Massimo Ferri, la musica e l’impegno sociale: Officine della cultura, Orchestra multietnica e il teatro

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Massimo Ferri, una vita dedicata alla musica, al teatro e all’impegno culturale. Fondatore di Officine della Cultura, come musicista Ferri vanta un passato nella scena rock underground degli anni ’80 come chitarrista e autore del gruppo “combat rock” dei De Corto. Da sempre interessato alle contaminazioni, approda alla world music come autore e chitarrista del gruppo Statale 71 e, successivamente, suonando chitarra e bouzouki con Enrico Fink nella homeless Light Orchestra e in altre formazioni. Nel 2007 è ideatore e fondatore, per Officine della Cultura, del progetto Orchestra Multietnica di Arezzo.

Qual è il percorso che l’ha portato a fondare e presiedere le Officine della Cultura?

“Le passioni per la musica e il teatro le coltivo fin da giovanissimo, facendo parte del collettivo amatoriale “Il Canovaccio” e del gruppo “combat rock” dei De Corto. Poi intorno ai 30 anni ho deciso di lasciare il “lavoro sicuro”, per lavorare all’Arci di Arezzo come responsabile delle attività culturali, con incarichi anche in Arci Toscana come responsabile dei gruppi musicali giovanili e, successivamente come responsabile nazionale di Anagrumba, l’Associazione nazionale dei gruppi musicali giovanili.

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La cooperativa Officine della Cultura nasce poi nel ‘97, inizialmente come una costola dell’Arci e poi, dal 2010 con un percorso completamente autonomo, a seguito di un corso di formazione professionale per operatori culturali promosso dalla Provincia di Arezzo. Mi ricordo che il primo evento organizzato da Officine è stato un concerto dei Csi al Palasport Le Caselle di Arezzo. Un risultato economico negativo, ma una grande soddisfazione e soprattutto un evento importante per la città”.

Quali sono i vostri progetti?

“Beh, per raccontare la progettualità di Officine della Cultura ci vorrebbe un’intervista a parte. Posso dire che Officine è una cooperativa che produce e programma spettacolo dal vivo da più di 25 anni, che collabora in maniera continuativa con artisti come Ottavia Piccolo, Stefano Massini, Amanda Sandrelli, Paolo Benvegnù, che ha fondato 17 anni fa l’Orchestra Multietnica di Arezzo tutt’oggi diretta da Enrico Fink.

Al momento, sul piano della creazione musicale/teatrale, i progetti più importanti sono lo spettacolo “Matteotti, anatomia di un fascismo” di Stefano Massini, con Ottavia Piccolo e I Solisti dell’Oma, in tournée con più di 50 date in tutta Italia nella presente stagione e l’attività dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, con circa trenta musicisti provenienti da 13 diversi Paesi.

Sul piano delle attività sul territorio, sono progetti di Officine della Cultura le stagioni teatrali del Verdi di Monte San Savino e del Rosini di Lucignano, il Festival delle Musiche e Smart Festival in estate, il Toscana Gospel Festival a dicembre e l’appena concluso Foiano Book Festival. 

Sul piano dei linguaggi contemporanei e del pubblico giovanile, da otto anni promuoviamo la rassegna “Z Generation meets theatre” al Teatro Pietro Aretino di Arezzo e, per il pubblico scolastico, una rassegna in matinée nei comuni della Val di Chiana Aretina. Infine Officine promuove anche una intensa attività di formazione musicale/teatrale, in collaborazione con molte scuole del territorio e sul terreno del welfare culturale”.

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Direttore organizzativo della Rete Teatrale Aretina dal 2001 e presidente dal 2013, quali sono le progettualità e spettacoli più significativi realizzati e quali quelli in cantiere?

“Officine è anche una delle realtà che ha fondato la Rete Teatrale Aretina, assieme alle compagnie Nata, Kanterstrasse, Teatro di Anghiari, Diesis Teatrango, Anghiari Dance Hub, Libera Accademia del Teatro. Mentre Officine e gli altri operatori si occupano di produzione, programmazione e formazione, la Rete rappresenta il luogo della condivisione di progettualità nell’ambito della formazione e del coinvolgimento dei pubblici. Ricordo tra tutti i progetti “Spettatori Erranti” “SpettAttori” e, soprattutto, il Festival dello Spettatore, unico nel suo genere, un festival dedicato principalmente al pubblico che presenta un fitto calendario tra spettacoli, incontri, giornate di approfondimento e, soprattutto, la “Reunion degli Spettatori”, in occasione della qual si danno appuntamento gruppi di “spettatori organizzati” di tutta Italia”.

Compositore e musicista, fondatore dell’Orchestra Multietnica di Arezzo, quali le prossime attività e concerti?

“La mia attività di musicista è strettamente connessa a quella di produzione teatrale/musicale di Officine, al momento sono in tournée, come chitarrista, assieme a Ottavia Piccolo e a I Solisti dell’Oma con lo spettacolo “Matteotti, anatomia di un fascismo” per il quale stiamo preparando anche il CD con le musiche di scena dello spettacolo. Sempre assieme a I Solisti dell’Oma stiamo lavorando alla produzione del CD di Enrico Fink “Kechi Kinnor”, con musiche della tradizione ebraica italiana. Stiamo inoltre mettendo in cantiere i prossimi concerti estivi dell’Oma, con la collaborazione di artisti internazionali, su cui però non posso fare anticipazioni. Come compositore, le ultime musiche che ho scritto sono quelle per lo spettacolo “In arte son Chisciottə” che è stato in tournée fino al 2023”.

Quali altri interessi coltiva?

“Diciamo che, avendo fatto delle attività culturali e nello specifico, di musica e teatro, la mia professione, non mi resta molto altro da coltivare e soprattutto, non mi resta molto tempo libero per dedicarmi ad altro, se non a qualche buona lettura, a un interesse generale per la politica e la famiglia”.

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Progetti futuri?

“La tournée di “Matteotti” andrà avanti anche per la prossima stagione e, a parte quanto già detto sul piano delle produzioni teatrali/musicali, credo che Officine metterà ancora maggiore attenzione sulle ricadute sociali e sul benessere collettivo e individuale portato alle persone dell’attività culturale in senso lato, insomma a quello che oggi viene definito “welfare culturale”. 

Mi piace inoltre segnalare che Officine della Cultura ha vinto un bando Ue del Pnrr sulla transizione ecologica degli organismi culturali e creativi, grazie al quale stiamo intraprendendo azioni volte al risparmio energetico e alla riduzione dell’impatto sull’ambiente delle nostre attività. Per questo siamo in tournée con un furgone elettrico per gli spostamenti della compagnia, abbiamo dotato di un nuovo parco luci interamente a led il Teatro Verdi di Monte San Savino e di tablet i musicisti dell’Oma, risparmiando così migliaia di copie su carta per la stampa delle partiture. Abbiamo introdotto l’utilizzo del Qr Code al posto dei programmi di sala e ridotto la stampa di materiale promozionale cartaceo, nonché effettuata una formazione a tutto il personale sull’uso responsabile delle risorse nello svolgimento del proprio lavoro”.

IL PROFILO

Fondatore di Officine della Cultura. Nel 2007 è ideatore e fondatore, per Officine della Cultura, del progetto Orchestra Multietnica di Arezzo, di cui affida la direzione a Enrico Fink (tuttora direttore) e Jamal Ouassini e nella quale suona chitarra, bouzouki, oud. Con I Solisti dell’Oma, collabora come musicista in spettacoli di teatro musicale con Ottavia Piccolo, Stefano Massini, Amanda Sandrelli. Come musicista/compositore scrive le musiche di scena per gli spettacoli “Non era Lola ma le somigliava abbastanza”, “Il Piccolo Principe e l’Aviatore” e “In arte son Chisciottə”.

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