TRANSPARENCY INTERNATIONAL * PARLAMENTO EUROPEO: «UN MEMBRO DELLA COMMISSIONE AMBIENTE GUADAGNA ALTRI 5.000 EURO ALL’ANNO DA UNA DELLE PIÙ GRANDI AZIENDE ELETTRICHE D’EUROPA»

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Carta di credito con fido

Procedura celere

 


11.34 – venerdì 13 dicembre 2024

Microcredito

per le aziende

 

(Il testo seguente è tratto integralmente dalla nota stampa inviata all’Agenzia Opinione) –
///

 

LINK

 

A maggio 2023 Transparency International EU pubblicava un’analisi sulle dichiarazioni degli interessi privati degli eurodeputati, con la quale rivelava l’entità dei guadagni provenienti dalle attività secondarie dei membri del Parlamento europeo.

Il Parlamento europeo, travolto nel 2022 dal più grande scandalo di corruzione mai visto prima, ha inasprito leggermente le sue regole etiche interne, lasciando immutato il problema più evidente: la prevenzione e la gestione dei conflitti di interesse.

Partiamo dal principio per il quale agli eurodeputati è permesso lo svolgimento di qualsiasi attività secondaria, con regole basilari di trasparenza e pochi controlli da parte del Parlamento. Dall’analisi delle dichiarazioni sugli interessi privati, Transparency International EU ha cercato di capire se i neoeletti hanno deciso o meno di ripartire da zero, prendere sul serio il proprio mandato ed evitando i doppi incarichi.

 

Finanziamenti e agevolazioni

Agricoltura

 

 

I risultati principali

Nell’ultima analisi gli eurodeputati del neoeletto Parlamento hanno dichiarato un maggior numero di attività secondarie rispetto alla fine del precedente mandato. Il 74% degli eurodeputati, ovvero tre su quattro, ha una qualche attività secondaria (a maggio era risultato il 70%).

Quasi un terzo degli eurodeputati ha dichiarato almeno un’attività che genera reddito, per un totale complessivo di 6,3 milioni di euro all’anno. Ricordiamo che gli eurodeputati guadagnano circa 100.000 euro all’anno come stipendio e non ci sono limitazioni per quanto riguarda le entrate secondarie, a patto che vengano dichiarate in modo trasparente.

L’unica limitazione teorica riguarda il tipo di lavoro secondario che possono svolgere: non possono “impegnarsi in attività di lobbying retribuite, se queste sono in qualche modo collegate al processo decisionale dell’UE“. Si tratta di un vincolo poco chiaro: i tipi di attività che potrebbero rientrare in questa clausola non son ufficialmente elencati da nessuna parte e, in effetti, l’analisi di Transparency EU ha rilevato che 159 attività risultano svolte con organizzazioni registrate nel Registro della trasparenza dell’UE, cioè organizzazioni coinvolte in attività di lobbying.

 

 

 

Conto e carta

difficile da pignorare

 

Che cosa fanno esattamente gli eurodeputati oltre ai loro impegni da rappresentanti eletti?

Lo scopo delle dichiarazioni degli interessi privati è quello di facilitare il controllo pubblico sugli eventuali lavori secondari. Conoscere il tipo di attività, il nome dell’organizzazione, la struttura proprietaria e le entrate effettive è fondamentale per prevenire i conflitti di interesse. Di seguito alcuni esempi delle circa 1.700 attività dichiarate:

  • un eurodeputato è membro della commissione per l’ambiente e guadagna altri 5.000 euro all’anno come membro del comitato consultivo per la sostenibilità di una delle più grandi aziende elettriche d’Europa, iscritta nel registro per la trasparenza dell’UE.
  • un eurodeputato è membro della Commissione per l’Ambiente e della Commissione per l’Agricoltura e guadagna 51.240 euro all’anno come presidente dell’Associazione Bavarese degli Agricoltori.
  • un deputato fa parte del Consiglio di Sorveglianza di BayWa AG, guadagnando ben 75.000 euro all’anno. Questa azienda internazionale opera in diversi settori, tra cui, ma non solo, l’agricoltura, l’edilizia e l’energia.
  • un altro deputato è un consulente freelance dell’industria automobilistica che guadagna circa 120.000 euro all’anno, oltre a essere membro delle tre commissioni competenti per l’ambiente, l’industria e il mercato interno.

Come nella scorsa analisi, sono state rintracciate descrizioni ancora più vaghe delle attività presentate dai deputati, come “lavoratore autonomo” o “membro del consiglio di vigilanza” (senza indicare a quale entità si riferiscano). Le descrizioni delle attività sono comunque migliorate rispetto all’ultima analisi, con solo l’8% delle attività al di sotto della soglia di “best practice” per Transparency EU. Inoltre, Transparency EU ha identificato altri 23 eurodeputati con attività generatrici di reddito senza un importo del reddito corrispondente. I motivi vanno da “Non è possibile specificarlo in questa fase” a “Il reddito da consulenza sarà determinato alla fine dell’anno in corso in base alle attività svolte”.

 

 

Un nuovo inizio?

Il nuovo Parlamento europeo sembra avere gli stessi problemi del vecchio: il sistema di dichiarazioni è autogestito, senza alcuna verifica proattiva sull’accuratezza delle informazioni fornite e sulla gestione efficace dei potenziali conflitti di interesse. Come ammette lo stesso Parlamento, gli eurodeputati “sono personalmente responsabili del contenuto delle loro dichiarazioni. Non c’è alcun mandato per indagare o controllare il contenuto e non c’è alcuna base legale per chiedere prove o documenti di supporto”. Non è chiaro perché il Parlamento non sia in grado di effettuare questi controlli minimi.

All’avvio del nuovo mandato, i deputati hanno ereditato un sistema etico inadeguato, frutto di un processo di riforma delle regole interne del Parlamento fallimentare. Il sistema è risultato lacunoso su molti aspetti e le attività secondarie e i conflitti di interesse sono, di fatto, ancora consentiti. Per esempio:

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

  • i deputati non dichiarano ancora tutti i dettagli necessari per un controllo adeguato e i servizi parlamentari sostengono di non avere il mandato per richiedere documentazione supplementare per verificarne il contenuto;
  • quando vengono scoperte delle violazioni, i deputati vengono raramente sanzionati e, anche in caso di sanzioni, queste sono deboli e insufficienti per fungere da deterrente efficace. Inoltre, le violazioni del codice sono oggetto di indagine da parte di un comitato consultivo composto dagli stessi eurodeputati;
  • l’applicazione del Codice di Condotta si basa interamente sulla buona volontà del Presidente del Parlamento.

Secondo Transparency International EU, i deputati dovrebbero cogliere l’opportunità di un nuovo mandato per perseguire e promuovere la cultura dell’integrità, con regole adeguate e applicabili.

Il Parlamento europeo non può permettersi un altro scandalo di corruzione sull’esempio del Qatargate e i cittadini devono poter essere certi che le decisioni che gli eurodeputati prendono per loro conto siano libere da influenze indebite e conflitti di interesse.

 

 

Le raccomandazioni di Transparency International EU
(che Transparency International Italia condivide)

  • Il Parlamento europeo dovrebbe vietare agli eurodeputati di impegnarsi in attività secondarie, retribuite o non retribuite, con organizzazioni che cercano di influenzare le politiche dell’UE.
  • Il Parlamento dovrebbe controllare diligentemente le dichiarazioni con un sistema di screening preventivo, per verificare la completezza, l’accuratezza e la veridicità delle informazioni contenute. Le dichiarazioni imprecise, inaccurate e incomplete dovrebbero essere categoricamente rifiutate. Inoltre, il Parlamento dovrebbe introdurre sanzioni più severe in caso di non conformità.
  • I moduli per le dichiarazioni dovrebbero limitare il testo libero e richiedere agli eurodeputati di riportare i clienti (quando possibile), il settore economico di riferimento e il nome delle società (come indicato nei registri nazionali delle imprese).
  • Il portale dei dati dovrebbe includere tutte le informazioni relative agli eurodeputati, compresi i voti, i ruoli, la dichiarazione di interessi privati, gli incontri di lobbying e la dichiarazione di partecipazione a eventi sponsorizzati da terzi, pubblicati in formati leggibili a macchina.
  • In caso di conflitto di interessi, gli eurodeputati devono adottare le misure necessarie per risolverlo e non devono essere autorizzati a ricoprire alcuna carica di potere connessa a tale conflitto, compreso l’incarico di relatore o di relatore ombra su un fascicolo, senza la necessità di un voto da parte della rispettiva commissione. La semplice percezione di un conflitto di interessi dovrebbe essere sufficiente per impedire all’eurodeputato di ricoprire tali ruoli fino a quando il conflitto di interessi non sarà risolto.



Source link

Finanziamenti personali e aziendali

Prestiti immediati

 

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link