di Vito Fiori
È raggiante Alessandra Todde, presidente della Regione, per aver portato a casa la prima rilevante legge della coalizione di centrosinistra. E si prepara così al 2025 nel migliore dei modi.
La legge 20 sulle aree idonee è passata, soddisfatta?
“Molto. E sono contenta che tutto il consiglio abbia capito l’importanza strategica di una rapida approvazione. La Sardegna è la prima Regione d’Italia a presentare la legge sulle aree idonee con circa tre mesi di anticipo rispetto alla nuova scadenza fissata dal Governo. Negli ultimi anni eravamo noti alle cronache per gli scandali, per le inchieste, per essere una Regione fanalino di coda del Paese e che non alzava mai la voce. Ora diventiamo un modello di tutela e pianificazione del territorio, da oggi lavoriamo con ancora più convinzione per trasformare la Sardegna in una delle Regioni più trainanti d’Italia”.
Non le sembra esageratamente restrittiva?
“Non lo è. La difesa dell’ambiente non può essere definita restrittiva. Soprattutto per l’importanza che ricopre nel nostro programma elettorale. Siamo convinti che questo siaun modello virtuoso di transizione ecologica ed energetica basato sullo sviluppo sostenibile, sul rispetto del suolo, del paesaggio, dei territori e dei cittadini sardi. Tutti gli impianti, sia quelli nuovi che quelli in corso di autorizzazione, potranno essere realizzati solo se ricadenti nelle aree idonee. Come si può definire riduttiva una legge che stanzia, da qui al 2030, circa 700 milioni di euro per le comunità energetiche, impianti fotovoltaici, accumuli di energia elettrica per autoconsumo, con incentivi – anche a fondo perduto – destinati a cittadini, Comuni, imprese, privati ed enti regionali? Sappiamo che questa legge é il primo tassello. Dobbiamo lavorare adesso sul piano energetico regionale e costituire la società energetica sarda con un obiettivo primario da raggiungere”.
Quale.
“Tagliare i costi delle bollette per i sardi. È su questo che stiamo lavorando”.
L’hanno accusata di non aver ascoltato nessuno e di essere andata per la sua strada da sola, è vero?
“Non capisco chi muove queste critiche. Sono infondate e prive di senso. Mesi di confronto, riunioni, coinvolgimento della giunta, del consiglio e dei comitati, dei sindaci, delle associazioni, un lungo lavoro nelle commissioni e il contributo della minoranza. Come si può dire che non abbiamo ascoltato? Forse bisognerebbe ricordare in che modo è stata governata la Sardegna in passato”.
Questione sanità, il Pd forza la mano, lei che dice?
“Il Pd lo ha smentito con un lungo comunicato che tutte le altre forze di maggioranza hanno apprezzato. Siamo una coalizione larga e forte che sta facendo gli interessi dei sardi. Fughe in avanti o egoismi di vario genere non ci fanno bene. Ma soprattutto non sarebbero compresi dalle persone che stanno seguendo il nostro lavoro con interesse e speranza”.
Si parla di una nuova riforma sanitaria, l’ennesima in Sardegna: oltre a cambiare i commissari delle Asl, cosa cambierà davvero per i sardi?
“Non ci sarà alcuna nuova riforma sanitaria. Lo abbiamo detto già in campagna elettorale e lo ribadisco ancora. La gente è stanca e vuole potersi curare. Noi dobbiamo migliorare e far funzionare il sistema attuale. E le priorità sono note: liste d’attesa, carenza di organici, strutture ospedaliere e organizzazione inefficace, assenza di integrazione socio-sanitaria e rete territoriale, attenzione nei confronti del personale sanitario. Ma è chiaro che serve un cambio di passo radicale. E questo parte dal commissariamento su cui il consiglio regionale dovrà lavorare ed esprimersi”.
E Bartolazzi? C’è la sfiducia delle opposizioni e qualcuno già parla di rimpasto.
“È incredibile che a chiedere la sfiducia dell’assessore Bartolazzi siano gli esponenti delle forze politiche che negli ultimi cinque anni hanno portato la sanità sarda allo sfascio. Chi fino a ieri ha avuto la responsabilità di governo, oggi, senza memoria e senza vergogna, sale in cattedra a dare lezioni. Bartolazzi è un grande professionista con un curriculum stellare. E dispiace che spesso la gente si soffermi più sull’apparenza che sulla sostanza. Bartolazzi è un uomo libero, non schiavo di certe logiche che in Sardegna spesso hanno fatto da padrone. Un assessore che lavora nel solo interesse dei sardi. Non si può davvero pensare che una sanità così disastrata torni in sesto in pochi mesi. Il lavoro sarà lungo e impegnativo e chiediamo ai cittadini di avere fiducia in noi”.
Ci si aspetta molto da questa giunta regionale ma molti pensano che ancora non abbiate dato grandi segni di vita, è d’accordo?
“In pochi mesi abbiamo messo mano a una situazione spaventosa che meriterebbe di essere raccontata in ogni singolo dettaglio. Abbiamo trovato una macchina priva di ruote e motore e abbiamo lentamente rimesso in sesto i pezzi necessari per farla ripartire. Abbiamo difeso la nostra autonomia nei confronti di una legge scriteriata come l’autonomia differenziata. Abbiamo chiuso la programmazione del fondo di sviluppo e coesione finanziando progetti infrastrutturali per 3,5 miliardi”.
Abbiamo gestito una siccità senza precedenti con la programmazione di interventi strutturali. “Abbiamo dato un primo segnale sul comparto unico. Abbiamo stanziato risorse importanti per il Reis (reddito regionale di inclusione) per combattere la povertà. Abbiamo finanziato e stiamo erogando le borse di studio per gli tutti gli studenti universitari idonei. Abbiamo stanziato risorse per tagliare le liste d’attesa e previsto supporto economico per chi deve eseguire esami urgenti e non può permetterselo. E potrei continuare”.
Prego.
“Si rende conto che le nostre Asl non rendicontavano i bilanci? Sa cosa significa certificare la quantità di risorse programmate che non sono mai state spese? O scoprire di aver perso tantissime risorse per scarsa capacità di programmazione? Ci rendiamo conto che mancava del tutto una visione di Sardegna e il dialogo tra l’amministrazione e i cittadini era totalmente assente? Sappiamo bene che l’aspettativa è alta ma in otto mesi abbiamo raggiunto molti traguardi. Soprattutto stiamo difendendo l’interesse dei sardi e della Sardegna. Non siamo una Regione di serie B”.
Come risolvere il nodo alleanze: lei ha detto che il M5s non deve farsi fagocitare dal Pd, Conte sostiene che non siete di sinistra, insomma, da che parte volete stare?
“Mi permetta intanto di dire che sono orgogliosa della mia comunità politica. Abbiamo rivotato in massa e abbiamo superato ampiamente il quorum con una partecipazione addirittura più alta di due settimane fa. Ora si volta pagina. Mi auguro che il nostro posizionamento progressista sia sempre più chiaro e netto. E le ambiguità siano del passato. Anche qui in Sardegna ne usciamo rafforzati. Abbiamo un gruppo forte e coeso e una classe dirigente nuova, giovane, entusiasta”.
Alleanza strutturale quindi?
“Il M5S non è subalterno a nessuno e non saremo mai cespugli del Pd. La nostra base, il nostro statuto e la nostra carta dei principi e dei valori chiariscono da che parte stiamo. C’è un fronte progressista che è l’unica alternativa possibile alla destra, ma è un’alternativa che va costruita. E noi vogliamo lavorare in questa direzione rispettando le reciproche differenze e facendo sintesi. La Sardegna giocherà un ruolo importante in questa nuova fase del partito. Stiamo già ragionando di organizzare qui in Sardegna un grande evento politico del M5S”.
Come risponde a chi le dice che lei è come gli altri perché ha permesso la spartizione delle risorse in consiglio senza alcun controllo?
“Ci tengo a ricordare che i circa 680 milioni di euro della variazione di bilancio appena approvata, di cui circa 660 indirizzati dalla giunta e circa 20 dal consiglio, andavano impegnati entro la fine del 2024 per evitarne la perdita e impedirne lo sperpero. Ho letto in giro tanti commenti sulla vicenda: alcuni estremamente diffamatori, altri che addirittura mi chiedevano di “commissariare” il consiglio. Il consiglio regionale della Sardegna ha la sua autonomia, come anche la giunta regionale da me presieduta. Non voglio entrare nel merito della questione attribuendo colpe o facendo attacchi. Quello che posso dire ai cittadini sardi è che stiamo lavorando per garantire che in futuro ci sia maggior criterio nella distribuzione delle risorse. Già dalla prossima manovra finanziaria, che dopo il Fondo di sviluppo e coesione costituisce una parte importante della programmazione economica di questa giunta, lavoreremo a una serie di bandi finalizzati a una maggiore condivisione delle risorse stanziate”.
Torniamo ai temi sardi: sanità, scuola, trasporti sono le priorità. Pensate che a fine legislatura possiate davvero lasciare una traccia importante del vostro passaggio?
“Se non sarà così sarebbe un fallimento. Ma sono convinta che tra cinque anni la Sardegna non solo sarà una delle locomotive d’Italia ma renderà i sardi ancora più orgogliosi. Lo dobbiamo ai nostri figli”.
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