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“L’indignazione della comunità per gli attacchi e gli insulti subiti mi è giunta forte e chiara – prosegue Girardi – Il fatto, poi, che l’ultimo esposto degli ambientalisti sia stato palesato proprio nel giorno dell’accensione dell’albero, manifesta una chiara e studiata volontà di visibilità personale: piano che in parte è riuscito, visto che nelle paginate giornalistiche dedicate alla festa, qualche trafiletto lo hanno ottenuto. Buon per loro.”
“L’impressione è che queste persone non sapessero letteralmente di cosa stavano parlando. Dopo i clic alla petizione online piena di “fake news”, nei boschi non si è visto nessuno. Durante il viaggio a Roma in molti hanno riso passandosi, da un cellulare all’altro, le immagini di “Mattino cinque” in cui un paio di questi attivisti hanno fornito risposte balbettanti al giornalista che chiedeva loro se preferivano che l’abete rosso di 29 metri diventasse un comodino.
Quell’albero, comunque destinato al taglio, è stato visto dall’intero pianeta collegato in tv, sarà la nostra immagine globale per più di un mese e poi tornerà qui e sarà utilizzato per un concorso di scultura, divenendo dunque qualcosa di permanente e ancor più importante.
Per cui sono sicuro che anche l’ultimo esposto del “club del comodino” cadrà nel vuoto.
La scelta dell’albero è stata fatta secondo norma e sentiti i Corpi forestali. È gravissimo che si tenti di adombrare l’ipotesi di qualche illecito. Si tratta, in questo caso sì, di voler danneggiare l’immagine dell’ente e del territorio.
Sul tema delle spese, aggiungo che proprio a seguito delle dichiarazioni rilasciate a “Mattino cinque” le autorità hanno deciso di presidiare l’area del taglio, quella notte e il giorno seguente. Bisognava mantenere in sicurezza tutti, ambientalisti compresi. Questo ha comportato il costo del lavoro straordinario delle forze dell’ordine, a cui rinnovo il mio ringraziamento anche per tutto il freddo che hanno subito in quelle ore, mentre altri se ne stavano al calduccio davanti alle loro tastiere.
Mi soffermo su quella edizione di Mattino cinque, in cui l’avvocata Canestrini parla di un albero di 200 anni (in realtà ne ha 70) e racconta di “un albero monumentale, un simbolo, un personaggio, un feticcio, un punto di riferimento per il contesto storico paesaggistico e culturale […] un albero un po’ isolato, in una radura”: sembra dunque sapere con precisione di cosa parla, salvo poi ammettere che non sa quale sia l’albero.
Mi permetto poi di evidenziare che il signor Vescovi, che si mostra con la maglietta “Io boicotto il Trentino”, in Val di Ledro affitta alloggi ai turisti. Mi astengo dal commento, che lascio al lettore. Ma aggiungo un’informazione relativa al signor Vescovi, che ha recintato un intero bosco con pali di cemento e rete metallica alti due metri. Uno “spettacolo” che spero pochi turisti vedano nelle loro passeggiate.
La nostra comunità non si è fatta intimidire e ha tirato dritto per la sua strada ma è rimasta profondamente offesa. Eppure i miei concittadini si sono dimostrati straordinari e dignitosamente superiori alle provocazioni. Cari ambientalisti, vi invito a riflettere e a venirci a trovare, a scoprire la nostra terra, il suo rapporto con la natura e coi boschi. Perchè l’odio e le proteste per partito preso possono offendere e danneggiare persone oneste, che sulle montagne vivono e lavorano tutto l’anno”, conclude il sindaco di Ledro, Renato Girardi.
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