Nuovo Giornale Nazionale – ERDOGAN MEDIA LO “STORICO” CONTRASTO TRA ETIOPIA E SOMALIA

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Trent’anni di colpevole inettitudine italiana, da quando Mani Pulite ha eliminato i partiti in Italia, consegnando il Paese  nelle mani della coalizione ulivista che, non solo ha smontato l’Iri e svenduto i gioielli del Paese, ma ha anche eliminato ogni positiva influenza italiana sulle ex colonie, ora entrate nella sfera di influenza turca.

È andata, infatti, a buon fine la mediazione della Turchia nell’annosa disputa diplomatica tra Etiopia e Somalia. Al termine di colloqui diretti ad Ankara tra il primo ministro etiope Abiy Ahmed e il presidente somalo Hassan Sheikh Mohamud, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan – che ha mediato l’incontro – ha infatti annunciato mercoledì sera la firma di uno “storico” accordo che segna un nuovo inizio basato su pace e cooperazione per i due Paesi del Corno d’Africa.

La dichiarazione è il risultato del terzo round di negoziati tra Somalia ed Etiopia, mediati dalla Turchia, e mira a risolvere le tensioni bilaterali esplose a gennaio, in seguito al controverso memorandum d’intesa siglato tra il governo di Addis Abeba e le autorità del Somaliland.

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In una conferenza stampa, Erdogan ha elogiato l’impegno dei leader nel superare le tensioni passate e malintesi, dichiarando: “Abbiamo compiuto il primo passo per un nuovo inizio basato su pace e cooperazione tra Somalia ed Etiopia”. Il presidente turco ha ribadito che la pace e la stabilità nell’area del Corno d’Africa restano una priorità per la Turchia, esprimendo gratitudine per la “costruttività e sacrificio” dimostrati dai due leader per raggiungere l’intesa.

Secondo l’agenzia di stampa turca “Anadolu”, la dichiarazione congiunta include un impegno verso la cooperazione economica e lo sviluppo condiviso, ponendo le basi per una maggiore stabilità regionale. Erdogan ha sottolineato che la Turchia continuerà a supportare iniziative volte a migliorare la vita delle popolazioni locali e promuovere il benessere economico nella regione. “Decideremo insieme i prossimi passi – ha aggiunto Erdogan – per attuare progetti che aumentino la prosperità e la pace nella regione”.

L’accordo tra Somalia ed Etiopia apre la strada a ulteriori negoziati per affrontare questioni ancora irrisolte, tra cui il futuro del Somaliland e le dispute territoriali.

Erdogan ha dichiarato che la Turchia continuerà a monitorare l’attuazione dell’accordo e a supportare progetti che migliorino il benessere economico e sociale nella regione. Se implementata con successo, l’intesa potrebbe rappresentare un modello per la risoluzione pacifica dei conflitti in Africa, consolidando ulteriormente il ruolo della Turchia come partner strategico nel continente.

La dichiarazione, denominata “Dichiarazione di Ankara”, riafferma l’impegno dei due Paesi a superare divergenze e promuovere un futuro di stabilità e prosperità condivisa nella regione del Corno d’Africa. Il documento evidenzia la volontà di entrambe le parti di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale reciproca, come previsto dalle norme del diritto internazionale, dalla Carta delle Nazioni Unite e dall’Atto costitutivo dell’Unione Africana. “I leader di Somalia ed Etiopia – si legge nella dichiarazione – hanno riaffermato il loro rispetto e impegno verso la sovranità, l’unità, l’indipendenza e l’integrità territoriale reciproca, superando malintesi e conflitti per progredire insieme verso un benessere condiviso”.

Tra gli impegni presi, Somalia ed Etiopia hanno concordato di avviare negoziati tecnici per definire accordi commerciali e logistici bilaterali, con particolare attenzione all’accesso sicuro e sostenibile dell’Etiopia al mare. “Hanno deciso di avviare negoziati tecnici in buona fede per questi scopi entro e non oltre la fine di febbraio 2025, con la facilitazione della Turchia, da concludersi e firmarsi entro quattro mesi”, si legge nel testo. Un altro punto cruciale della dichiarazione riguarda il ruolo delle Nazioni Unite e dell’Unione africana nel sostenere il processo di pace. La Somalia ha inoltre riconosciuto i sacrifici dei soldati etiopi all’interno delle missioni dell’Unione africana e ha espresso gratitudine per il loro contributo alla sicurezza regionale. Il presidente Erdogan ha ricevuto ringraziamenti espliciti da entrambe le parti per la mediazione svolta e il suo impegno continuo. “Hanno espresso la loro gratitudine al presidente della Repubblica di Turchia, Recep Tayyip Erdogan, per questa iniziativa e per il suo continuo impegno nel processo”, si legge nella dichiarazione. Il documento sottolinea inoltre l’importanza di risolvere eventuali differenze future attraverso il dialogo, con l’assistenza della Turchia come mediatore neutrale, e prevede misure concrete per rafforzare la cooperazione economica e la stabilità regionale, con particolare attenzione al commercio e alle infrastrutture. Inoltre, l’accordo include impegni per ridurre il rischio di ulteriori conflitti nella regione dell’Oltregiuba e altre aree di confine.

La Turchia ha svolto un ruolo centrale nella mediazione tra i due Paesi. Erdogan ha lavorato per garantire un dialogo costruttivo, incontrando separatamente Mohamud e Ahmed prima di facilitare l’accordo congiunto. L’accordo rappresenta un significativo successo per Ankara, che negli ultimi anni ha ampliato la sua influenza nel Corno d’Africa. Con investimenti strategici sia in Somalia che in Etiopia, la Turchia ha dimostrato di essere un attore chiave nella regione. La Somalia ospita la più grande base di addestramento militare turca all’estero, mentre l’Etiopia è un importante mercato per i droni militari turchi e altri investimenti economici e Ankara è seconda solo alla Cina negli investimenti nel Paese africano, inclusa la vendita dei suoi droni collaudati a livello militare. Nell’agosto 2021 Ankara ha inoltre firmato un accordo di cooperazione militare con Addis Abeba (ratificato nell’aprile 2023 dal parlamento), mentre i droni turchi sono stati usati dalle Forze armate etiopi contro i ribelli del Fronte di liberazione del popolo del Tigrè (Tplf) durante il sanguinoso conflitto conclusosi nel novembre 2022. La dichiarazione di Ankara, dunque, non solo sottolinea l’impegno della Turchia per la pace regionale, ma consolida anche la sua posizione geopolitica in una regione caratterizzata da intense rivalità internazionali.

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