Pnrr e scuola, un investimento per il futuro da oltre 18 mld di euro

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 


Le misure del Piano nazionale di ripresa e resilienza si riferiscono agli aspetti più strategici della scuola: la riorganizzazione del sistema scolastico, la formazione del personale, le procedure di reclutamento, il sistema di orientamento, il riordino degli istituti tecnici e professionali e degli Istituti Tecnici Superiori (ITS).

Italia Domani è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) italiano, un piano di trasformazione del Paese che lascerà una preziosa eredità alle generazioni future, dando vita a una crescita economica più robusta, sostenibile e inclusiva. Italia Domani fa parte di Next Generation EU, il programma di rilancio economico attivato dall’Unione Europea e dedicato agli stati membri.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Con Italia Domani il Paese avrà una pubblica amministrazione più efficiente e digitalizzata, trasporti più sostenibili e diffusi, una sanità pubblica più moderna e vicina alle persone, una maggiore coesione territoriale, con un mercato del lavoro più dinamico e senza discriminazioni di genere e generazionali, maggiore investimento sulla ricerca, un sistema di istruzione più innovativo e inclusivo.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza costituisce un’opportunità unica per la crescita del Paese e per un rilancio economico a favore delle generazioni future. Il PNRR costituisce anche una sfida importante per la pubblica Amministrazione e per i singoli Ministeri, chiamati ad attuare un Piano articolato e ambizioso.

L’investimento complessivo del progetto è di 17,59 miliardi di euro, 12,1 miliardi e 5,46 miliardi di euro.

Sono sei le riforme che contribuiscono a mettere il sistema scolastico al centro della crescita del Paese, integrandolo pienamente alla dimensione europea.

Costruzione nuove scuole con i fondi Pnrr

I due grandi ambiti di investimento sulle infrastrutture sono l’edilizia scolastica (nuove scuole, asili nido e scuole dell’infanzia, mense e strutture per lo sport, messa in sicurezza degli edifici) e gli ambienti innovativi e gli strumenti per la didattica digitale.

Carta di credito con fido

Procedura celere

 

Parliamo di 216 istituti scolastici per un importo totale stanziato superiore al miliardo di euro: esattamente 1,19 miliardi stanziati per il piano di sostituzione delle scuole.

Una cifra superiore rispetto agli 800 milioni indicati nel Pnrr, in seguito a un aumento di fondi che consentirà di costruire 21 nuove scuole in più rispetto alle 195 inizialmente previste.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

Un incremento deciso per far fronte alle tantissime richieste pervenute. In base alle informazioni pubblicate dal ministero, le domande arrivate alla scadenza dell’avviso, a febbraio di quest’anno, sono state 543.

Arrivate in misura massiccia soprattutto dagli enti locali di Campania (95), Lombardia (61), Veneto (47), Emilia-Romagna (45) e Toscana (42).

Sono stati 362 gli interventi entrati in graduatoria, per un totale di quasi 2 miliardi di euro richiesti. Di questi, 216 hanno raggiunto un punteggio che consentirà l’accesso ai fondi. Tra quelli entrati in graduatoria, restano comunque fuori dal finanziamento del bando 146 interventi, per un totale di 776,6 milioni di euro.

Si tratta di 1,97 miliardi di euro per quanto riguarda gli importi totali richiesti dagli enti nella graduatoria del bando “nuove scuole”.

Non si tratta dell’unico intervento previsto dal Pnrr sull’edilizia scolastica: il più corposo è infatti rappresentato dai 3,9 miliardi destinati al piano di messa in sicurezza delle scuole.

Perciò questo intervento, relativo al progetto nuove scuole, è chiamato a coprire solo una parte del fabbisogno esistente.

Basti pensare che mentre il piano “nuove scuole” interviene su 410 mila metri quadri di patrimonio edilizio, le 195 scuole inizialmente stimate nel Pnrr, quello di messa in sicurezza riguarda la ristrutturazione di 2,4 milioni di metri quadri.

Prestito condominio

per lavori di ristrutturazione

 

La grande partecipazione al bando segnala quanto sia avvertito come centrale l’investimento sulle scuole italiane, a partire dal rinnovamento del patrimonio edilizio. E indica come lo stanziamento di risorse in questo ambito intervenga molto spesso su necessità e carenze esistenti da lungo periodo: il 17,8% degli edifici scolastici sono classificati come vetusti (2018).

Piano “nuove scuole”: in cosa consiste

Le linee di intervento previste dal Pnrr sull’edilizia scolastica sono numerose: dalla messa in sicurezza del patrimonio esistente alla costruzione di mense e palestre. Gran parte di queste, come approfondiremo nel corso dell’articolo, sono stanziate all’interno della quarta missione, dedicata a istruzione e ricerca.

Tuttavia, la quarta missione del piano nazionale di ripresa e resilienza, specificamente mirata al comparto educativo, non esaurisce tutti gli interventi in materia di edilizia scolastica.

Vi è appunto il piano per la costruzione delle nuove scuole (più propriamente, il piano di sostituzione e riqualificazione energetica degli edifici scolastici. Questo è inserito nella missione 2, denominata “rivoluzione verde e transizione ecologica”: -50% la riduzione del consumo di energia finale prevista per le nuove scuole dal Pnrr.

Su tale linea di intervento il Pnrr prevede la demolizione e ricostruzione delle scuole. A differenza del piano di messa in sicurezza e ristrutturazione.

Il piano per la costruzione di nuove scuole sarà probabilmente quello più innovativo tra tutti gli interventi previsti dal Pnrr per l’edilizia scolastica. Perché consentirà di creare degli ambienti educativi all’avanguardia, in termini di qualità edilizia, di rispetto per l’ambiente, di presenza di spazi verdi e connettività.

In questa direzione, sempre nel mese di maggio, sono state presentate le linee guida per le scuole del futuro. Tale documento, redatto da un apposito gruppo di esperti, sarà la base per le future progettazioni.

Contributi e agevolazioni

per le imprese

 

Con l’obiettivo di costruire luoghi di apprendimento nuovi non solo nelle forme, ma concepiti come veri e propri laboratori didattici, aperti al territorio.

Gli interventi del piano per le nuove scuole: localizzazione

Oltre il 40% delle risorse, in base alla clausola prescritta dal Pnrr, andranno al mezzogiorno. Il 42,4% gli importi per la costruzione di nuove scuole destinati a sud e isole.

La Campania, con 213 milioni di euro di finanziamento (quasi il 18% del totale) è la prima regione per importi finanziati dalla misura. I progetti qui previsti porteranno alla costruzione di 35 nuovi istituti scolastici. Segue l’Emilia Romagna, con 146 milioni di euro finanziati per 23 nuove scuole.

I 216 interventi finanziati prevedono nella maggior parte dei casi (183, l’85% del totale) la demolizione con successiva ricostruzione nello stesso luogo.

Solo il restante 15% (33 interventi) indica come modalità progettuale la demolizione e costruzione della nuova scuola in un’altra sede. Con quote comunque variabili tra le regioni: prevedono la ricostruzione delocalizzata 2/3 degli interventi in Liguria, 1/3 di quelli della Basilicata, nonché il 30% dei progetti emiliano-romagnoli.

Foto: Imagoeconomica

In media l’85% degli interventi prevede la ricostruzione della scuola sul posto. In 5 regioni (Molise, Piemonte, Sicilia, Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta) tutti i progetti finanziati indicano la demolizione edilizia e la successiva ricostruzione nella stessa area.

A livello locale, i maggiori fondi convergeranno verso le scuole di due territori campani. Il casertano, dove i finanziamenti ammontano complessivamente a 82 milioni di euro per 11 interventi, e il salernitano (47,66 milioni di euro per 11 interventi).

L’area provinciale di Caserta è quella con i maggiori finanziamenti per nuove scuole. Seguono le aree metropolitane di Milano (44,8 milioni, 4 interventi), Roma (41,18 milioni, 9 interventi), Bari (40,15 per 6 progetti) e Napoli (37,77 milioni per 6 interventi): 1/10 dei finanziamenti Pnrr per le nuove scuole si concentra nelle province di Caserta e Salerno.

La destinazione delle risorse verso i territori campani, e in particolare nel casertano, non deve stupire. Caserta è – insieme a Napoli – la provincia italiana con la quota più elevata di residenti in età scolastica. Il 14,1% della popolazione ha tra 6 e 18 anni, contro una media nazionale attorno al 12%.

E sebbene la quota di edifici vetusti risulti – come media provinciale – inferiore al dato nazionale (8,1% contro 17,8%), nei comuni casertani interessati dall’intervento in media solo il 5% delle scuole nel 2018 risultava progettato o successivamente adeguato alla normativa tecnica di costruzione antisismica: 27 sono gli enti locali che riceveranno un finanziamento superiore ai 10 milioni di euro.

Il comune di Castel Volturno, in provincia di Caserta, è quello che riceverà il finanziamento più consistente per la costruzione di nuove scuole, per un totale di 29,65 milioni di euro. Seguono la città metropolitana di Milano (24 milioni di euro), la provincia di Fermo (21,7), quella di Avellino (19,6).

La condizione attuale delle scuole

I prossimi anni, anche in relazione all’impegno indicato dal Pnrr, vedranno una crescita degli interventi per l’edilizia scolastica statale.

Investimenti che riguardano un patrimonio di oltre 40mila gli edifici scolastici presenti. Prima della pandemia, in base ai dati relativi al 2018, quasi il 18% delle strutture era classificato come vetusto, per un totale di 7.161 edifici.

Foto: Imagoeconomica

Sempre in quell’anno, quasi il 13% degli edifici (5.117) risulta progettato (o adeguato successivamente) alla normativa tecnica di costruzione antisismica.

Quota che comunque sale attorno al 25% tra i comuni in zona sismica 1, quella considerata a maggior rischio. Circa 2.000 edifici, pari al 4,9% del totale, risultavano censiti in un’area soggetta a vincolo idrogeologico: 1 su 4 edifici scolastici antisismici nei comuni appartenenti alla zona sismica 1 (quella più a rischio).

Si tratta di medie che però comprimono le differenze territoriali esistenti. A fronte di una percentuale del 17,8% di edifici vetusti, ad esempio, la quota raggiunge il 43,7% in Piemonte e il 37,5% in Liguria.

Mentre si attesta al di sotto del 10% in Campania (5,97%) e Toscana (5,83%). Allo stesso modo, anche la quota di edifici in aree soggette a vincolo idrogeologico supera il 10% in Umbria (12%) e Liguria (10,95%).

Anche la quota di edifici con progettazione antisismica varia molto. Se si isolano solo i comuni in zona 1, ad esempio, quelli progettati o adeguati alla normativa sono quasi il 60% in Friuli-Venezia Giulia e quasi la metà in Abruzzo (49%). Quota che è più lontana dall’essere raggiunta in regioni come la Calabria e la Campania. Nei comuni calabresi e campani collocati in zona sismica 1, la percentuale di edifici scolastici con progettazione antisismica oscillava – in base ai dati 2018 – tra il 15 e il 20%: 1 su 6 edifici scolastici antisismici nei comuni calabresi appartenenti alla zona sismica 1 (quella più a rischio).

Gli altri interventi del Pnrr sull’edilizia scolastica

Le risorse previste dal piano delle nuove scuole (più propriamente, il piano di sostituzione e riqualificazione energetica degli edifici scolastici), non sono le uniche che il Pnrr destina al patrimonio edilizio scolastico.

Sono 30,88 miliardi di euro previsti dal Pnrr per la missione 4 (istruzione e ricerca).

Per cominciare, il piano di ripresa e resilienza interviene sul comparto dell’istruzione e della ricerca con una missione dedicata, la quarta. Essa vale quasi 31 miliardi di euro, divisi in due componenti:

  • 19,44 miliardi di euro per il “potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione: dagli asili nido alle università”.
  • 11,44 miliardi di euro nel settore “dalla ricerca all’impresa”.

Nello specifico i 19,44 miliardi della prima componente della missione 4 sono a loro volta suddivisi per ambito di intervento. In particolare, 10,57 miliardi andranno al miglioramento qualitativo e ampliamento quantitativo dei servizi di istruzione e formazione.

Tra questi, le risorse per l’estensione del tempo pieno (con l’incremento del servizio mensa) e il potenziamento delle infrastrutture per lo sport a scuola, aspetti trattati in altri approfondimenti: 300 milioni di euro previsti dal Pnrr per la costruzione e la ristrutturazione di palestre scolastiche e strutture sportive.

Foto: Ansa

Altri fondi della missione istruzione sono meno collegati al tema edilizio. Parliamo degli 830 e 430 milioni che andranno rispettivamente al miglioramento dei processi di reclutamento e di formazione degli insegnanti e alla riforma e potenziamento dei dottorati.

Ma è soprattutto un altro ambito di intervento della missione 4 a stanziare le maggiori risorse per l’edilizia scolastica. È denominato “ampliamento delle competenze e potenziamento delle infrastrutture” e vale 7,6 miliardi.

Di questi, 3,9 sono destinati al piano di messa in sicurezza e riqualificazione delle scuole esistenti. Un piano che, avrà come obiettivo prioritario le aree svantaggiate del paese e punta a ristrutturare oltre 2 milioni di metri quadri di edifici scolastici.

2,4 mln la superficie in mq di edifici scolastici coinvolta nel piano di messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica

Vanno inoltre segnalate anche altre misure come il piano scuola 4.0. Proprio come gli interventi su mense e palestre, si tratta di iniziative pensate per potenziare l’offerta didattica su vari fronti, come tempo pieno, sport ed educazione digitale.

E che, per essere concretizzate, dovranno necessariamente basarsi su interventi di natura strutturale sull’edilizia scolastica.

Si tratta quindi di una mole di interventi cospicua, che sarà essenziale monitorare nei prossimi mesi e anni. Dalla capacità di investire e riqualificare l’edilizia scolastica, infatti, passano molte delle sfide del sistema educativo nazionale.

Le azioni del Pnrr scuola 4.0

Il piano è composto da 2 azioni, finalizzate alla ristrutturazione degli edifici scolastici e all’integrazione degli strumenti digitali per ottimizzare le forme di didattica web nella realtà quotidiana degli studenti e avvicinarli alle professioni del futuro.

Next generation classroom

La prima azione è rivolta sia alle scuole statali primarie, sia alle scuole statali secondarie di primo e secondo grado. L’obiettivo di questa azione è quella di innovare la didattica attraverso la riprogettazione delle aule e degli ambienti didattici: rientrano infatti in questi ambienti anche aree comuni, laboratori, corridoi.

I fondi a disposizione variano in base al numero di classi presenti nell’Istituto e sono specificati nel bando.

Per questa azione sarà importante intrecciare l’innovazione tecnologica (monitor e schermi digitali, device personali, webcam, software e piattaforme, tavoli multifunzione, app, tecnologie dedicate ad un apprendimento ibridi), con soluzioni che consentano di impattare sulla didattica quotidiana, grazie anche ad un rinnovo degli arredi pensato per favorire metodi e approcci didattici attivi e cooperativi, con la possibilità di modificare i setting d’aula, ovvero la disposizione dei banchi o degli arredi, all’interno dell’aula secondo le diverse necessità.

Next Generation Labs rivolta alle scuole secondarie di secondo grado

L’obiettivo di questa azione è quella di realizzare dei laboratori per le professioni digitali del futuro, secondo gli indirizzi specifici per le diverse scuole. In questo caso i laboratori dovranno essere concepiti in chiave multidimensionale, incrociando gli aspetti tecnologici con vocazioni tematiche stabilite dalle scuole.

Rinnovare uno spazio scolastico e prendersene cura significa anche promuovere benessere, favorire un maggiore senso di appartenenza e incidere in modo positivo sugli apprendimenti.

In vista della riapertura delle scuole abbiamo svolto un’indagine dei progetti PNRR avviati fino a oggi, in particolare, sulle diseguaglianze territoriali nell’offerta di spazi e servizi educativi a scuola.

Dalla mensa al tempo pieno e alle palestre, abbiamo analizzato la distribuzione delle risorse a livello provinciale, se e in quale misura gli interventi del PNRR possano contribuire a ridurre i divari.

Scuole disuguali: come incidono i fondi Pnrr per limitare i divari

In Italia solo 2 bambini su 5 della scuola primaria hanno accesso al tempo pieno, mentre meno della metà degli alunni della primaria e secondaria può utilizzare una palestra o una mensa. Sembra che il nuovo anno scolastico non riparta con il piede giusto, al contrario, è segnato dalla mancanza di servizi educativi.

La scuola rappresenta uno spazio essenziale in cui dare a bambini, bambine e adolescenti uguali opportunità di crescita, contrastando la povertà educativa.

I servizi e le strutture scolastiche, come il tempo pieno, la mensa e le palestre, sono importanti per ridurre la dispersione scolastica. Offrono a bambini e ragazzi la possibilità di partecipare a attività educative, ricreative, culturali e sportive, migliorando così il loro apprendimento.

Foto: Imagoeconomica

Per superare le disuguaglianze di offerta educativa tra nord e sud, tra centri urbani e aree interne, il Pnrr rappresenta un’occasione unica grazie all’investimento di oltre 17 miliardi di euro destinati al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Eppure, soprattutto in alcune zone più svantaggiate, le risorse e gli interventi del Pnrr per l’istruzione già avviati non riescono a ridurre le disuguaglianze.

A partire dalla mensa e dal tempo pieno o prolungato, alla costruzione di palestre, alcuni dati sui servizi essenziali per il contrasto alla povertà educativa e alla dispersione scolastica.

Mense e tempo pieno: quante scuole offrono il servizio

La mensa scolastica è un servizio utile essenziale anche nell’ottica estendere il tempo pieno e quindi di potenziare l’offerta formativa: ciò porterebbe benefici sia per le ragazze e i ragazzi, sia per le famiglie, con effetti positivi soprattutto per l’occupazione femminile. Eppure, solo 2 alunni su 5 della scuola primaria beneficiano del tempo pieno.

  • Anche qui, ritroviamo le percentuali più basse in Molise (9,4%), in Sicilia (11,1%) e in Puglia (18,4%).
  • Tra le più alte, invece, segnaliamo Lazio (58,4%), Toscana (55,5%) e Lombardia (55,1%), e solo poco più di un quarto delle scuole offrono il tempo prolungato: ovvero il 28,1% delle classi della primaria e secondaria di I grado.

Sono ancora troppo pochi i bambini, le bambine e gli adolescenti che usufruiscono del tempo pieno e con profonde disuguaglianze territoriali che rischiano di penalizzare diverse zone d’Italia, in particolare nel Mezzogiorno. Come sottolineato nel Report, infatti:

  • La maggior parte delle province dove la percentuale di classi a tempo pieno o prolungato è inferiore al 10% si trova nelle regioni del Sud e nelle Isole: Ragusa, Catania, Palermo, Siracusa, Campobasso, Isernia. In molti casi si tratta delle stesse province dove minore è anche l’offerta del servizio mensa e, allo stesso modo, dove la percentuale di alunni che provengono da famiglie con bassi livelli socioeconomici è particolarmente elevata.
  • Le province del Centro e del Nord, invece, mostrano percentuali di offerta superiori alla media nazionale e, in alcuni casi, come la Provincia Autonoma di Trento, Milano e Monza e della Brianza, superiori al 65%.

E’ evidente la necessità di integrare le risorse del PNRR con altri investimenti per garantire livelli essenziali delle prestazioni per l’accesso alle mense scolastiche, e così il tempo pieno, in tutte le scuole primarie e secondarie di I grado, insieme alla presenza di palestre a scuola su tutto il territorio nazionale.

In generale, i progetti sulle strutture sportive scolastiche avviati con il Pnrr sono insufficienti a garantire la copertura di palestre in Italia e a ridurre i divari tra le province.

Soprattutto in alcune zone del nostro Paese dove la scuola spesso rappresenta l’unica opportunità sportiva per bambini e adolescenti. In Italia, un minorenne su tre che proviene da famiglie con scarse o insufficienti risorse economiche non pratica attività sportive e tra gli adolescenti di 15-16 anni il 16,2% rinuncia a fare sport perché troppo costoso.

Foto: Imagoeconomica

Tuttavia, ad oggi, meno della metà delle scuole statali primarie e secondarie (I o II grado) hanno una palestra. Stiamo parlando del 46,4% di queste scuole.

Nella nostra analisi notiamo che sui 433 interventi del PNRR per costruire o riqualificare le palestre a scuola emerge che il 62,8% è stato avviato nelle regioni del Sud e Isole, a cui sono stati destinati il 52,7% dei fondi complessivi. In questo caso, la distribuzione delle risorse sembra favorire soprattutto le province più svantaggiate:

  • Le province con una percentuale di scuole con la palestra inferiore o uguale al 30% hanno ricevuto circa 51 milioni 330 mila euro per 72 interventi, ovvero 3 progetti ogni 100 scuole.
  • Alle province con percentuali di palestre uguali o superiori al 65% sono stati destinati circa 17 milioni 600 mila euro per 21 interventi, ovvero 1,3 progetti ogni 100 scuole.


FOTO: Imagoeconomica





Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link