Le Comunità Energetiche e il Reddito Energetico Nazionale rappresentano strumenti strategici per una transizione energetica che possa garantire sostenibilità economica, sociale e ambientale. Tuttavia, il dibattito parlamentare evidenzia la necessità di continui miglioramenti per abbattere gli ostacoli che ancora ne limitano il pieno potenziale. Di seguito alcune delle modifiche annunciate dal Mase durante l’Interrogazione in Senato.
I quesiti dell’Interrogazione in Senato
Semplificazioni per l’accesso all’agevolazione, ampliamento della platea dei soggetti beneficiari, allargamento della finestra temporale di apertura degli sportelli, nonché delle modalità di accesso alle garanzie finanziarie. Sono queste, secondo il MASE, le misure adottabili nel breve termine per accelerare la diffusione di strumenti cruciali per il futuro energetico dell’Italia, quali Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) ed il Reddito Energetico Nazionale (REN). Dall’ultimo question time con il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in Senato, è emersa l’estrema centralità di questi temi per ridurre la dipendenza dalle fonti fossili e contrastare la povertà energetica, ma anche le significative criticità che ancora costringono ad interventi correttivi.
Le criticità delle Comunità Energetiche Rinnovabili
In particolare, il quesito posto da Forza Italia al Titolare dell’Ambiente, ha evidenziato le difficoltà incontrate nella costituzione di nuove Comunità Energetiche Rinnovabili, sostenute finanziariamente con 2,2 miliardi di euro stanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Si parla essenzialmente di due principali criticità. La prima riguarda gli ostacoli oggettivi per i piccoli Comuni (essendo i fondi destinati esclusivamente a Comuni con meno di 5.000 abitanti), che, in genere, non hanno le risorse per gestire e progettare interventi di questo tipo. La seconda è relativa all’accesso ai finanziamenti bancari. Le Comunità, costituite come associazioni in partecipazione, non riescono a fornire le garanzie necessarie per accedere ai prestiti.
Il senatore Antonio Trevisi (FI), che ha illustrato il tema dell’Interrogazione, ha sottolineato la necessità di una revisione profonda del modello attuale di CER, che rischia di minare il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
“L’ideale sarebbe prevedere una procedura semplificata e garantire un supporto diretto dello Stato per la costituzione delle CER, o, in alternativa, creare una grande comunità energetica nazionale che consenta di utilizzare i fondi del PNRR prima che vadano perduti” ha proposto Trevisi.
Reddito Energetico, uno strumento perfezionabile
Il Reddito Energetico Nazionale ha dimostrato grande efficacia nel promuovere l’installazione di impianti fotovoltaici su superfici private, con finanziamenti a fondo perduto che permettono ai cittadini di beneficiare dell’autoconsumo e allo Stato di valorizzare l’energia in eccedenza.
In meno di 24 ore dall’apertura dello sportello, la gran parte delle risorse disponibili è stata assegnata, a testimonianza dell’interesse suscitato dalla misura. Tuttavia, anche in questo caso, permangono ostacoli operativi che limitano l’efficienza del sistema.
I requisiti assicurativi eccessivamente stringenti stanno, infatti, bloccando numerosi installatori. Il costo della polizza assicurativa, spesso superiore a quello dell’impianto stesso, rappresenta una barriera insormontabile per molte famiglie e imprese. Una soluzione, secondo gli “interroganti”, sarebbe quella di intervenire sulle clausole assicurative per ridimensionarle, garantendo comunque un’adeguata tutela.
“Il Reddito Energetico è una misura win-win,” ha dichiarato Trevisi. “Nel Sud Italia il costo degli impianti fotovoltaici viene ammortizzato in pochi anni, con una durata degli impianti di oltre 30 anni e un ritorno economico pari a sei o sette volte l’investimento iniziale. Parte dei ricavi potrebbe essere destinata a ridurre le bollette dei cittadini, mentre un’altra parte resterebbe allo Stato per essere reinvestita in settori cruciali come la sanità. Servono piccoli correttivi per rendere queste misure ancora più efficaci. Non possiamo permettere che burocrazia eccessiva e costi assicurativi elevati ostacolino un sistema che offre benefici sia ai cittadini che allo Stato”.
La replica del ministro Pichetto Fratin
Il ministro Pichetto Fratin, ribadendo la centralità delle suddette misure per ridurre la bolletta elettrica delle famiglie, e diminuire la dipendenza da fonti energetiche convenzionali, ha dichiarato a sua volta che il MASE sta lavorando su diversi fronti per incrementarne la diffusione.
In merito alle Comunità Energetiche, tra le principali azioni in fase di studio, il Ministero starebbe valutando innanzitutto l’adozione di semplificazioni per l’accesso alle agevolazioni, così da renderle più facilmente fruibili. Fratin ha quindi fatto riferimento all’ampliamento della platea dei beneficiari, per includere più famiglie e imprese e l’estensione della finestra temporale di accesso allo sportello, favorendo un’adesione più ampia. Riguardo al Reddito energetico, il Ministro ha fatto poi riferimento a una possibile riduzione dei costi delle polizze assicurative, spesso percepite come ostacoli operativi per l’implementazione delle misure. “Sono in corso delle indagini di mercato e delle valutazioni per la riduzione dei costi affinché si minimizzino gli ostacoli operativi della misura” ha dichiarato.
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