Pac, in Sardegna la Carta dei Suoli Nazionale non riconosce i pascoli tradizionali – Economia e politica

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In Sardegna la Carta dei Suoli Nazionale avrebbe contribuito ad inceppare il riconoscimento delle aree boscate ammesse alle cosiddette Plt, Pratiche Locali Tradizionali di pascolamento, un inconveniente che ha fatto crollare i pagamenti degli anticipi sulla domanda unificata per la Politica Agricola Comune 2024.

 

Infatti, il rapporto tra pagamenti autorizzati dall’agenzia regionale Argea e istanze presentate sulle misure a capo e superficie gestite dal Sigc, Sistema Integrato di Gestione e di Controllo, sul Primo e sul Secondo Pilastro della Pac è passato dal 96,5% del 2023 al 35,8% del 2024. Un calo enorme, che sembra essere in buona parte dovuto al mancato riconoscimento delle Plt da parte della Carta dei Suoli Nazionale.

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È quanto emerso da un incontro organizzato il 3 dicembre scorso dall’Agenzia Argea organismo pagatore regionale per la Sardegna e le organizzazioni professionali agricole Cia Sardegna, Coldiretti, Confagricoltura, Copagri, Agci Sardegna, Confcooperative Sardegna, Legacoop Sardegna, Uecoop Sardegna, Liberi agricoltori Sardegna e Uci, Unione Coltivatori Italiani.

 

L’incontro del 3 dicembre in Argea

Il direttore generale dell’Agenzia Argea Gianni Ibba ha aperto la riunione con una breve presentazione dell’ordine del giorno, finalizzata a esporre le attività programmate per l’anno 2024, esaminare le criticità operative ed a programmare il calendario dei successivi incontri.

 

Tullio Satta, direttore del Servizio Autorizzazione Pagamenti Feaga è intervenuto sull’adozione della Carta dei Suoli e dell’Ams nel sistema dei pagamenti illustrando un confronto con gli altri organismi pagatori, mentre Camillo Gaspardini, direttore del Servizio Autorizzazione Pagamenti Feasr ha esposto i dati relativi ai pagamenti 2024 per le misure strutturali e a superficie.

 

Il direttore generale Ibba ha comunicato che è sua intenzione istituire un tavolo tecnico per le Plt, argomento ampiamente dibattuto nel corso dell’incontro, al quale ogni organizzazione agricola parteciperà con un proprio referente.

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I dati posti sul tavolo della discussione sono essenzialmente questi: nel 2023 Argea era riuscita a pagare complessivamente oltre 255,8 milioni di euro tra aiuti Pac sul Primo Pilastro e aiuti a capo e superficie sullo sviluppo rurale, mentre nel solo anticipo 2024 il conteggio si ferma a 61 milioni di euro, dei quali circa 36,3 imputabili a vecchio Psr e nuovo Csr.

 

Vero anche che le richieste per l’anticipo nell’anno in corso sono ovviamente minori del dato complessivo 2023, 170 milioni contro 265 milioni, ma resta vero che il livello percentuale di respingimento delle richieste di aiuto sale vertiginosamente da appena il 3,5% del 2023 ad un considerevole 64,2% nel 2024, cosa che ha contribuito a tagliare non poco l’importo complessivo dell’anticipo 2024.

 

Non solo: le aziende pagate scendono dal 99,6% del 2023 all’80,1% nel 2024, pertanto restano scoperte da qualsiasi forma di pagamento a capo e superficie sull’anticipo della Pac 2024 qualcosa come 5.459 aziende agricole sarde.

 

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Confagricoltura Sardegna, urgente risolvere il blocco dei pagamenti

“La necessità di risolvere rapidamente il blocco dei pagamenti comunitari per centinaia di imprese agricole della Sardegna, dovuto all’utilizzo della nuova Carta dei Suoli Nazionale, è un’emergenza non rinviabile che abbiamo fortemente manifestato, pochi giorni fa, all’Agenzia regionale Argea Sardegna durante l’incontro organizzato a Cagliari” ha detto il direttore di Confagricoltura Sardegna, Giambattista Monne.

 

“Proprio l’applicazione della Carta dei Suoli – ha aggiunto Monne – ha determinato non poche criticità nell’attività di lavorazione dei fascicoli e quindi della presentazione delle domande stesse. Uno stato di cose che ha imposto anche agli uffici dei Centri di Assistenza Agricola uno sforzo straordinario, per entità e durata, e per il quale abbiamo chiesto ad Argea un impegno affinché tale situazione non si ripresenti”.

 

Nel commentare poi i dati sui pagamenti del Primo Pilastro della Pac, a carico del Feaga, Fondo Europeo Agricolo di Garanzia, Monne ha sottolineato: “Non potevamo esimerci dal segnalare che rispetto alla campagna 2023 il volume degli acconti è decisamente inferiore, diversamente da quanto invece la situazione delle campagne sarde avrebbe richiesto, per le note ragioni legate alla diffusione dell’epidemia di lingua blu in tutto il 2024 e delle difficoltà connesse alla siccità in porzioni importanti del territorio regionale. Con maggiore preoccupazione abbiamo quindi segnalato come siano centinaia le domande bloccate a causa della riclassificazione delle superfici a pascolo e per le quali le anomalie bloccanti ne impediscono il pagamento“.

 

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Per Confagricoltura Sardegna, con questi ultimi sviluppi è stata di fatto messa in discussione una conquista estremamente importante per il sistema produttivo agricolo sardo, dove si riconoscevano pratiche secolari di utilizzo del territorio: “Conquista che non può essere vanificata dall’applicazione della Carta dei Suoli” ha detto Monne, ricordando come “nel corso della programmazione 2014-2022, infatti, gli effetti della riclassificazione dell’uso del suolo, cosiddetto refresh, erano stati attenuati attraverso il riconoscimento delle cosiddette Pratiche Locali Tradizionali di pascolamento (Plt), con la conseguente eleggibilità delle superfici arborate e cespugliate, tipiche del paesaggio rurale sardo, a percepire gli aiuti della Politica Agricola Comunitaria”.

 

Confagricoltura Sardegna ha chiesto al direttore generale di Argea di farsi carico della problematica “E di portarla all’attenzione delle politica regionale e, a Roma, di Agea Coordinamento per l’individuazione di una soluzione capace di consentire l’intero recupero delle superfici già da tempo comunicate e validate dalla Regione Sardegna, come Plt, e l’eleggibilità di quelle storicamente pascolate, che oggi non sono più ammissibili ai diversi regimi di aiuto” ha concluso il direttore di Confagricoltura Sardegna.



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