Carrara, “Gang del bosco”: i dieci indagati chiedono tutti riti alternativi

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CARRARA. Quattro richieste di abbreviato, sei di patteggiamento, quindi le difese hanno richiesto tutti riti alternativi. Si è chiuso così, davanti al giudice Fabrizio Garofalo (pm titolare Elena Marcheschi, in aula Marco Mansi) il primo round dell’udienza preliminare per dieci giovani, accusati a vario titolo di fare parte della cosiddetta “gang del bosco”, ritenuta protagonista di un giro di spaccio complesso che era stato scoperto e smantellato dai carabinieri dopo mesi di indagini; sono considerati responsabili di numerose cessioni di cocaina e hashish in tutta la città, soprattutto nelle zone della “movida” del litorale. Il gruppo, secondo le accuse, era in grado di gestire e curare l’intero ciclo necessario per il trattamento della droga. Al termine dell’udienza preliminare, sono state revocate tuttte le misure cautelari dove in essere.

Dopo gli arresti in flagranza e il sequestro di oltre cinque chili di droga, l’inchiesta si era conclusa con tredici indagati (una posizione è stata stralciata, gli atti relativi ai due minorenni coinvolti sono al tribunale dei minori di Genova).

L’inchiesta

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Tutto era partito, come avevano ricostruito i carabinieri, da una “finta” denuncia. Un 19enne, nell’estate del 2022 si era presentato in caserma accompagnato dal padre per denunciare di essere stato assalito e rapinato da due giovani di sua conoscenza, che sotto la minaccia di un coltello gli avevano portato via una collanina d’oro. I carabinieri, però, avevano approfondito la questione fino a quando hanno scoperto che il ragazzo aveva inventato tutto per non far sapere al padre che era un assuntore di droghe e che era stato aggredito proprio per questioni legate all’acquisto di una dose di hashish. Da quell’episodio, i Carabinieri di Carrara, al comando del tenente colonnello Cristiano Marella, avevano dato inizio alle indagini; con l’utilizzo di telecamere nascoste e intercettazioni telefoniche, è stato scoperto l’intricata rete di spaccio gestita da una banda al cui vertice, secondo le accuse, si trovava il 23enne Tommaso Pianini, che fu arrestato (avvocato David Giovanni Cappetta), già conosciuto alle forze dell’ordine, e che si sarebbe servito della collaborazione di altri giovani appartenenti alla sua comitiva di amici, compresi alcuni minorenni, tutti capaci di alimentare e gestire una vasta “piazza di spaccio” che arrivava fino alle zona della movida di Marina.

Per Pianini, l’avvocato Cappetta ha chiesto l’abbreviato.

Per mesi i militari dell’Arma hanno monitorato gli indagati, tenendo sotto controllo il punto di partenza della droga che, secondo le accuse, era l’abitazione del 23enne leader del gruppo, adibita a luogo di riunione e base logistica. Così i militari sono riusciti a sequestrare durante l’indagine un totale di quasi cinque chili di hashish che erano stati originariamente nascosti sottoterra nella zona boschiva di Fossola (da qui il nome dell’operazione: “la gang del bosco”).

I coinvolti

Davanti al gup, oltre a Tommaso Pianini di Carrara, sono comparsi anche Manuel Scroglieri, 22 anni, di Massa (avvocati Francesco Marenghi e Salvatore Grillo), per il quale è stato chiesto il patteggiamento; Lorenzo Rossi, 20 anni, di Sarzana (avvocato Jacopo Memo), che ha chiesto il patteggiamento; Ana Maria Larisa Lazar, 21 anni, residente a Torino (avvocato Valentina Ramacciotti): patteggiamento; Carlo Hendird Bernieri, 20 anni, di Carrara (avvocato Guido Bernieri), patteggiamento; Lorenzo Muracchioli, 20 anni, di Carrara (avvocato Giuseppe Del Papa), abbreviato; Mattia Grillo, 20 anni di Carrara (avvocato Massimiliano Soggia), patteggiamento; Nicola Bruno Ricci, 26 anni di Carrara (avvocato Francesco Barsotti), abbreviato; Edoardo Corsi, 25 anni di Carrara (avvocato Giuseppe Del Papa), abbreviato; Simone Bassi, 39 anni, di Carrara (avvocato Luca Pezzica), abbreviato condizionato all’esame di un testimone.

Nel dettaglio, Pianini, Scroglieri, Lazar, Rossi, Bassi e due minori (per i quali come detto procede il tribunale dei minorenni di Genova) sono accusati di spaccio aggravato in concorso, per il solo Pianini con l’aggravante specifica di aver consegnato droga a un minorenne, per tutti l’aggravante di aver concorso al reato in più di cinque persone e per aver partecipato alla commissione di un reato per cui è previsto l’arresto in flagranza con due minorenni.

Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, avrebbero gestito cinque chili di hashish, Pianini quale effettivo acquirente, Scroglieri e Lazar quali accompagnatori in auto per comprare la droga, i 5 chili di hashish tenuta nella casa di Pianini, e con il contributo di Rossi, Bassi e di una minore, avrebbero provveduto a confezionare la droga. Tre chili venivano sotterrati da Pianini e Rossi. Un chilo veniva ceduto a un minore. Poi, della parte sotterrata, circa un chilo e sette veniva ceduto ad un 25enne, unica parte lesa del procedimento, perché quest’ultimo veniva arrestato e, quando rilasciato, su whatsapp Pianini lo minacciava pesantemente.

E ancora: Lorenzo Rossi è accusato di spaccio fra il 2021 e il 2022; Pianini, Scroglieri, Rossi, Lazar, Grillo e Muracchioli, di spaccio a Carrara e Torre del Lago dal 21 ottobre al 27 ottobre 2022. Altri episodi di spaccio sono contestati a Scroglieri (14 settembre 2022), Bernieri (da gennaio a ottobre 2022); Ricci (il 22 ottobre 2022); Corsi (il 18 ottobre 2022); Muracchioli (il 22 ottobre 2022). E ancora, a Pianini, Corsi, Scroglieri e Lazar, spaccio tra Torre del Lago e Carrara tra luglio e agosto 2022. Infine Pianini è accusato anche di minacce. Appuntamento il 2 ottobre 2025.

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