Torino e la crisi dell’export. L’Automotive trascina economia e mercato del lavoro in basso

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 


di
Christian Benna

Nello studio di Unioncamere Piemonte un Capoluogo che rallenta rispetto alle altre province, ma è l’intera regione che ormai perde terreno

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

Torino ha il motore in panne. La città più cassaintegrata d’Italia (fonte Uil) con quasi 21 milioni di ore di Cig sbanda anche sul fronte dell’export. Tutta colpa della frenata dell’auto, in Italia e nel mondo, che deprime le vendite all’estero di tutte le filiere collegate (-10% nei primi 9 mesi dell’anno) e comincia a costare caro alle imprese e anche ai lavoratori. Uno studio di Unioncamere Piemonte mette nero su bianco che la crisi dell’industria dell’auto ha già bruciato più di 2 miliardi di euro di esportazioni della provincia.

Capoluogo in affanno, provincia veloce

Torino resta il primo centro (con una quota del 43%) dell’export del Piemonte, che è la quarta regione italiana per prodotti spediti oltreconfine. Ma comincia a perdere terreno in modo consistente. Nel 2023 il capoluogo piemontese esportava beni per 21,8 miliardi, oggi è sceso a 19,6 miliardi. Un tonfo che non ha eguali sul territorio e in Italia. Anzi. Grazie all’alimentare, che nonostante tutto continua a crescere, di circa il 4,8%, la Provincia Granda viaggia controcorrente aumentando le esportazioni del 7%, a quota 8 miliardi, quasi la metà di quanto vende Torino. Che non è poco, in rapporto alla popolazione e al numero di imprese.




















































L’automotive porta a fondo 

A inceppare il motore dell’export, come detto, è il grande malato dell’economia europea: l’automobile, al bivio tra transizione elettrica, decisa per decreto dalla Ue, e un mercato che sembra non volerci salire a bordo. 

Nonostante l’intensa diminuzione (-17,0%) dell’export i mezzi di trasporto si confermano, anche nei primi nove mesi del 2024, il primo comparto delle esportazioni piemontesi in termini di contributo fornito al totale regionale (21,9%, in netto calo rispetto al 25,5 % dell’analogo periodo del 2023). All’interno dei mezzi di trasporto, l’export di autoveicoli ha segnato la contrazione più elevata (-31,7%). La componentistica autoveicolare ha registrato un calo più ridotto (-2,0%). Un trend negativo ha caratterizzato anche la nautica (-8,6%) e il ferro-tranviario (-0,6%), mentre sono cresciute le vendite oltre confine del settore aerospaziale (+6,3%). 

La crisi di Mirafiori, di cui oggi parlerà ai sindacati metalmeccanici il capo Europa di Stellantis Jean-Philippe Imparato, è solo uno dei temi caldi in agenda. Perché la sbandata dell’auto europea sta mandando fuori strada il principale partner del Piemonte, che è la Germania. Le vendite dirette verso Berlino scontano la flessione di entità maggiore per le merci piemontesi, registrando una contrazione tendenziale dell’11,4%, mentre i mercati statunitense (- 6,6%) e francese (-6,1%) evidenziano contrazioni prossime ai sei punti percentuale.

«I dati sull’export piemontese dei primi nove mesi del 2024 confermano una tendenza già evidenziata da diversi indicatori, a partire dalla produzione industriale: la contrazione, particolarmente marcata nel settore automotive, rappresenta una sfida significativa per l’economia regionale — ha spiegato Gian Paolo Coscia presidente di Unioncamere Piemonte — Solo attraverso un’azione congiunta su più fronti tra istituzioni, imprese e mondo della ricerca potremo superare questa fase e rilanciare l’export piemontese».

 Nel complesso il Piemonte ha smesso di correre, anzi, arretra e perde posizioni, raggiunto dalla Toscana al quarto posto delle regioni dell’export italiano. Nel periodo gennaio-settembre 2024 il valore delle esportazioni piemontesi di merci è sceso a 45,6 miliardi di euro dai 47,3 miliardi dei primi nove mesi del 2023, segnando una contrazione tendenziale del 3,5%.

Crisi occupazionale

La crisi dell’export si riflette inevitabilmente sul lavoro. Nei primi 9 mesi dell’anno, secondo dati Inps elaboratori dalla Uil del Piemonte, il capoluogo piemontese si conferma la città più cassa integrata d’Italia, davanti a Milano e Vicenza, con più di 20 milioni di ore di Cig, in vertiginoso aumento dell’87% rispetto allo stesso periodo nel 2023.

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

«I dati relativi alle richieste di ore di cassa integrazione, nei primi nove mesi del 2024, confermano lo stato di sofferenza del tessuto produttivo piemontese, maggiore rispetto al resto del Paese — ha affermato Gianni Cortese segretario della Uil del Piemonte — Le transizioni in atto impattano particolarmente sul settore dell’automotive, investendo, oltre che l’unico produttore di veicoli, anche l’intera filiera della componentistica, a rischio di sopravvivenza per quasi metà delle imprese». Il 2025 sarà tutto in salita.

Mutuo 100% per acquisto in asta

assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta

 

12 dicembre 2024

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link

Microcredito

per le aziende