La Fillea Cgil di Roma e Lazio al fianco dell’Unicef Italia: “Per i diritti di tutti i bambini”

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La Fillea Cgil di Roma e Lazio in occasione del Cinquantesimo anniversario di UNICEF ITALIA, celebra l’organizzazione internazionale con un viaggio nel Lazio che tiene traccia dei cambiamenti, delle evoluzioni e della crescita del mondo. Cinque incontri che interessano tutto il territorio regionale: Roma, Viterbo, Rieti, Latina. In ogni incontro ad animare la mostra esponenti Cgil, giornalisti, economisti, architetti, urbanisti, politici, attivisti per i diritti umani.

Un dialogo sull’infanzia per ricostruire le città a misura di bambini: dalle foto di Giammarco Sicuro, il racconto di vite quotidiane ha stimolato dibattiti sul diritto all’infanzia, all’accoglienza, al lavoro e al rispetto delle leggi nazionali ed internazionali. Le esperienze di vita e la condivisione delle problematiche hanno dato l’inizio di una collaborazione tra tante realtà territoriali e internazionali. Ogni tappa è stata accompagnata da rappresentanti della Rete degli Studenti Medi proprio per ascoltare le esigenze dei più giovani e le tante realtà che ogni giorno affrontano e sostengono gli ultimi, i più fragili.

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Tanti gli interventi che hanno animato gli incontri da Marco Carlizzi a Don Mattia Ferrari, da Marco Tarquinio a Vito Scalisi, da Pegah Moshir Pour a Riccardo Noury, da Ylmaz Orkan a Cecilia Strada passando per la testimonianza di Mamadou Kouassi Pli Adama. Un dialogo lucido sulla condizione dei più piccoli e dei lavoratori in un percorso che ha visto protagonisti le associazioni, la cittadinanza attiva, le istituzioni dei territori locali ed internazionali con testimonianze dirette dai luoghi di conflitto fino alle periferie del mondo. Dal Mediterraneo al Medio Oriente, dal Lazio all’Africa, con un focus sul dramma sociale globale per costruire collaborazioni e reti affinché si possa attuare una rigenerazione sociale e una riqualificazione urbana al passo dei più piccoli, quindi alla cittadinanza tutta. Rivendicare il valore della solidarietà e l’importanza del sostegno alle organizzazioni e associazioni umanitarie è l’ambizione anche dell’ultima tappa di questo primo ciclo di appuntamenti.

Il prossimo 12 dicembre la tappa torna a Roma nella cornice del Teatro di Villa Lazzaroni (Via Appia Nuova 522) con il patrocinio del VII Municipio dalle ore 17.00. Protagonisti della conversazione sulla condizione dei bambini, degli adolescenti, dei lavoratori sono Negin Ahmadi giovane rifugiata afghana, Laura Baldassarre responsabile Advocacy Istituzionale Unicef Italia, Claudia Bella Cgil Spoc, Antonio Di Franco Fillea Cgil, Don Mattia Ferrari Mediterranea, Susanna Fioretti Nove Caring Human, Lara Ghiglione Cgil, Francesco Laddaga presidente Municipio VII, Youssef Salman presidente della comunità palestinese di Roma e Lazio, Barbara Schiavulli inviata di guerra, Anna Scorrano Fillea Cgil Spoc, Antonio Di Franco, Fillea Cgil e Benedetto Truppa Fillea Cgil di Roma e Lazio. Partecipa anche la Rete NoBavaglio. Modera la giornalista Shaila Risolo.

Al centro dell’incontro la riqualificazione urbana e la rigenerazione sociale in Italia e nel mondo: su come preservare i più piccoli e le comunità fragili per generare una società equa, solidale e sostenibile su scala internazionale e territoriale. A chiudere questo ciclo di incontri sarà lo speciale concerto gospel dell’Amazing Grace Choir del Maestro Timothy Martin.

La Fillea Cgil di Roma e Lazio, il sindacato dei lavoratori delle costruzioni, rappresenta quei lavoratori che si sono resi protagonisti nella solidarietà, nella lotta politica e sociale. Attori principali nella rivendicazione civica, nella rigenerazione urbana e soprattutto nella manifestazione delle istanze dei più deboli, degli ultimi. In questo anno in cui ricorre il cinquantesimo anniversario di UNICEF Italia vuole con forza rivendicare la natura di costruttori di Pace, il lavoro dell’organizzazione nella tutela, nell’ausilio, nell’assistenza ai più piccoli nel territorio nazionale e in tutto il mondo.

La Fillea Cgil di Roma e Lazio al fianco di UNICEF per continuare a dare sostegno ai bambini e attraverso la mostra “Can you smile for me?” promuove incontri e dibattiti su tutto il territorio regionale per sensibilizzare sulla condizione dell’infanzia e costruire insieme opportunità di tutele affinché la Dichiarazione dei Diritti del bambino sia stella polare per tutte le popolazioni. Il benessere dei bambini è la base per costruire una solidarietà civica e democratica. Ogni giorno, in ogni territorio per le persone con le persone, sostenere UNICEF significa tutelare i più piccoli per realizzare una società solidale, equa e sostenibile.

Can you smile for me? L’infanzia sperduta è una mostra fotografica realizzata con le immagini scattate dall’inviato speciale della Rai e fotoreporter Giammarco Sicuro. Una collezione che l’autore ha voluto donare all’UNICEF e raccolta in più dieci anni di lavoro in vari paesi del mondo, e composta interamente da volti e storie di bambine e bambini. Un mosaico colorato ed eterogeneo, ma anche, e soprattutto, sofferente, emergenziale e doloroso di un’infanzia, appunto, sperduta in angoli del mondo troppo spesso abbandonati e dimenticati.Myanmar, Perù, Bolivia, India, Nepal, Brasile, Oman, Tagikistan, Bangladesh soltanto alcuni tra i paesi visitati, con un focus principale su tre grandi emergenze: l’Afghanistan, l’Ucraina e la Cisgiordania.Il primo, un paese che ha subito il ritorno al potere dei talebani e che affronta una crisi umanitaria gigantesca. Malnutrizione, malattie già debellate e oggi di nuovo presenti, negazione assoluta di diritti a bambine, ragazze e donne, povertà che Giammarco Sicuro ha potuto documentare anche grazie all’aiuto degli uffici e dello staff dell’UNICEF sul campo, grazie ai quali è stato possibile visitare cliniche, ospedali, scuole, luoghi di sfruttamento minorile di località remote e altrimenti inaccessibili.E poi le due guerre più vicine a noi: l’invasione dell’Ucraina e il dramma per la popolazione che vive nei territori palestinesi. Tragedie che emergono con una forza travolgente e scioccante dagli scatti dell’autore, realizzati in pieno conflitto. SEGUI La Città che resiste



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