Polo Universitario Penitenziario Uniss e LiberArte, il teatro di Shakespeare come artistica “evasione”

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(AGENPARL) – Roma, 13 Dicembre 2024

(AGENPARL) – ven 13 dicembre 2024 Il teatro di Shakespeare come artistica “evasione”: in programma altre due rappresentazioni nel carcere di tempio Nuchis
I risultati del progetto “LiberArte”
SASSARI. Continua il progetto teatrale “LiberArte” realizzato dal Polo Universitario Penitenziario dell’Università di Sassari (PUP Uniss) assieme all’ERSU Sassari. Dopo lo spettacolo di settembre 2024, sono previste altre due rappresentazioni sempre nel carcere di Tempio-Nuchis da qui a gennaio 2025, inserite come la prima nel quadro degli eventi SHARPER-Notte europea dei ricercatori.
Venti studenti detenuti stanno sfruttando l’opportunità di mettersi in gioco su un proscenio nuovo interpretando un testo di grande suggestione, uno dei più amati del drammaturgo William Shakespeare: “La Tempesta”. Fondamentali le attività preparatorie alla messa in scena realizzate nel corso del laboratorio “LiberArte”, curato dalla regista Chiara Murru sotto la supervisione scientifica della professoressa Loredana Salis (Dipartimento di Scienze Umanistiche e Sociali Uniss) e il coordinamento della professoressa Elisabetta Garau (Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione Uniss). I risultati di questo progetto dal nome parlante confermano ancora una volta il potere liberatorio dell’arte, la scoperta di un territorio dell’anima sottratto all’affanno quotidiano e capace di far scoprire nuovi interessi e talenti.
Il PUP Uniss, che aderisce alla CNUPP- Conferenza Nazionale Universitaria dei Poli Penitenziari, ha scelto anche quest’anno nell’ambito di SHARPER di perseguire l’obiettivo 11 dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite “Inclusione sociale e comunità sostenibili”. Quattro rappresentazioni teatrali vengono realizzate tra luglio 2024 e gennaio 2025 a Nuchis, perché questo Istituto Penitenziario è un’eccellenza italiana, in quanto circa il 15% dei detenuti è impegnato attivamente negli studi universitari (a fronte del 2% di media italiana), e più del 50% è impegnato in percorsi formativi di Scuola superiore o Università. Niente sarebbe stato possibile senza l’efficiente collaborazione del personale penitenziario della Casa di Reclusione di Tempio Pausania, diretta dalla Dr.ssa Veronica Proietti.
Per il Rettore dell’Università di Sassari Gavino Mariotti, “iniziative di questo tipo sottolineano ancora una volta il forte radicamento territoriale del nostro ateneo, che investe risorse umane ed economiche sempre crescenti in iniziative di trasferimento tecnologico, condivisione della conoscenza e della ricerca, coinvolgimento delle comunità locali, anche in contesti difficili come quello penitenziario, dove da oltre un decennio siamo all’avanguardia”.
“Si tratta di un evento di forte impatto sociale, in cui abbiamo l’ambizione di portare dentro il carcere chi solitamente vive “fuori”, per toccare con mano come i percorsi culturali progettati da enti di formazione e istituzioni pubbliche che collaborano tra loro possono costituire un’importante opportunità di formazione e crescita culturale per le persone in regime di detenzione: questa è una delle missioni più importanti del PUP” dichiara Emmanuele Farris, docente dell’università di Sassari e Delegato del Rettore per il Polo Universitario Penitenziario.
“Il laboratorio teatrale è inserito nel progetto culturale penitenziario LiberArte nella prospettiva di offrire agli studenti detenuti della Casa di Reclusione di Tempio-Nuchis occasioni d’incontro e di confronto con chi opera nel territorio e di partecipazione attiva a un’esperienza culturale che ha fatto emergere potenzialità e attitudini, come accaduto con i laboratori di scrittura e pittura svolti alcuni anni fa nello stesso Istituto Penitenziario” sostiene la coordinatrice del progetto LiberArte Elisabetta Garau.
“Gli attori, alla prima esperienza di recitazione, si confrontano con uno dei testi pilastro del canone teatrale universale, restituendogli nuova vita”, fa notare Loredana Salis, coordinatrice del laboratorio. “Fedele al testo originale, seppur lievemente ridotta, questa messa in scena della Tempesta di Shakespeare si colora di accenti ed espressioni dialettali, cogliendo pienamente l’essenza del teatro shakespeariano nel suo raccontare la quotidianità e i suoi imprevisti, e riflettendo come fosse uno specchio, la complessità dell’animo umano e, al contempo, la peculiarità della vita ‘dentro’”.
“L’evento rappresenta il risultato di un lavoro portato avanti in questi anni, che l’ERSU sostiene convintamente. Vedere i nostri studenti cimentarsi in questa rappresentazione fa ben sperare nel completo raggiungimento degli obiettivi che l’Ente si è posto aderendo al progetto del PUP”, dicono il Presidente Daniele Maoddi e il Direttore Generale Libero Meloni.

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