Chiara Mari è di fretta. Ci sono le valigie da preparare e non può permettersi di dimenticare nulla perché il viaggio che si appresta ad affrontare sarà lungo. I due biglietti aerei che ha in tasca la porteranno dapprima a Lisbona, per un soggiorno breve ma intenso, poi a Bahia, lo stato nel nord-est del Brasile dove la giovane, nata a Bellinzona nel 1988, svernerà fino al prossimo aprile. Per la trentaseienne, che è «artista, poetessa e creatrice di laboratori poetici e creativi ispirati all’universo latino», come si legge sul suo sito, il Brasile rappresenta una fonte infinita di ispirazione. «La prima volta ci capitai dieci anni fa e fu subito amore». Nel 2014 Chiara Mari era già una giramondo: aveva visitato Cuba, la Tanzania, il Messico, la Colombia, gli Stati Uniti. Eppure, nonostante gli innumerevoli viaggi che aveva alle spalle, fu colpita al cuore da questo vasto paese che ha dato i natali a grandi artisti e uomini di cultura. Scrittori e poeti come Jorge Amado, Vinicius de Moraes, Paolo Coelho; mostri sacri della musica come Caetano Veloso, Gilberto Gil, João Gilberto e Chico Buarque.
In Brasile la creatività è sempre stata di casa. Merito forse del temperamento allegro ed estroverso e, nel contempo, triste e malinconico, dei suoi abitanti. «A Bahia l’energia che si respira è potente – dice Chiara – sono convinta che vivere nella natura rigogliosa di una terra baciata ogni giorno dal sole apra la mente. Ciò che però mi colpisce di più in questa popolazione è la resilienza; la vita sa essere dura da queste parti eppure la gente prova una profonda gratitudine per quello che ha, poco o tanto che sia. I brasiliani trovano sempre un modo per uscire dalle avversità e questo aspetto è fonte di grande ispirazione».
Il Brasile in poesia
Al Brasile è dedicato «Raizes e de maré Axé», il secondo libro di poesie di Chiara Mari, che «è una sorta di invito al viaggio e alla scoperta della bellezza di questa terra». Nelle prossime settimane la giovane, che ha già partecipato a sette antologie collettive, presenterà l’opera fresca di stampa al suo pubblico di Lisbona. Una città che Chiara ama molto «e dove torno spesso perché è nella capitale del Portogallo che è iniziata la mia carriera artistica, pubblicando per la prima volta poesie in portoghese grazie al festival di poesia locale». La sua raccolta poetica «Sulle ali della libertà» le valse il premio «Talentos helvéticos-brasileiros» dell’Helvetia Editions, una casa editrice.
La rivelazione artistica
Chiara dice di esser sempre stata una persona creativa, tuttavia è soltanto da alcuni anni che ha trasformato l’amore per la penna e per il pennello in una vera e propria missione. Terminato il liceo a Bellinzona, la giovane è partita per Friborgo per studiare sociologia e politiche sociali all’università. Dopo il bachelor, ha traslocato a Losanna dove ha seguito un master in scienze dell’educazione. «Per diversi anni ho lavorato nel sociale, in particolare nel campo della migrazione come assistente sociale».
La rivelazione artistica arrivò quattro anni fa, quando Chiara capì che non poteva più trascurare quella parte di sé che ruotava attorno alla scrittura e alla pittura, discipline alle quali già dedicava molto del suo tempo libero da autodidatta. «Fu così che decisi di iscrivermi all’ATELIER di Ginevra, un istituto di formazione che svolge attività di ricerca nei campi dell’arteterapia, della psicoterapia e delle relazioni umane mediate dall’arte e dalla creazione». Parallelamente Chiara anima atelier di iniziazione al mondo dell’arte e della cultura a Losanna e a Vevey.
Donne in cerca di libertà
La giovane vive dunque soprattutto di poesia. Una scelta atipica visti i tempi in cui viviamo, in cui la frenesia del capitalismo la fa da padrone. «Sono una mosca bianca? Possibile. Ma visto quanto raccontano le persone che frequentano i miei atelier ho la sensazione che cominciamo ad essere in tante» commenta ridendo. Sono soprattutto donne che seguono i corsi di Chiara Mari: persone di tutte le età in cerca di spazi creativi «da una parte per dare un tocco di leggerezza e libertà al tran tran delle loro vite, dall’altra per incontrare altre persone con il loro stesso desiderio di migliorare la società attraverso la poesia e l’arte; i miei corsi sono sempre più frequentati: ecco perché ho l’impressione che noi mosche bianche cominciamo ad essere in tante».
Mantenersi grazie alla poesia è difficile, «tuttavia quando lo scrivere diventa un’urgenza assoluta, una necessità imprescindibile, c’è poco da fare: sei condannato a prendere in mano la penna, altrimenti rischi di impazzire, come ben diceva lo scrittore Rainer María Rilke nel suo «Lettere a un giovane poeta».
Se la poesia la scrive ChatGPT
Scrivere per Chiari Mari è qualcosa di rivoluzionario. «Tanto più che senza poesia non c’è futuro per l’umanità – dice la giovane – senza l’arte con l’A maiuscola saremmo orfani della nostra storia e del nostro senso della meraviglia, che è la chiave per raggiungere i nostri sentimenti più profondi legati alle nostre radici». A proposito di umanità. Stando ad uno studio recente pubblicato su Scientific Reports, i lettori coinvolti nell’indagine hanno trovato grandi difficoltà a distinguere la poesia generata da Chat GBT da quella scritta da autori in carne ed ossa. Anzi: i versi generati dagli algoritmi sono stati valutati in modo più favorevole rispetto a quelli umani, perché ai loro occhi sembravano più chiari. «È una questione che non si può ignorare alla quale intendo dedicare alcuni atelier. Per ora non mi sono fatta un’idea precisa: tuttavia sull’essenza della creatività ho grossi dubbi che l’intelligenza artificiale possa competere con noi».
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