Milano Premier Padel P1: il bilancio di una settimana da 32 mila spettatori

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I numeri della terza edizione del Milano Premier Padel P1 parlano di 32.200 spettatori, con un aumento di circa il 7% rispetto al 2023 – quando furono poco più di 30.000. L’Allianz Cloud si è ancora una volta distinto per la passione del pubblico e per un’atmosfera, che soprattutto nelle giornate di sabato e domenica, era calda come in pochi altri palazzetti toccati dal Premier Padel durante l’anno. Uno degli obiettivi chiave era quello di avvicinare i protagonisti ai fan, per farli interagire con i propri idoli: con l’aiuto degli sponsor, sono stati più di 20 i ‘meet and greet’ all’interno del villaggio commerciale, con le giocatrici e i giocatori che hanno quindi potuto parlare da vicino con il pubblico milanese.

A proposito dell’area commerciale: l’area limitrofa all’Allianz Cloud rimane un limite della location, e lo si vede soprattutto dalla presenza dei pochi brand presenti. Un piccolo prezzo da pagare però per un palazzetto che sembra fatto su misura per eventi come questo.

Ciò su cui si può (e si deve) lavorare è invece la questione relativa al campo n.1. Posizionato in una struttura adiacente all’Allianz, è stato il teatro di un infortunio occorso a Franco Stupaczuk che lo ha costretto al ritiro. Su un’uscita dal campo per recuperare uno smash, l’argentino ha colpito con il braccio il seggiolone dell’arbitro, posizionato più vicino del solito alla gabbia per via dello spazio ridotto. Da segnalare anche l’assenza di riscaldamento all’interno della struttura, e l’impossibilità per gli spettatori di vedere le partite. Da un torneo così importante nel calendario, e che richiama un pubblico di appassionati così numeroso, ci si aspetta senz’altro una soluzione migliore e più efficiente, in primis per la sicurezza dei giocatori.

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Il torneo

Eccezion fatta per qualche piccolo inciampo durante le singole partite, la finale maschile è stata quella che ci si aspettava fin dall’inizio. Così come ci si poteva attendere anche l’andamento dello stesso atto conclusivo. Chingotto e Galan sono riusciti ad alzare il livello rispetto alle ultime uscite contro Coello e Tapia, ma questi ultimi hanno semplicemente troppe armi a loro a disposizione e possono accelerare in qualsiasi momento, con poche chance residue per chi sta di fronte. Arturito, in particolare, ha giocato una partita di grande spessore, trascinando un Tapia un po’ più falloso del solito.

Arturo Coello

Nelle retrovie da segnalare la prestazione di Hernandez e Valenzuela contro i Chingalan, messi in grande difficoltà negli ottavi, e i quarti di finale raggiunti da una coppia solida e talentuosa come quella formata da Javi Garrido e Lucas Bergamini.

Con l’assenza di Paula e Ari, anche tra le donne l’esito finale non lasciava molto spazio alle interpretazioni. L’infortunio a Bea Gonzalez ha tolto un pathos che stava crescendo game dopo game nella finale, anche se Gemma Triay e Claudia Fernandez, con quest’ultima in particolare in grande spolvero, sembravano aver girato definitivamente l’inerzia del match a proprio favore. Dal prossimo anno rivedremo queste partite ma a coppie invertite, dato che manca solo l’ufficialità per le nuove liaison Brea-Triay e Fernandez-Gonzalez.

Claudia Fernandez

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Da segnalare, nei quarti di finale, un match che è sembrato quasi un passaggio di consegne: la vittoria di Ustero e Alonso (classi 2007 e 2006) contro Sainz e Llaguno, rispettivamente classe 1984 e 1985.

Bambini protagonisti

In settimana sono saliti agli onori delle cronache per due video diventati molto virali sui social, che hanno riguardato prima Juan Lebron poi Arturo Coello. Il ‘Lobo’ ha accolto la richiesta di un ragazzino di regalargli la sua maglia per il compleanno, cosa che il Lobo ha fatto invitandolo in campo. Coello, invece, ha incontrato in sala stampa un giovane fan che si era candidato come suo “prossimo compagno”. E sui social di Milano Premier Padel sono rintracciabili anche i video del ‘muro giallo’ composto da decine di bambini con la palla XL e il pennarello a caccia di autografi alle spalle delle panchine, dopo la fine delle partite. Un altro (piccolo) segnale di come la passione stia crescendo, anche nelle nuove generazioni.



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