Citron: «Le banche si ricordino che le PMI sono il 95% del tessuto imprenditoriale italiano»

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Mario Citron, presidente del Consorzio Veneto Garanzie, ha portato in trasmissione durante l’utlima puntata di Focus Verona Economia, una visione ampia e articolata sulle difficoltà di accesso al credito per le piccole e medie imprese. Con un’esperienza maturata a livello regionale e nazionale, ha evidenziato i limiti strutturali del sistema bancario tradizionale e il ruolo determinanante di strumenti come i Confidi e le BCC nel sostenere il tessuto imprenditoriale del territorio. Tra i temi trattati, la diminuzione del credito alle PMI, le fusioni bancarie e le nuove sfide legate alla sostenibilità e all’innovazione.

Presidente Citron, abbiamo parlato delle difficoltà delle micro e piccole imprese nell’accesso al credito. Qual è la sua analisi su questo tema, considerando anche il suo ruolo a livello regionale e nazionale?

La micro e piccola impresa ha sempre sofferto di difficoltà croniche nei rapporti con le banche. È vista spesso come il fratello difficile, complicato da gestire. Questo nonostante rappresenti il 95% del tessuto imprenditoriale italiano e una parte fondamentale dell’occupazione. Il problema principale è che le banche tendono a concentrarsi su operazioni di grande portata. Per importi sotto i 100mila euro, molte preferiscono non prendere in carico le richieste, considerandole poco redditizie. Fortunatamente, ci sono realtà come il nostro Consorzio e le BCC, che restano vicine alle dinamiche territoriali e offrono supporto alle piccole imprese, garantendo accesso al credito. È fondamentale continuare a lavorare per sostenere questa ossatura dell’economia.

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Negli ultimi anni, il credito alle micro e piccole imprese è diminuito drasticamente. Quali sono le ragioni principali?

Il calo del credito è un dato preoccupante. Dal 2012 al 2024, il credito alle micro e piccole imprese è diminuito del 42% a livello nazionale, e in Veneto la situazione è persino peggiore. Questo trend è iniziato con la crisi dei subprime del 2008 e si è aggravato con la pandemia. Le fusioni bancarie hanno portato a una centralizzazione delle decisioni, riducendo la vicinanza al territorio. Inoltre, i nuovi criteri di valutazione del merito creditizio penalizzano le piccole imprese, che spesso hanno bilanci limitati ma sono storicamente affidabili. La mancanza di finanziamenti rischia di compromettere la loro sopravvivenza.

Ha menzionato il ruolo del Consorzio Veneto Garanzie. Come si inserisce nel panorama attuale del credito?

Il nostro Consorzio si è evoluto per rispondere alle nuove esigenze. Oltre a offrire garanzie per i finanziamenti bancari, ora gestiamo direttamente l’erogazione del credito grazie a una collaborazione con la Regione Veneto. Questo ci permette di offrire tempi rapidi di approvazione e tassi di interesse molto competitivi. Abbiamo anche avviato un processo di aggregazione con altri Confidi per creare un unico organismo di garanzia che copra tutto il Nord-Est. Questo ci consentirà di affrontare meglio le sfide future e di accedere a strumenti europei, come i finanziamenti della Banca Centrale Europea.

Unicredit ha lanciato un’offerta su Banco BPM. Qual è la sua opinione su queste grandi fusioni bancarie?

Operazioni come questa sono inevitabili, ma devono essere valutate con attenzione. Il rischio è che il territorio perda punti di riferimento importanti. In Veneto abbiamo visto ciò che è successo alle due banche venete, e abbiamo visto i danni provocati a risparmiatori, imprese e comunità locali. Il nostro timore è che le fusioni portino a una maggiore concentrazione del credito nelle mani di pochi, penalizzando le piccole imprese. Queste realtà, spesso, hanno conti correnti e affidamenti con entrambe le banche coinvolte in una fusione, e potrebbero trovarsi con linee di credito ridotte o eliminate. È fondamentale anticipare questi problemi e trovare soluzioni.

Il futuro sembra sempre più orientato alla sostenibilità ESG e all’innovazione tecnologica. Quale impatto avrà questo sulle piccole imprese?

La sostenibilità ESG sta diventando un elemento chiave per ottenere credito. Le banche valutano sempre di più il posizionamento delle imprese in termini di riduzione delle emissioni e gestione sostenibile dei rifiuti. Le piccole imprese devono essere pronte a rispondere a queste nuove richieste, investendo in processi più sostenibili. Allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale rappresenta una sfida e un’opportunità. Le imprese artigiane, per loro natura, innovano costantemente, ma ora devono dotarsi di strumenti tecnologici avanzati per competere. Come Consorzio, siamo pronti a supportarle in questo percorso, offrendo consulenza e strumenti adeguati.

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