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l libro di Fabiano Bitonte, Valsinni e il fiume Sinni, una famiglia protagonista, edito da Scorpione Editrice, è un’opera avvincente che intreccia la storia di una famiglia, i Bitonte, con le profonde trasformazioni economiche e sociali che hanno attraversato la Basilicata tra Ottocento e Novecento. Attraverso le pagine di questo libro, il lettore viene condotto in un viaggio che supera la dimensione locale per toccare temi universali come l’innovazione, il progresso e la resilienza di fronte alle sfide del cambiamento.
La famiglia Bitonte: da proprietari terrieri a imprenditori illuminati
Il cuore del libro è rappresentato dalla straordinaria parabola della famiglia Bitonte di Valsinni, che, da semplici proprietari terrieri, seppe trasformarsi in un esempio di imprenditorialità illuminata. Agli inizi del Novecento, i Bitonte intuirono le potenzialità offerte dalle risorse naturali del loro territorio, in particolare dall’acqua del fiume Sarmento. La loro visione e il coraggio li portarono a intraprendere un percorso pionieristico: l’acquisto di un mulino, una gualchiera e una filanda, che diventarono le fondamenta di un’attività industriale destinata a segnare un’epoca.
Con grande lungimiranza, trasformarono il mulino in una centrale idroelettrica, anticipando una stagione in cui l’acqua sarebbe diventata uno degli strumenti principali per alimentare lo sviluppo economico e sociale. La centrale, costruita nel 1925, non solo fornì energia per l’illuminazione pubblica di Valsinni, ma divenne anche il simbolo di una Basilicata capace di guardare al futuro con ambizione e determinazione.
Un contesto di trasformazioni epocali
Come sottolineato da Giampaolo D’Andrea nella prefazione, il percorso intrapreso dai Bitonte si inserisce in un contesto di rapide innovazioni tecnologiche e trasformazioni sociali. La Basilicata, spesso percepita come un territorio immobile e marginale, emerge in questa narrazione come una regione capace di cogliere le opportunità offerte dal progresso. La scelta di sfruttare l’acqua dei fiumi per la produzione di energia è presentata come un tassello di un progetto più ampio, ispirato dalle teorie e dalle politiche di Francesco Saverio Nitti, uno dei principali promotori dello sviluppo idroelettrico in Italia.
L’opera di Bitonte non si limita a narrare gli eventi, ma offre una riflessione sulle dinamiche di crescita economica e sull’importanza delle risorse locali come leva per il cambiamento. La storia della famiglia Bitonte è emblematica: dimostra come l’iniziativa privata, sostenuta da una visione strategica, possa contribuire al progresso di un’intera comunità.
Un libro che supera gli stereotipi
Uno degli aspetti più significativi del libro è la sua capacità di sfidare e superare gli stereotipi legati alla Basilicata. L’immagine di una regione passiva e dipendente da interventi esterni viene sostituita da quella di una terra ricca di risorse, abitata da persone intraprendenti e pronte a innovare. La famiglia Bitonte è l’esempio di come si possa costruire il futuro attraverso il lavoro, l’intelligenza e la capacità di rischiare.
Il racconto si snoda tra dettagli storici, descrizioni vivide e una narrazione che tiene il lettore incollato alle pagine. Le vicende dei Bitonte sono narrate con profondità, senza tralasciare i momenti di difficoltà e le sfide affrontate. Questo conferisce al libro una dimensione umana che rende la lettura ancora più coinvolgente.
Valsinni e il fiume Sinni, una famiglia protagonista è molto più di un semplice libro di storia locale. È un omaggio alla capacità di innovare, alla forza delle idee e alla determinazione di chi ha saputo trasformare una visione in realtà. Fabiano Bitonte riesce a combinare una narrazione appassionante con un’analisi accurata e approfondita, rendendo il libro un’opera imprescindibile per chiunque voglia conoscere meglio la storia della Basilicata e il contributo di uomini e donne che hanno saputo fare la differenza.
Consigliato non solo agli appassionati di storia, ma anche a chiunque cerchi ispirazione e motivazione, questo libro è un invito a guardare oltre i limiti apparenti, a credere nelle proprie intuizioni e a investire nelle risorse del proprio territorio.
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