Aurora boreale in Italia: cronaca di due eventi indimenticabili

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L’anno 2024 è stato semplicemente pazzesco dal punto di vista astronomico, sia generale che personale: due episodi di aurora boreale/SAR a basse latitudini, un’eclissi totale di Sole in Nord America. Cronaca delle due aurore boreali che hanno cambiato la storia astronomica italiana

Praticamente tutti, da Nord a Sud Italia, abbiamo visto o sentito parlare dei due episodi di aurora boreale/SAR che nel giro di pochi mesi hanno interessato il nostro Paese, l’Europa e parte di Asia e Nord America, due eventi storici di portata secolare, eppure le statistiche sono state completamente stravolte (e non dimentichiamoci dell’episodio di aurora/sar del 6 novembre 2023, anche se minore).

Come accennato poco fa, il 6 novembre, le latitudini italiche hanno sperimentato il primo fenomeno di aurora/SAR (quasi esclusivamente SAR) dopo numerosi anni. L’evento non è stato correlato ad attività di flare solare degni di nota, ma una serie di eruzioni di classe M uniti a numerosi fori coronali e filamenti in uscita dal Sole hanno provocato una tempesta geomagnetica G3, quanto basta per far abbassare l’arco aurorale molto più delle solite Islanda, Lofoten e Lapponia. I fenoneni di SAR sono stati visti sul Nord-Est (specialmente costa alto marchigiana, romagnola) e anche Umbria, ma il tutto per una manciata di minuti. Grande stupore e foto virali in giro per il web, ma nessuno si sarebbe mai aspettato che quello era solo un piccolissimo antipasto di ciò che sarebbe avvenuto a breve.

E qui inizia la mia avventura: da poco tornato dalla non fortunatissima avventura alle Cascate del Niagara in occasione dell’eclissi totale di Sole dell’8 aprile (il cono d’ombra e il passaggio da giorno a notte l’ho ammirato in tutta la sua bellezza, ma le nubi stratificate hanno impedito l’osservazione dell’anello e molte delle foto che avevo sognato di fare da una vita non sono state fatte), ero in Italia in attesa della partenza, di li a breve, per l’Egitto, dove avrei passato il mio compleanno con due amiche nel Deserto Bianco, uno dei luoghi migliori al mondo per l’osservazione della Via Lattea, decisamente un bell’auto-regalo di compleanno.

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Non ancora smaltita la delusione dell’eclissi americana, nel corso della partita Bayer Leverkusen-Roma Fabrizio Marra, il fondatore di questo progetto, mi manda un articolo dicendo che è stata calolcata la potenza dell’imminente tempesta geomagnetica, a seguito di un potente flare di classe X 4.52 molto centrale e con diversi fori coronali aperti, al punto giusto da aumentare le velocità dei venti solari a dismisura e lasciar passare le particelle ad alta energia, impattando così sul campo magnetico terrestre. Il vento solare, che passa soprattutto dai fori coronali, impatta sulla ionosfera, provocando (tra i tanti fenomeni) dei fenomeni di aurora boreale. A volte, come nei casi di maggio e ottobre 2024, le tempeste solari sono così forti da non provocare solo i fenomeni del SAR, considerato da tanti un antipasto delle aurore, ma anche le aurore stesse.

Kp index ai livelli massimi del 10 maggio 2024

Kp index ai livelli massimi del 10 maggio 2024

Sebbene seguo con impazienza le evoluzioni solari, non ho dato molto retta a quel messaggio con quell’articolo della NOAA che piazzava un bel G5 per le 48h a seguire, il che significa “tempesta geomagnetica grave”, il massimo grado di una scala che va da 1 a 5, anche perché la mia squadra è stata eliminata dalla coppa UEFA e non ero tanto di buon umore. Appena il giorno dopo però, verso le 10 di mattina del 10 maggio, iniziano ad arrivare i primi alert che prevedono un KP index, indicatore del disturbo geomagnetico su scala planetaria, che mostrano la possibilità di valori tra 8 e 9 per la serata. Inizia una frenetica ricarica collettiva, specie tra fotografi, astrofili e astronomi, di strumenti di misurazione, fotocamere, batterie, droni e quant’altro, pianificando (ma ancora abbastanza distrattamente, molti comunque sono partiti all’ultimo secondo) un buon posto dove potersi sistemare in attesa del buio e tentare l’osservazione dell’aurora.

Attenzione, un KP index altissimo e un indice G4/G5 non sono sinonimo di certezza nell’osservazione delle aurore boreali o dei SAR, ci sono stati casi analoghi in cui non si è osservato nulla (o anche c’era maltempo) come ad esempio il 15 marzo 2015, pochissimi giorni prima l’eclissi totale di Sole del 20 marzo, il momento che ha dato il mio impulso ad aderire proprio ad Astronomitaly e studiare astronomia e tomi di astrofisica per piacere nel tempo libero. Verso le 18 del pomeriggio scrivo proprio a Fabrizio, facendo notare che il KP index era ancora nullo (2 su 9). Tempo un’ora che nella scala del KP si registra un valore di 7.8. Ci siamo, è quello il momento che metà della comunità astrofila italiana decide di partire verso montagne, campagne e cieli bui in generale, perchè adesso abbiamo la certezza che qualcosa di potrebbe seriamente vedere (fino a quando non sale il KP index, nulla succede). Chiamo Fabrizio ma era a cena fuori con la famiglia, chiamo Federico Ferraris, il nostro responsabile comunicazione, e gli suggerisco di partire. Avviso i miei amici di Meteo Lazio di predisporsi con le fotocamere perché qualcosa si potrebbe osservare.

C’è però un altro problema: noi siamo a Roma, assieme alla Pianura Padana il punto peggiore dove osservare un fenomeno come l’aurora, a causa dell’estremo inquinamento luminoso, e io vivo addirittura in centro, neanche in campagna o nelle periferie con visuale libera a Nord! Le speranze di vedere qualcosa (che mai ho ancora visto in vita mia) sono davvero basse, al massimo ci aspettiamo fenomeni di aurore/SAR un pochino più forti rispetto a quelle di novembre. I primi a strillare sono quelli di Triveneto e costa emiliana, tutti coloro che hanno appunto visuale verso Nord-Nord Est libera. Inizia il tam tam mediatico, le segnalazioni sui social fioccano, le chat astronomiche e meteorologiche locali e nazionali si riempiono di messaggi di foto e stupore “eccola eccola!” “la vedo, direzione NE” “la vedo flebilmente”. Avviso mio padre di provare a salire sul terrazzo perché addirittura iniziano a girare webcam della Basilicata in cui si vede l’arco aurorale rosso. E’ roba grossa per essere vista al Sud. Prendo la macchina fotografica, salgo su e inizio a scrutare verso le zone settentrionali in cerca di un flebile colore rosso.

Inizio debole dell'aurora boreale su Roma - Foto Leonardo Orlandi

Inizio debole dell'aurora boreale su Roma - Foto Leonardo Orlandi

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Inizio debole dell’aurora boreale su Roma – Foto Leonardo Orlandi

Alle 21:30, quelle che sembravano visioni da lampionismo diventano realtà: in direzione del quadrato di Cefeo si nota un po’ di rosso, visibile ad occhio attento ed allenato. Inizio le lunghe esposizioni fotografiche, arrivo a sfiorare i 60 secondi per vederlo meglio. Sale pure mio padre, osserva per 5 minuti e poi se ne va dicendomi “io pensavo di vedere le strisce verdi sopra la testa”. Eh magari (mica tanto, considerato che sarebbe un fenomeno a quel punto anche pericoloso, se a Roma fosse stato osservato in quel modo). Rimango su ammirando il cielo che verso Nord diventa sempre più rosso, ma a occhio nudo non si vede molto. Telefono a Fabrizio, che arrabbiato nero mi dice che gli è appena arrivato il secondo e non può per nessun motivo allontanarsi. Inizio a fare un giro di chiamate, tra cui a Federico che si trova in Val di Ledro e se la sta gustando, osservando pilastri e un’aurora decisamente diversa da quella che ho davanti io a Roma. Poi chiamo Gabriele Serafini di Meteo Lazio e Andrea Quero dei Giramondo per predisporre webcam e post live ovunque sul web. Il primo non vede nulla da casa sua, il secondo non trova la chiave del terrazzo condominiale e riesce ad aprire la porta solo ad aurora finita.

Apice dell'intensità della prima ondata di aurora boreale a Roma - Foto Leonardo Orlandi

Apice dell'intensità della prima ondata di aurora boreale a Roma - Foto Leonardo Orlandi

Apice dell’intensità della prima ondata di aurora boreale a Roma – Foto Leonardo Orlandi

Tempo 30 minuti che il tenue colore rosso scompare del tutto, anche se permangono delle piccole nuvolette verdi che sembrano fosforescenti, qualcosa di indimenticabile. Scendo a casa e inizio a scrivere post e editare le foto che avevo fatto. Verso le 23:30, quando i miei già dormivano, ricevo una chiamata da Federico. E’ tardi, gli mando un messaggio dicendo che non posso rispondere. Mi manda un sms a caratteri cubitali con su scritto “SALI SUBITO”. Rimetto la memory card nella mia Fuji XT3 e scappo sopra, svegliando i miei e sbattendo la porta e il cavalletto per l’emozione. L’ascensore sembra metterci un’eternità, poi percorro l’ultima rampa di scale inciampando e perdendo una ciabatta e sono fuori: lo spettacolo è straordinario, il cielo si è acceso di rosso fuoro, ora visibile davvero bene, altro che occhio attento ed allenato.

Inizio a fare le prime foto, non scegliendo neanche la posizione giusta, ricevendo una telefonata dietro l’altra. A un certo punto avevo 4 telefonate in arrivo contemporaneamente. Andrea Quero ha trovato la chiave e stava andando sopra, Fabrizio aveva finito la cena e stava salendo. I miei amici Lusho Parlavecchio, Gabriele Serafini, Edoardo Montegrandi e gli altri erano già in postazione, chi più chi meno vedevamo tutti. Ho iniziato a commuovermi: nella mia vita da quel terrazzo ho visto 4 nevicate, di cui una da 25 cm, ho visto 3 tornado, un ciclone mediterraneo, alcuni spaventosi incendi della Pineta Sacchetti e uno sgancio di schiuma di un canadair, ma mai mi sarei immaginato di vedere questo. La cosa che più mi è rimasta impressa erano quelle nuvolette fosforescenti, questo perché venivano illuminate dall’alto dallo spettro luminoso del vento solare che, arrivato nella nostra atmosfera, agitava la ionosfera generando le aurore. Il KP index arriva a 9 (record di sempre da quando vengono prese le rilevazioni), la tempesta G5 è realtà.

Ore 24:30 - apice dell'aurora boreale a Roma - Foto di Leonardo Orlandi

Ore 24:30 - apice dell'aurora boreale a Roma - Foto di Leonardo Orlandi

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Ore 24:30 – apice dell’aurora boreale a Roma – Foto di Leonardo Orlandi

Le aurore vengono fotografate perfino da Tunisi e Tangeri. Segnalazioni di aurore rosse da lampedusa, Antalya, perfino Cipro. Si è spinta davvero in basso, mentre in zone come Londra o Amsterdam il cielo era verde, come nelle migliori notti della Lapponia. Alle 2  di notte scendo entusiasta e felice, e purtroppo mi perdo il terzo impulso delle 3:30 che, a detta di molti, è stato ancora più assurdo.

Pilastri finali di buona notte dell'aurora boreale su Roma - Foto di Leonardo Orlandi

Pilastri finali di buona notte dell'aurora boreale su Roma - Foto di Leonardo Orlandi

Pilastri finali di buona notte dell’aurora boreale su Roma – Foto di Leonardo Orlandi

Il 12 agosto, 4 giorni dopo un flare di classe X 1,4 centralissimo (più sono laterali sulla superficie del Sole, minori sono le possibilità che le eruzioni solari provochino aurore sulla Terra) ci riprova, con il KP index che arriva a 7.8. Io e Federico Ferraris siamo al Rifugio Averau, certificato fra i Cieli Più Belli d’Italia, per una due giorni con osservazione astronomica serale e del Sole l’indomani. Verso le 17 ricevo l’alert della possibile aurora, e io inizio a saltellare come un fesso, fermando chiunque stesse in giro e avvisandoli dell’imminente potenziale aurora. Il Rifugio Averau si trova nei pressi di Cortina, sulle Alpi, dunque ero molto più in alto di latitudine e per giunta in uno dei Cieli Più Belli d’Italia! Purtroppo però la nostra zona è stata investita verso le 20 da un temporale: roba debole, quanto basta per oscurare proprio il quadrante nord e lasciarci tutti all’asciutto.

Nessun problema. neanche 2 mesi dopo sarebbe arrivata l’occasione della vita. In previsione di un lunghissimo viaggio in Asia tra Filippine, Cina, Giappone e Hong Kong, tra il 6 e il 9 di ottobre mi sono ritagliato 4 giorni per una vacanza nella mia Tunisia (ho pensato di andare in quanto, nel caso in cui l’Asia non mi fosse piaciuta, almeno ero tornato a casa mia a Tunisi, il mio luogo nel mondo). Il 9 mattina riparto da Tunisi per Bologna, poi destinazione Rimini per il TTG, la più importante fiera del turismo italiano, dove mi reco annualmente. Non avevo seguito nulla nei giorni precedenti, e la prima giornata in fiera trascorre con i consueti ritmi frenetici delle grandi occasioni, saltando da un appuntamento a un altro. In tutto questo mi ero perso gli alert di spaceweather.com che illustravano la possibilità di una tempesta geomagnetica severa per la serata corrente, tra il G4 e il G5.

Clamorosamente, il primo che me lo dice è il mio amico Stefano D’Errico di Velletri (e quindi non apprendo la cosa da spaceweather, avendo il telefono appena comprato non avevo impostato l’alert) che mi manda l’articolo da Space Weather che mi ero perso, e io per non dare l’impressione di quello che non lo sapeva affermo “si lo so, qua è sereno”. A Roma e nel Lazio il meteo era diametralmente opposto, aveva diluviato tutto il giorno e il cielo era coperto. Un enorme sorriso mi compare sul volto, al pensiero di recarmi la sera sulla spiaggia di Rimini, con esposizione a Nord completamente libera da ogni ostacolo e inquinamento luminoso, proprio come le foto che avevo visto nel novembre precedente, inoltre il meteo era sereno, e per giunta avevo ancora la fotocamera dietro, visto il recente viaggio a Tunisi.

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Alle ore 19, dopo essermi preso un carico di pizza d’asporto e una birretta, mi siedo nei pressi del mio hotel scrutando l’orizzonte. Il colore rosso si nota subito con una prima lunga esposizione da telefono, poi si accende così tanto da essere visto tranquillamente a occhio nudo. Scatto foto tra un pezzo di pizza e l’altro, telefonando a metà rubrica e sbeffeggiando malamente Fabrizio e i miei amici a Roma che avevano cielo sereno. Vengo buttato fuori anche dalla chat meteo per un po’. Dopo circa un’ora e mezza di moderato spettacolo, il colore rosso si attenua fino poi a sparire. Sono stanco morto, ho fatto nottata in aeroporto, due ore di bus da Bologna e 7 ore di fiera, alle 21:30 è giunta l’ora di andare a dormire.

Mi imbusto nelle coperte mettendomi una serie tv quando ricevo due telefonate di fila sempre da Federico Ferraris, sempre nella sua Valle di Ledro. Rispondo: ao, do stai, qua mi sto a senti male. Io incredulo, considerando che mi sentivo un po’ sazio e un po’ deluso dal fatto che non si era visto poi un granchè, addirittura peggio di quella che ho visto a Maggio da Roma con tutto l’inquinamento luminoso e la latitudine meridionale. Prendo la fotocamera (scarica, non pensavo mi sarebbe ancora servita) e mi vesto mettendo vestiti a caso. In pochi minuti sono in spiaggia, supero i lampioni e lo spettacolo mi lascia senza parole: era talmente rossa da far vedere i pilastri ad occhio nudo, e addirittura in fondo si vedeva il tenue colore verde dell’aurora vera e propria. Poco a lato, il marchio di fabbrica delle aurore, le famigerate nuvolette fosforescenti che mi fanno commuovere ancora una volta.

Inizio dell'aurora boreale su Rimin con tanto di pilastri - Foto Leonardo Orlandi

Inizio dell'aurora boreale su Rimin con tanto di pilastri - Foto Leonardo Orlandi

Inizio dell’aurora boreale su Rimin con tanto di pilastri – Foto Leonardo Orlandi

Quasi cado dentro a un torrente per la fretta di trovare un muretto e iniziare a scattare. Faccio una foto al volo da telefono, esposizione di 5 secondi, quello che esce fuori è un rosso accecante. Mi sento male. Inizio a postare quella foto sui gruppi e le pagine, su Astronomitaly raggiunge i 5000 like in un’ora scarsa, diventando virale. Sono probabilmente nella migliore zona d’Italia e ho una fortuna sfacciata. Fabrizio sale sul terrazzo ma le nuvole sono troppe e riesce solo a vedere un pizzico di colore violaceo, lusho parlavecchio come al solito si lamenta e poi è l’unico a Roma a riuscire a trovare uno sprazzo di cielo per vederla. Federico e i suoi amici dalla Val di Ledro sono commossi, lo spettacolo si osserva ancora una volta da Nord a Sud Italia, ma stavolta l’intensità è meno elevata rispetto a quella di maggio. Poco importa, io la vedo 10 volte meglio e sono felice. All’una di notte decido di tornare in albergo, dove poco dopo ricevo un’altra telefonata da Federico che mi avvisa che stava riprendendo. Stanco morto, mi addormento felice con la macchina fotografica nel giaccone, sprofondando di peso tra cuscini e lenzuola pulite. Cronaca di un emozionante spettacolo che ha cambiato la storia astronomica italiana, per sempre, sicuramente la mia.

Apoteosi della bellezza - Foto dell'aurora boreale da Rimini di Leonardo Orlandi

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Apoteosi della bellezza – Foto dell’aurora boreale da Rimini di Leonardo Orlandi

Scatto al volo con 23 mm f2 e fuji xt3, fatto di corsa - Foto di Leonardo Orlandi

Scatto al volo con 23 mm f2 e fuji xt3, fatto di corsa - Foto di Leonardo Orlandi

Scatto al volo con 23 mm f2 e fuji xt3, fatto di corsa – Foto di Leonardo Orlandi



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