Arriva NIFT, l’app di moda che consegna in bicicletta in soli 90 minuti

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Può essere definita come l’equivalente fashion di Deliveroo. NIFT consegna in bicicletta e supporta le attività locali. Ma occhio agli acquisti compulsivi. 

Una nuova app di moda chiamata NIFT “Need It For Tonight” sta ridefinendo il significato di “fast fashion“. In questo caso si tratta di “moda veloce” perchè promette di consegnare direttamente a casa, in appena 90 minuti, capi di marchi indipendenti.

La start up è stata fondata dalle sorelle Simone e Roxanne Oloman nel 2021. “Quattro anni fa, mia sorella mi ha chiamato dicendo che era riamasta da una consegna in ritardo e che quel giorno aveva un grande.spiega Simone OlomanEra in preda al panico e  diceva ‘non ho tempo di andare nel centro di Londra’“. L’idea di una nuova app on-demand a Londra partì proprio dalle problematica dei ritardi delle consegne.

Abbiamo scelto 90 minuti e meno per allinearci alla praticità delle app di consegna di cibo on-demand, assicurandoci che il cliente sia a casa per ridurre al minimo il rischio di mancate consegne”, afferma Simone Oloman. Le consegne avvengono tramite corriere in bicicletta dai negozi di moda, e consente ai clienti di monitorare i propri ordini in tempo reale.

L’obiettivo è quelo di aiutare i negozi fisici in difficoltà, consentendo loro di tenere il passo con i pure player digitali. “Puntiamo a creare un mercato nuovo e rilevante supportando e dando visibilità a marchi di fascia alta indipendenti e locali”, affermano le due fondatrici Non collaboriamo con Zara o altri brand fast fashion, non lo faremo mai”. Per trovare marchi adatti con cui collaborare, Simone e Roxanne inizialmente hanno camminato per le strade della città, mappando Londra per vedere dove si trovavano le migliori boutique.

Fast fashion, moda “veloce” ma non usa e getta?

L’obiettivo dell’app NIFT è quelllo di cercare di incoraggiare le persone ad acquistare localmente e ridurre al minimo la loro impronta di carbonio, utilizzando biciclette e cargo bike ovunque possibile. “Cerchiamo davvero di promuovere acquisti consapevoli. –  afferma Simone. – Stiamo costantemente diffondendo questo messaggio ed è uno dei motivi per cui collaboriamo con stilisti personali. Offriamo appuntamenti gratuiti di personal styling perché aiuta le persone a fare acquisti più consapevoli”.

Harriet Vocking, ex dirigente di Eco-Age, elogia l’uso delle biciclette da parte di NIFT e l’ambizione di supportare le attività commerciali locali. Tuttavia, afferma che qualsiasi promessa di consegna in 90 minuti è “problematica” in quanto potrebbe alimentare l’acquisto d’impulso. “Si aggiunge alla cultura della gratificazione immediata che abbiamo al momento. La moda veloce non è buona in nessuna forma in quanto incoraggia un senso di usa e getta“.

Le sorelle Oloman riconoscono le preoccupazioni, ma sostengono che il loro modello non promuove la moda veloce, anzi, aiuta i marchi di moda e i rivenditori più responsabili a rimanere in attività. “Data la natura dei marchi con cui collaboriamo, i loro clienti tendono a essere più consapevoli delle loro abitudini di spesa rispetto ai clienti della moda veloce impulsiva“, afferma Simone. Aggiunge che NIFT ha investito nel monitoraggio delle consegne in tempo reale sulla sua app per ridurre la probabilità di mancate consegne. Questo, oltre a incoraggiare i clienti a supportare le attività commerciali locali anziché acquistare da rivenditori nazionali che riforniscono i magazzini a centinaia di miglia di distanza, “può contribuire a ridurre le emissioni basate sul viaggio”. 

Quando la moda è “fast” ma inquina l’ambiente

La “fast fashion”, o moda usa e getta, è un modello di business nato negli anni ’80. Le aziende hanno iniziato a produrre un numero sempre maggiore di collezioni con l’obiettivo di realizzare prodotti di tendenza e di renderli disponibili al consumatore nel minor tempo possibile e minimizzando i costi.

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Il basso costo del prodotto spinge il consumatore ad acquisiti sempre più frequenti, senza pensare a ciò di cui ha realmente bisogno. Si innesca così un circolo vizioso, alimentato soprattutto dallo shopping online e dalla possibilità di resi, attività da fare con un semplice click. I brand low cost producono annualmente milioni di tonnellate di rifiuti tessili sintetici, difficili da smaltire anche a causa delle sostanze chimiche nocive presenti al loro interno.

Secondo alcune stime per fabbricare una sola maglietta di cotone occorrano 2.700 litri di acqua dolce, un volume pari a quanto una persona dovrebbe bere in 2 anni e mezzo.

Il nostro speciale VIDEO per capire l’impatto ambientale della fast fashion.

Tra i marchi globali più noti spiccano Benetton, H&M, Zara, Temu, Mango, Napapirji, OVS, Original Marines, Pull & Bear, River Island, Shein, Uniqlo.





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