Tutti i bonus in scadenza nel 2024, quali spariranno l’anno prossimo?

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Le novità in arrivo con la nuova legge di Bilancio prevedono la scomparsa definitiva dell’agevolazione per il decoder, quella per la rottamazione del TV, quella dedicata alle colonnine di ricarica e al carburante per i lavoratori

Dal Superbonus agli incentivi edilizi, fino al bonus decoder tv, quali sono confermati anche per il 2025 e quali, invece, spariranno con la nuova Legge di Bilancio?

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Il Superbonus

Il Superbonus che prevede l’aliquota al 110% per chiunque intendesse procedere con lavori di ristrutturazione ed efficientamento energetico degli spazi di casa diventa un ricordo, con il governo di Giorgia Meloni che prima di essere eletto nel settembre 2022, aveva dichiarato battaglia alla misura-bandiera del defunto esecutivo di Giuseppe Conte. Secondo i partiti che adesso sono al governo, i costi sono troppo alti per lo Stato e impattano troppo sul debito pubblico. Così il Superbonus sarà depotenziato anche nel 2025: il prossimo 31 dicembre scadrà l’aliquota del 70%, che sarà sostituita con quella al 65%. L’agevolazione sarà però limitata agli interventi per i quali, alla data del 15 ottobre 2024, risulti già presentata la Cilas e, per i condomini, la delibera assembleare di approvazione dei lavori. La Legge di Bilancio aprirà la possibilità di detrarre in 10 anni le spese del 2023, rimaste finora escluse dall’opzione.

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Leggi anche: Superbonus 70%, chi potrà usufruire dell’agevolazione prevista dall’Agenzia delle Entrate?

L’Ecobonus

La legge di Bilancio ridefinisce l’Ecobonus, l’agevolazione fiscale attraverso la detrazione Irpef o Ires dal 50 al 65%, che in alcuni casi raggiungeva anche l’85% per specifici interventi nei condomini. Dal 2025 scenderà al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili, mentre nel 2026 e 2027 le aliquote vedranno un’altra sforbiciata: al 36% per la prima casa e al 30% per le altre. Le nuove percentuali si applicheranno a tutte le tipologie di interventi agevolati, compresi quelli che fino a quest’anno davano luogo a detrazioni più consistenti, come quelli sulle parti comuni degli edifici condominiali.

Bonus ristrutturazioni e sismabonus

Stessa cosa per il bonus ristrutturazioni, che resterà al 50% soltanto per le abitazioni principali (con tetto di spesa fissato a 96mila euro) mentre per tutti gli altri immobili scenderà al 36% a partire dal primo giorno del nuovo anno, con un restringimento anche del tetto massimo di spesa, dimezzato a 48mila euro. Si andrà, poi, verso un’ulteriore decrescita delle aliquote nel 2026 e nel 2027.

Netto ridimensionamento in vista anche per il sismabonus, con detrazione fino all’85% per i lavori che riguardano misure antisismiche su abitazioni e immobili usati per attività produttive. Come il bonus ristrutturazione, anche questo scenderà al 50% per le prime case e al 36% per le altre proprietà immobiliari, andando, poi, a calare anche nel 2026 e nel 2027. Su questo punto, però, ancora non si è fatta chiarezza perché c’è un emendamento della maggioranza, nello specifico dei deputati di Forza Italia Pella e Cannizzaro, che chiede che l’Ecobonus, il bonus ristrutturazioni e il sismabonus restino al 50% non solo l’anno prossimo ma anche nel 2026 e nel 2027, solo sulle prime case.

I bonus che scompariranno del tutto nel 2025

Destinato a scomparire completamente è il bonus decoder tv: l’agevolazione, di importo fino a 50 euro, per l’acquisto di televisori e decoder per la ricezione dei programmi televisivi con i nuovi standard tecnologici. Stessa cosa per il bonus rottamazione tv: lo sconto è pensato per chi compra un nuovo televisore rottamando quello vecchio, idem il bonus colonnine di ricarica e il bonus carburante per i lavoratori, l’aiuto da 200 euro che i datori di lavoro possono offrire ai propri dipendenti (inglobato dalla nuova disciplina dei fringe benefit).

Il 31 dicembre le finestre temporali per richiedere la Carta del Merito e la Carta della Cultura, strumenti da 500 euro l’uno che hanno sostituito il Bonus cultura 18App, scadranno, ma non è detto che il governo non le proroghi alla fine dell’anno.





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