«INNOVAZIONE, SOSTENIBILITÀ E SGUARDO DRITTO AL FUTURO»

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La via, per chi come noi vive di ciclismo, è evocativa come non mai: via del Ghisallo. È uno dei luoghi più frequentati e amati dai ciclisti, uno dei punti fermi di una classica Monumento come il Lombardia. Lassù c’è la Madonnina protettrice di chi va in bicicletta e in quella minuscolo Santuario della Madonna del Ghisallo che grazie a don Ermenegildo Viganò e alla dispensa papale di Papa Pio XII dal 1949 divenne protettrice dei ciclisti. Lassù, dove c’è chi ancora rammenta le scorribande di Coppi e Bartali, Magni e Gimondi, Merckx e Pantani fino a Bettini Nibali e Pogacar è nato anche il Museo della bicicletta voluto da Fiorenzo Magni, il “terzo uomo”, che in verità non si è mai sentito subalterno a nessuno.

Insomma, via del Ghisallo significa tanto e significa molto anche per la Garmin Italia di Stefano Viganò, che è un condensato di storia e laboratorio per l’innovazione. Azienda capace da sempre di coniugare la tradizione con la ricerca e oggi, qui in questa via di Milano, a due passi dalle autostrade per Torino i Laghi e Venezia, e a poche centinaia di metri dal monte Stella, sorge la nuova sede di questo gioiello di tecnologia che non solo parla di sostenibilità ad impatto zero, ma fa, come poche altre eccellenze italiane e forse persino europee.

Garmin Italia si è trasferita poche settimane fa in questo edificio luminoso e certificato LEED & WELL e progettato da Consalez Rossi Architetti Associati (Garmin ha schierato l’architetto Marco Poli, ndr) per fornire spazi virtuosi dedicati alla vita aziendale. «Tutto questo prosegue nel solco di una mission che la nostra casa madre ha da sempre – ci spiega Stefano Viganò, 60 anni, Ceo di Garmin Italia da tredici anni (2011), anche se in azienda ci entra come marketing manager nel gennaio del 2007 -. Garmin è da sempre persuasa che se ti prendi cura delle persone, loro si prenderanno cura dell’azienda e questa nostra nuova sede ha proprio questo come pensiero ideale, come punto fondante: far star bene i nostri dipendenti».

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Un salto in una struttura ipertecnologica di 3.000 metri, contro i 2.000 di quella precedente. «Abbiamo impostato un’azienda in modalità futuro, guardando all’oggi, ma soprattutto a quello che Garmin Italia sarà chiamata a fare dal prossimo anno, dai prossimi anni – prosegue Viganò -. Solo dodici anni fa eravamo in 40, oggi siamo in 77 e dal nuovo anno inseriremo immediatamente altre sette figure che andranno ad arricchire la nostra già più che solida squadra. La Garmin vuole diventare riferimento ed esempio di una attività virtuosa, non solo per i prodotti che propone sul mercato, ma per come li promuove, per come si promuove, per quello che fa. Per questo la nostra nuova sede sarà una realtà aperta: via il velo, non è un caso che qui c’è poco cemento e tantissimi vetri. Qui faremo i nostri eventi e le nostre convention, a cominciare dal Beat Yesterday Awards, così come i corsi di aggiornamento o la festa di Natale. Dovrà diventare chiaramente un punto di aggregazione e per far questo è necessario avere una bella azienda, che consenta in primis a tutti noi di operare in un ambiente sempre più confortevole. Noi proponiamo da sempre sogni e benessere, ma noi per primi dobbiamo stare bene, in un ambiente che ci rappresenti perfettamente, visto che è pensato per il benessere della comunità. Non sono contro lo smart working, quella resta una opzione, un’opportunità, ma sono altresì convinto che le nostre abitazioni devono conservare il fascino del nido e l’azienda deve essere un laboratorio di pensiero e di incontro, fatto di progettualità».

Grazie a soluzioni architettoniche innovative, il nuovo ufficio di Garmin ha ottenuto le certificazioni ambientali LEED (Leadership in Energy and Environmental Design), focalizzate sull’ambiente e l’energia, e WELL (Well building standard), focalizzato al benessere degli occupanti dell’edificio. «Sono due certificazioni distinte che lavorano in perfetta armonia tra loro – ci spiega Viganò – e che hanno permesso la progettazione di un edificio ad alte prestazioni in termini di aspetti energetici e ambientali. Noi non volevamo solo un’azienda più grande e spaziosa, ma quello che desideravamo era una struttura innovativa, in grado di ospitare spazi che i dipendenti Garmin saranno entusiasti di pote vivere e condividere».

Non è un caso che nel nuovo edificio, i dipendenti Garmin potranno dedicarsi al benessere fisico in una palestra attrezzata da Technogym, aperta e con personale 24 ore al giorno e accessibile anche nei fine settimana. «Un elemento indispensabile per un’azienda dedicata allo sport come Garmin, che ha reso il suo DNA sportivo una vera ammiraglia e un elemento distintivo», aggiunge Viganò che aggiunge: «Ho sempre pensato che un’azienda non deve chiudersi su sé stessa, ma deve far parte della società. Se vuoi che il tuo brand sia un qualcosa di solido, devi costruirci attorno dei contenuti, qualcosa di concreto, con quella voglia di vivere i muri e l’azienda. Per i tuoi clienti deve diventare un punto di riferimento. Le aziende non si devono più nascondere o mascherarsi e mostrarsi al mondo solo con i propri prodotti, ma si deve mettere in gioco. Ripeto: via il velo, qui è tutto vetri. Per noi la sostenibilità non è solo un bel modo di porgersi (nel 2023 sono state riciclate circa 5.000 tonnellate di materiali), ma è soprattutto un bel modo di fare».





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