Mele e speck: un miliardo «Dop»: Trentino-Alto Adige nella top 10

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di
Mario Parolari

L’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare: record di cibo italiano nell’Ue. Coldiretti: «Misure contro il falso Made in Italy»

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Speck e mele sono tra i primi 15 prodotti italiani di cibo Dop e Igp. E il Trentino Alto Adige è primo per ortofrutta e cereali, per un valore economico di 143 milioni di euro.

Questo il quadro disegnato dal rapporto «Qualitativa 2024» dell’Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare (Ismea) sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane a Denominazione di origine protetta (Dop), Indicazione geografica protetta (Igp) e Specialità tradizionale garantita (Stg). A livello nazionale, si inserisce nella top 15 lo speck altoatesino, tredicesimo per 107 milioni di euro. Seguono le mele Alto Adige Igp (81 milioni) e quelle Dop della Val di Non (63 milioni).




















































L’impatto economico

L’impatto economico nel 2023 di questi e altri 26 prodotti marchiati per la nostra regione supera di poco il miliardo di euro (1,019 milioni, settima posizione italiana), ovvero il 27% dell’industria agroalimentare. La filiera, che conta 20.770 operatori, è composta per il 69% dai 13 prodotti vinicoli, il cui comparto vale 703 milioni. Sui vini il Trentino Alto Adige è la quinta regione in Italia. Ottava per il comparto cibo, i cui 16 prodotti valgono 316 milioni di impatto economico.

«La Dop economy spinge i record del Made in Italy a tavola, facendo dell’Italia il Paese leader della qualità in Europa per numero di prodotti a denominazione di origine con 328 specialità, 529 vini, 5547 prodotti alimentari tradizionali, grazie all’agricoltura più green della Ue — spiega Gianluca Barbacovi, presidente Coldiretti Trentino Alto Adige —. I prodotti a Dop contribuiscono ad arricchire uno straordinario patrimonio enogastronomico segnato da distintività e biodiversità alla base oggi di una filiera agroalimentare allargata, che rappresenta la prima ricchezza del Paese. Oltre al cibo più amato nel mondo, l’agricoltura italiana garantisce peraltro autentici beni pubblici quali tutela del paesaggio, biodiversità, salute e benessere, contrasto ai rischi idrogeologici, coesione territoriale, baluardo allo spopolamento delle aree marginali, turismo, territorio, energie rinnovabili».

Bolzano

La provincia di Bolzano ricava dalla «Dop economy» 529 milioni, 39 in più dei vicini trentini. Tra gli altri prodotti della nostra regione, troviamo le trote del Trentino Igp, vendute per 4,6 milioni (+4,5% sul 2022). Siamo anche la quarta regione italiana per le carni, ma solo quattordicesima per numero di prodotti marchiati (29), categoria in cui l’Italia è leader europeo (856).

«Una minaccia viene dal fenomeno del falso cibo Made in Italy, il cui valore ha superato i 120 miliardi, sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia — spiega Barbacovi —. Nel mondo ci sono ben sei imitazioni per ogni prodotto originale Made in Italy. Ma avanzano anche i cibi ultra processati, sulla spinta dei grandi oligarchi mondiali dell’alimentazione, con gravi effetti sulla salute dei cittadini, a partire dalle giovani generazioni. Un fenomeno che spaventa otto famiglie su dieci, contro il quale Coldiretti chiede misure che vanno da un’etichettatura chiara al divieto dell’utilizzo nei distributori in scuole e edifici pubblici, fino al potenziamento delle ore di educazione alimentare per gli studenti».


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