La caccia alle cause scatenanti del tumore del colon-retto si arricchisce di un nuovo, preoccupante tassello: non solo, come suggerito da precedenti ricerche, le diagnosi di questa forma di cancro dell’intestino sono in aumento tra gli under-50 del Paesi occidentali; lo sono, a tutti gli effetti, tra gli under-50 di tutto il mondo – pur con una prevalenza tra i giovani adulti dei Paesi ad alto reddito. Lo suggerisce un’analisi appena pubblicata sul Lancet Oncology.
La dieta sotto accusa. Già diverse ricerche hanno evidenziato l’aumento dei casi di tumore del colon-retto in Europa e Nord America, in Canada e in Australia, nel Regno Unito. Questo tipo di distribuzione geografica dei casi ha portato a ipotizzare che lo stile di vita occidentale, e in particolare l’alto consumo di carni rosse e di cibi ultraprocessati, possa essere un fattore che contribuisce a questo tipo di cancro. Ma il quadro era probabilmente incompleto.
In Occidente, ma non solo. Nel nuovo studio, gli scienziati dell’American Cancer Society di Atlanta, Georgia, hanno esaminato il tasso di incidenza dei tumori del colon-retto in 50 Paesi sparsi nei vari continenti, prendendo i dati raccolti dal 1975 al 2017 in un database dell’OMS. I casi di questo tipo di cancro tra le persone tra i 25 e i 49 anni sono aumentati in 27 dei Paesi e territori considerati, dall’Europa al Sud America, dall’Asia all’Oceania al Medio Oriente (per esempio in Cile, Argentina, Porto Rico, Nuova Zelanda, Giappone, Thailandia, Turchia, Israele).
Nell’elenco ci sono anche Paesi non occidentali, come il Giappone, e altri che non hanno il reddito o lo stile di vita di Europa e Nord America, come la Turchia. Improbabile inoltre che l’aumento di casi sia ricollegabile solo ai progressi nello screening, visto che la prevenzione per i tumori del colon-retto inizia in gran parte del mondo dopo i 50 anni.
Tutti nella stessa barca. «L’aumento del cancro del colon-retto precoce è un fenomeno globale. Studi precedenti hanno mostrato la sua ascesa soprattutto nei Paesi occidentali ad alto reddito, ma ora è documentato in diverse economie e regioni di tutto il mondo», precisa Hyuna Sung, principale autrice della studio.
La crescita dei nuovi casi di questo tipo di tumore nei giovani adulti è così significativa che potrebbe provocare, a cascata e con l’invecchiamento dei giovani di oggi, una più alta incidenza anche delle persone anziane, tra le quali il tasso di cancro del colon-retto era rimasto stabile o si trovava addirittura in riduzione.
In pratica, rischiamo di perdere decenni di progresso contro questa malattia, la terza forma di cancro più diagnosticata (1,9 milioni di nuovi casi al mondo nel 2022), nonché la seconda più comune causa di morte per cancro (904 mila decessi nel 2022).
Le cause, dicevamo… Abitudini alimentari poco salutari, inattività fisica e tendenza all’obesità sono probabili concause del tumore del colon-retto. Ma forse c’è dell’altro: tutti i 27 Paesi con alta incidenza del tumore tra gli under-50 hanno punteggi alti o molto alti nell’indice di sviluppo umano (ISU; in inglese HDI-Human Development Index), uno strumento che misura il benessere di un Paese tenendo conto di aspettativa di vita, istruzione e reddito nazionale lordo procapite.
Sono Paesi in cui si gode di una buona qualità di vita. Inoltre, tutti tranne 6, sono considerati Paesi ad alto reddito. E nei 6 che restano fuori, l’incidenza di tumori del colon-retto appare in aumento anche negli over-50, a un tasso equivalente o persino superiore rispetto agli under-50.
Il fattore inquinamento. Arrivare a conclusioni lineari sulle cause è difficile e rischioso, visto che i dati di molti Paesi non sono rappresentativi del totale della loro popolazione. Tuttavia «ci sono ancora prove del fatto che lo sviluppo economico e l’occidentalizzazione dello stile di vita giochino un ruolo», ha spiegato al New Scientist Andrew Chan, epidemiologo dell’Università di Harvard.
Molti Paesi adottano lo stile di vita tipico dei Paesi industrializzati quando aumenta il loro benessere economico, per esempio aumentando il consumo di carne (in Giappone se ne mangia oggi 7 volte tanta rispetto al 1961). «Detto questo, penso che si dovrebbe comunque considerare il fatto che ci sono probabilmente altri fattori in gioco», dice Chan. Come la presenza di certi inquinanti ambientali.
Occhio a questi sintomi. Capire come e tra quali popolazioni si diffonda un tipo di cancro che sembra essere tipico della vita moderna aiuterà ad affinare le campagne di prevenzione. Nel frattempo, occorre non prendere sottogamba una serie di sintomi “sospetti” meritevoli di approfondimento clinico, come sanguinamento rettale, cambiamento delle abitudini intestinali, sangue nelle feci, dolore addominale localizzato, inspiegabile perdita di peso.
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