Procura generale di Torino, il tribunale del Riesame ha deciso l’applicazione della misura cautelare del divieto di espatrio per il gioielliere. Il provvedimento – secondo quanto appreso dal Corriere della Sera – è stato notificato dai carabinieri a Roggero, qualche giorno fa.
La corte d’Assise d’Appello di Torino – che dovrà giudicarlo in secondo grado e che decide anche sugli eventuali provvedimenti cautelari – aveva accolto la richiesta della Procura generale di sequestro conservativo della somma di denaro, ma aveva respinto quella dell’obbligo di dimora o, in subordine, del divieto di espatrio. E per questo, la stessa Procura generale aveva proposto appello al Riesame. Contro la cui decisione, l’uomo potrà ricorrere in Cassazione. Roggero era stato condannato in primo grado dalla corte d’Assise di Asti, il 4 dicembre 2023.
L’informativa della guardia di finanza sul conto in Nord Africa
Tutto è partito da una nota della guardia di finanza – richiamata nella richiesta della Procura generale – dalla quale risulta che il gioielliere, l’11 settembre 2024, ha disposto un bonifico da 50.000 euro sul conto corrente di un istituto delle Langhe, e intestato al comitato etico #iostoconmarioroggero, per destinare la somma in un conto corrente tunisino, intestato allo stesso uomo e alla moglie. Per gli investigatori non ci sarebbero dubbi: «Non sembra affatto funzionale alle finalità dichiarate dal comitato, volte a favorire la raccolta di fondi da donare a Mario Roggero per le spese della propria difesa e del procedimento, visto che l’esportazione di tale denaro rende evidente come lo stesso non sia destinato all’effettuazione di pagamenti in Italia». Morale, sempre per gli investigatori: «L’accumulazione all’estero di tale provvista, e prima ancora l’apertura in Tunisia di un rapporto bancario, offrono elementi concreti per ritenere che l’uomo, in caso di conferma della condanna, abbia in animo di trasferirsi in Tunisia per sottrarsi all’esecuzione della pena».
I giudici: c’è la volontà di non scontare la pena
Alla fine di un provvedimento di dieci pagine – firmato dal presidente (ed estensore) del collegio, il giudice Luca Ferrero (a latere Stefano Vitelli e Stefania Nebiolo Vietti) – anche il Riesame ha pochi dubbi: «Ad avviso del tribunale, l’insieme delle condotte – l’aver trasferito a soggetti terzi le quote della gioielleria, aver fatto altri bonifici da 90 mila euro con destinazione ignota, aver quasi svuotato il proprio conto corrente personale, ndr – unitariamente inteso, indica univocamente che Roggero ha intenzione di trasferirsi in Tunisia, al fine di intraprendere colà una nuova attività commerciale/ imprenditoriale. Questo collegio non è in grado di formulare ipotesi alternative». Di più: «Per quale altro motivo un signore benestante (di 70 anni, ndr), e ancora lavorativamente attivo, condannato alla pena di 17 anni e a un’importante risarcimento, potrebbe aprire un conto corrente in Nord Africa e trasferirvi 50.000 euro se non per evitare di scontare la pena?».
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