Arezzo, chiude supermercato per “cronico deficit del punto vendita”. Futuro incerto per 25 addetti

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Il supermercato Pam di Tortaia, situato in via Vittorio Alfieri ad Arezzo, chiuderà definitivamente l’11 gennaio 2025, lasciando incerto il futuro dei 25 dipendenti e dell’immobile. Dal sindacato Cgil: “lavoratori Pam mandati a casa, metodo inaccettabile. La chiusura servirà a far posto ad un altro marchio?

La notizia, inizialmente diffusa attraverso comunicazioni informali ai dipendenti, è stata successivamente confermata dalla catena della grande distribuzione. Il punto vendita, che nel corso degli anni ha operato sotto diverse insegne, tra cui Superal e Pam Panorama, rappresenta un riferimento per la comunità locale.

L’immobile che ospita il supermercato è nato come centro commerciale e, oltre al supermercato al piano terra, ha ospitato al piano superiore varie attività, tra cui un bar, una tabaccheria, una cartolibreria, un’edicola, un negozio di casalinghi, una profumeria, una parrucchiera, un negozio di abbigliamento e scarpe, una lavanderia e un ufficio postale. Attualmente, al piano superiore è rimasto solo l’ufficio postale, aperto fino alle 13:35, mentre le altre attività hanno chiuso nel tempo.

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La chiusura del supermercato Pam rappresenta una perdita significativa per il quartiere di Tortaia, sia in termini occupazionali che di servizi offerti alla comunità. Al momento, non sono state fornite informazioni ufficiali sul futuro dei dipendenti né sull’utilizzo futuro dell’immobile. È prevista un’assemblea per discutere la situazione e valutare possibili soluzioni.

La chiusura del supermercato Pam di Tortaia si inserisce in un contesto più ampio di trasformazioni nel settore della grande distribuzione, che sta affrontando sfide legate alla concorrenza, ai cambiamenti nelle abitudini di consumo e alla crescente diffusione dell’e-commerce. Questi fattori stanno portando a una riorganizzazione delle reti di vendita e, in alcuni casi, alla chiusura di punti vendita storici.

La comunità locale attende ulteriori sviluppi e auspica soluzioni che possano garantire la salvaguardia dei posti di lavoro e la continuità dei servizi nel quartiere.

Cgil: “lavoratori Pam mandati a casa”. Marco Pesci, Segretario generale Filcams Cgil: “metodo inaccettabile. La chiusura servirà a far posto ad un altro marchio?

“Spada di Damocle per i 25 lavoratori della Pam di Tortaia di Arezzo: è arrivato l’annuncio della chiusura. Ai sindacati non sono state fornite motivazioni di dettaglio ma solo l’annuncio di un cronico deficit del punto vendita”. Marco Pesci, Segretario Filcams Cgil Arezzo, sottolinea l’esistenza di una sorta di “metodo Pam” nelle relazioni sindacali. “In questi anni non siamo mai stati coinvolti in ragionamenti tesi al recupero di risultati accettabili e all’azienda contestiamo la scarsa qualità delle informazioni ricevute e la modalità con la quale l’azienda sta procedendo”. Come in questo caso: “il modo è a dir poco inaccettabile, ad alcuni dipendenti ha proposto qualche soldo per farsi licenziare, ad altri il trasferimento che li allontanerebbe in modo significativo dalla propria residenza”. E il caso Arezzo può non essere l’unico: “niente ci assicura che tutto ciò non si ripeta nuovamente per gli altri punti vendita. E la struttura di Tortaia che fine farà? Verrà forse affittata a qualche altra attività commerciale che in modo schizofrenico proverà a sopravvivere?”
La Filcams Cgil è chiara: “basta con le aperture indiscriminate che hanno il solo scopo di presidiare il territorio ma che offrono una qualità dell’occupazione non dignitosa e che sta peggiorando progressivamente in tutto il settore, peraltro, non migliorando significativamente il servizio. Lasciare che il mercato si regoli da sé è sbagliato e dannoso, per i lavoratori e per i cittadini”.
Conclude Marco Pesci: “riteniamo  che un modello di sviluppo del territorio che simultaneamente vede chiusure di supermercati per aprirne di nuovi, sia un modello perdente. Le amministrazioni comunali devono pretendere uno sviluppo armonico e sostenibile sotto tutti i punti di vista. Pensare che l’apertura di un nuovo supermercato contribuisca a riqualificare il territorio significa non saper fare bene i conti ed un piano regolatore non è solo un fatto tecnico, ma il frutto di scelte politiche che si riverberano per decenni. La storia non finisce qui”.



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