Scorie radioattive, Vas al via

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CIVITA CASTELLANA – «Stiamo entrando in una fase molto importante, decisiva per la individuazione del sito per “la discarica” di scorie radioattive. Il ministero dell’Ambiente ha avviato la procedura di Valutazione ambientale Strategica (Vas)». Lo affermano dalla Fondazione Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre Ets. «Il Biodistretto mentre rileva la singolarità della scelta ministeriale di chiedere a soggetti competenti per l’ambiente (comuni, provincie, parchi etc….) di inviare osservazioni metodologiche sul rapporto preliminare della Vas solo nel mese natalizio, al pari tempo ha inviato una lettera al ministero con la quale ha chiesto di essere riconosciuto fra i soggetti competenti per le questioni ambientali (Sca), competenza che dovrebbe essere riconosciuta a tutti i Biodistretti della Tuscia». «Vogliamo anche richiamare il fatto – proseguono dal Biodistretto – che nella convocazione fra i portatori d’interesse da parte del Ministero sia stato inserito il comune di Civita Castellana, a conferma di quel che abbiamo sempre affermato, ovvero la grande vicinanza dei siti per il deposito delle scorie nucleari a tutti i comuni del Biodistretto a partire proprio dal suo comune principale (Alleghiamo la lettera inviata al ministero). Vogliamo inoltre sottolineare che i biodistretti, i comitati e i comuni nei prossimi mesi saranno impegnati non solo ad inviare osservazioni e documenti al Ministero, ma anche ad organizzare iniziative e mobilitazioni che rendano i nostri cittadini consapevoli e protagonisti nel contrastare questa “mela avvelenata” che potrebbe arrivare nel nostro territorio. Auspichiamo – si legge nella nota – che in questa nuova fase vi sia da parte delle autorità competenti una diversa e nuova sensibilità, molto diversa da quella che abbiamo conosciuto nel recente passato. Vi è stata infatti una selezione arbitraria dei siti che è avvenuta senza alcun coinvolgimento delle comunità locali. La Tuscia, nella quale sono stati individuati ben 21 siti su 51, ha presentato numerose osservazioni critiche argomentate da accademici, ricercatori, produttori ed esperti. Non una di esse è stata presa in considerazione. La selezione dei siti è avvenuta senza alcun coinvolgimento delle comunità locali. Vi è stata e vi è una metodologia da parte della Sogin e del Ministero dell’Ambiente che non condividiamo e che intendiamo contrastare. Questa opacità dei comportamenti si è confermata ancora nell’ultima preoccupante vicenda della contaminazione da plutonio di un lavoratore della Casaccia. Fatto che ha reso evidente sia la pericolosità di impianti che trattano materiale radioattivo, sia una informazione tardiva e poco chiara», conclude la nota del Biodistretto.

©RIPRODUZIONE RISERVATACIVITA CASTELLANA – «Stiamo entrando in una fase molto importante, decisiva per la individuazione del sito per “la discarica” di scorie radioattive. Il ministero dell’Ambiente ha avviato la procedura di Valutazione ambientale Strategica (Vas)». Lo affermano dalla Fondazione Bio-distretto della Via Amerina e delle Forre Ets. «Il Biodistretto mentre rileva la singolarità della scelta ministeriale di chiedere a soggetti competenti per l’ambiente (comuni, provincie, parchi etc….) di inviare osservazioni metodologiche sul rapporto preliminare della Vas solo nel mese natalizio, al pari tempo ha inviato una lettera al ministero con la quale ha chiesto di essere riconosciuto fra i soggetti competenti per le questioni ambientali (Sca), competenza che dovrebbe essere riconosciuta a tutti i Biodistretti della Tuscia». «Vogliamo anche richiamare il fatto – proseguono dal Biodistretto – che nella convocazione fra i portatori d’interesse da parte del Ministero sia stato inserito il comune di Civita Castellana, a conferma di quel che abbiamo sempre affermato, ovvero la grande vicinanza dei siti per il deposito delle scorie nucleari a tutti i comuni del Biodistretto a partire proprio dal suo comune principale (Alleghiamo la lettera inviata al ministero). Vogliamo inoltre sottolineare che i biodistretti, i comitati e i comuni nei prossimi mesi saranno impegnati non solo ad inviare osservazioni e documenti al Ministero, ma anche ad organizzare iniziative e mobilitazioni che rendano i nostri cittadini consapevoli e protagonisti nel contrastare questa “mela avvelenata” che potrebbe arrivare nel nostro territorio. Auspichiamo – si legge nella nota – che in questa nuova fase vi sia da parte delle autorità competenti una diversa e nuova sensibilità, molto diversa da quella che abbiamo conosciuto nel recente passato. Vi è stata infatti una selezione arbitraria dei siti che è avvenuta senza alcun coinvolgimento delle comunità locali. La Tuscia, nella quale sono stati individuati ben 21 siti su 51, ha presentato numerose osservazioni critiche argomentate da accademici, ricercatori, produttori ed esperti. Non una di esse è stata presa in considerazione. La selezione dei siti è avvenuta senza alcun coinvolgimento delle comunità locali. Vi è stata e vi è una metodologia da parte della Sogin e del Ministero dell’Ambiente che non condividiamo e che intendiamo contrastare. Questa opacità dei comportamenti si è confermata ancora nell’ultima preoccupante vicenda della contaminazione da plutonio di un lavoratore della Casaccia. Fatto che ha reso evidente sia la pericolosità di impianti che trattano materiale radioattivo, sia una informazione tardiva e poco chiara», conclude la nota del Biodistretto.

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