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TRENTO – Nord sud ovest est. Gli interessi – e le mire – di Benko, Hager e Signoretti non avevano confini, spaziando da Bolzano a Riva, ma anche, a oriente, da Venezia a Verona. E a occidente – da qui la citazione non casuale degli 883 – fino alla città di Max Pezzali e Mauro Repetto: Pavia.
Il milione. «Ho in mano un milione di metri quadrati di aree nelle varie città», si vantava al telefono Signoretti (qui nella foto, nel riquadro).
Il filone era sempre lo stesso. Attuale e pure meritorio, va detto, in un ambito di sano rapporto istituzional-imprenditoriale: quello della rigenerazione e riqualificazione di aree urbane dismesse, abbandonate, degradate o comunque da riorganizzare.
Come il WaltherPark a Bolzano e l’ex Cattoi a Riva, ecco il CentralPark – Porta Verde a Verona al posto dell’areale ferroviario (quello tra Verona Porta Nuova e la fiera, lungo viale Piave) e tre “aree ex” nella città sul Ticino: ex Necchi, ex ospedale Santa Margherita ed ex scalo ferroviario.
La rigenerazione. Dare nuova vita a pezzi di città con un passato laborioso e un presente polveroso è del resto già da qualche lustro una priorità un po’ di tutte le amministrazioni (non a caso Hager e Benko avevano pensato anche al capoluogo per l’ex Sit) e in tempi in cui le casse pubbliche assomigliano più a borsellini che a valigie ricolme di verdoni, la fruttuosa collaborazione con i privati è vitale, per tutti.
Piatti ricchi, per chi ha forti capitali da investire e società da far lavorare ed è un interlocutore ideale per gli amministratori decisi a rilanciare i propri centri. L’impressione è che potenze economiche, manageriali, progettuali come Signa o come Supernova potessero comunque dire la loro su ogni fronte senza dover cercare scorciatoie: l’inchiesta del Ros dell’Arma e della guardia di finanza di Trento mette in luce quasi una voglia di strafare, di volersi imporre anche se non necessario, di voler essere sicuri – con trame e reti pericolosamente parallele a quelle dei leciti rapporti con l’ente pubblico – di aggiudicarsi opere e imporre progetti che in molti casi risulterebbero probabilmente ugualmente vincenti con approcci leciti e in gare regolari.
Le operazioni a Verona. Il caso di Verona ne è un esempio lampante. Della riqualificazione dell’ex scalo di Porta Nuova si parla da decenni, per la realizzazione di un ampio parco al fianco del quale realizzare strutture commerciali, direzionali e residenziali.
Arrivare a chiudere e far partire il progetto voleva essere, per il predecessore di Damiano Tommasi alla guida della città, Federico Sboarina, il proprio “lascito politico” alla città. Un affare da centinaia di milioni di euro, cascate di masterplan, rendering e progetti, anni e anni di cantieri. E infatti Hager e Signoretti ci si buttano.
Secondo gli inquirenti, però, con le modalità che stando all’inchiesta prediligerebbero: crearsi una rete di contatti fidati in seno all’amministrazione per conoscere in anteprima parametri per vincere gli appalti e blindare le gare. Per questo è finita nei guai l’ex assessora all’urbanistica di Sboarina Ilaria Segala, che Ros e fiamme gialle hanno sentito parlare frequentemente nelle intercettazioni e i cui incontri a Verona e Riva con Signoretti sono stati ampiamente documentati con intercettazioni ambientali e corredi fotografici.
A Verona, curiosamente, le dinamiche sono diverse da quelle di Riva, dove Hager e Signoretti avrebbero fatto di tutto per cacciare Mosaner e sostenere Santi.
Nella città Scaligera avevano già quello che ritenevano il loro cavallo vincente (la giunta di centrodestra) e nelle intercettazioni si dicono sorpresi e delusi dalla mancata rielezione di Sboarina a favore di Tommasi.
Quest’ultimo sulla vicenda non vuole mettere becco, anche perché – bontà sua – il progetto CentralPark – Porta Verde è per la sua giunta già una bella rogna anche senza ingerenze imprenditoriali, con una lotta tuttora in corso in Consiglio comunale sulla reale destinazione futura dell’area.
Gli interventi a Pavia. E a Pavia? Nelle intercettazioni, Signoretti nel maggio 2022 parlando con Roger Daniel Fishman, esperto di comunicazione della Positivo srl, prima di confidargli l’intenzione di sostenere il sindaco di Arco Betta come possibile futuro presidente della Provincia, gli rivela di aver appena acquisito terreni per costruire 500 appartamenti. Niente, in confronto ai progetti già in corso e a cui puntava assieme ad Hager: i due, con la loro società di rigenerazione urbana Supernova, avevano acquistato l’area della ex Necchi (undici ettari che ospitavano lo stabilimento dell’azienda metalmeccanica celebre per le macchine da cucire) tra il Naviglio pavese e la futura stazione di Pavia Nord, l’ex scalo ferroviario di via Rismondo e l’ex ospedale Santa Margherita in piazza Borromeo, destinato a diventare un residence con appartamenti di lusso.
Le indagini della procura di Trento si sono concentrate proprio su quest’ultima acquisizione, con l’ipotesi di reato di turbativa d’asta: Hager e Signoretti, secondo l’accusa, avrebbero convinto altri imprenditori a non partecipare all’asta per la vendita dell’immobile. Ora a Pavia, oltre che ad attendere per conoscere l’esito delle indagini, temono anche che l’intervento sulla ex Necchi, già partito, possa incepparsi.
Per i cittadini, soprattutto, oltre al danno di sapersi potenzialmente inconsapevoli vittime di intrecci a scapito dei loro interessi (e delle loro tasche), anche la possibile beffa.I riflessi trentini.
Sia gli affari veronesi che quelli lungo il Ticino potrebbero avere ora riflessi anche in Trentino: nell’indagine sull’areale scaligero è infatti indagato anche Umberto Lebruto, manager di Ferrovie dello Stato per cui guida, come ad, FS Sistemi Urbani, società del gruppo che si occupa di rigenerare il patrimonio immobiliare di Fs non più funzionale all’esercizio ferroviario, anche attraverso soluzioni di intermodalità e logistica di primo e ultimo miglio.
Secondo gli inquirenti, anche attraverso più incontri de visu, Lebruto avrebbe fornito a Signoretti diverse indicazioni che si ritiene possano aver alterato la concorrenza e la par condicio tra i partecipanti alla gara per il CentralPark veronese. Lebruto avrebbe indicato a Signoretti l’opportunità di inserire nel team che avrebbe dovuto curare il bando veronese un ex manager del gruppo Fs, che poi avrebbe rifiutato, con Signoretti e Hager che si sarebbero così rivolti all’assessore del Comune di Trento Ezio Facchin, già collaboratore degli imprenditori per i progetti a Pavia sull’ex Necchi.
Il capoluogo e il suo futuro dunque risultano coinvolti non solo per i rapporti professionali – sulla quale la procura non ha rilevato nulla di illecito, ma la palla cade nel campo dell’opportunità politica – di Facchin con Hager, ma anche per il ruolo che Lebruto ha sul futuro della città, dato che FS Sistemi Urbani ha in mano il “Progetto integrato di Trento”, che riguarda l’interramento del tratto cittadino della ferrovia, la realizzazione della nuova stazione ipogea, la riqualificazione urbanistica delle aree liberate in superficie e il progetto di sviluppo di un sistema nord-sud di trasporto urbano ad alta capacità e frequenza, la fase due del disegno strategico sulla città, a sua volta elaborato in coerenza con i protocolli sottoscritti con RFI, Provincia e Comune di Trento nel 2018 e 2019.
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