Morte di Zuzu, gli amici: «Era un ragazzo buono e odiava le droghe»

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Sassari Si incontreranno mercoledì 11 dicembre alle 18.30 in via Tavolara. Il rombo dei motorini e il colore dei fumogeni, per ricordare il loro amico Zuzu. Ancora non sanno cosa l’abbia ucciso domenica scorsa, dopo essere rientrato in casa all’alba al termine di una serata trascorsa in giro per locali. Sanno solo che nel pomeriggio i genitori, preoccupati perché il ventenne di origini marocchine non si era ancora svegliato, sono entrati in camera e lo hanno trovato morto.

In quel momento, il mondo è crollato su quell’appartamento di viale Trento. Ed è precipitato addosso anche a quella piccola comunità di amici: «Trascorremmo insieme ogni singolo giorno dell’estate 2020, fu bellissimo. Poi le nostre strade si erano un po’ separate, sa… lavori diversi, percorsi diversi. Ma il legame non si era mai allentato» ricordano Angelica Nurchi e Morgan Dattena.

Sono stati loro, insieme ad altri amici, a organizzare la raccolta fondi per aiutare la famiglia a sostenere le spese per portare in Marocco la salma di Zuzu e celebrare lì i funerali. «Volevamo fare qualcosa per renderci utili per la famiglia. E volevamo fare la nostra parte dato che i funerali verranno celebrati in Marocco e non riusciremo a salutarlo come accade in questi casi».

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La colletta ha totalizzato sul web oltre 3mila euro in pochissime ore, senza contare i barattoli per le offerte sistemati al Cafè Garibaldi e al The Room, dove il ventenne aveva anche lavorato in cucina, e al bar di via Tavolara.

Lo saluteranno comunque a modo loro: si incontreranno mercoledì alle 18.30 in via Tavolara: «L’invito è rivolto a tutti quelli che lo conoscevano. Ed erano davvero tanti, perché Zuzu era un ragazzo d’oro, lo potevi chiamare per qualsiasi necessità e lui era sempre pronto a raggiungerti e darti una mano: ecco perché lo amavano tutti. Faremo un po’ di rumore con i motorini, per ricordarlo. Ma non vogliamo creare problemi a nessuno, stiamo chiedendo le autorizzazioni e vogliamo anche portare l’ambulanza».

Si erano conosciuti alle scuole medie di via Savoia, poi Zuer Laimuna – questa la grafia con cui lui amava trascrivere il suo nome arabo, anche se sui documenti figurava come Zouhair Lamouna – aveva frequentato l’alberghiero e aveva fatto diverse stagioni a Olbia, la città dove adesso lavorava come muratore.

Cosa sia accaduto sabato notte, gli amici non lo sanno. Ma non possono fare a meno di chiederselo con straziante angoscia: «Vogliamo la verità, è terribile non sapere cosa sia successo». Zuzu sabato era in giro con un altro gruppo di amici.

Ma Morgan e Angelica non hanno dubbi: «Stanno girando voci infondate e brutte, sul conto di Zuer. Ma si sbagliano, lui era sempre stato contro le droghe, anche per motivi religiosi. Certo, uscivamo la sera e bevevamo qualche birra, ma sempre nei limiti. E quante volte è capitato che si arrabbiasse con gli amici perché si erano avvicinati troppo al mondo della droga».

Sarà l’autopsia a far luce sulle cause della morte del ventenne, del quale non si conoscevano particolari patologie. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Lara Senatore, sono affidate agli investigatori della squadra mobile della polizia di Sassari. L’incarico per l’esame medico-legale sarà affidato venerdì mattina. 



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