L’Europa e il suo futuro nel Nuovo Ordine Internazionale – Analisi Difesa

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di Alberto Cossu – Vision & Global Trends. Progetto Società Italiana di Geopolitica

L’ultimo numero della rivista di politica internazionali, GEOPOLITICA Vol XIII n. 2/2024 – curato da Tiberio Graziani e Filippo Romeo – costituisce un’importante fonte di riflessione sulle sfide e le opportunità che l’Unione Europea deve affrontare nel contesto di un nuovo ordine globale. Questo numero, intitolato “L’EUROPA E IL SUO FUTURO NEL NUOVO ORDINE GLOBALE – EUROPE AND ITS FUTURE IN THE NEW GLOBAL ORDER”, raccoglie articoli di vari autori che offrono analisi approfondite su temi cruciali per la geopolitica contemporanea, contribuendo a qualificare il dibattito accademico e pubblico.

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L’Unione Europea si trova di fronte alla necessità di dare una risposta strategica al cambiamento dell’ordine mondiale, caratterizzato dall’emergere dei BRICS e da una pluralità di poteri, tra cui spiccano Cina e India. Questi paesi stanno erodendo l’attuale assetto globale, disegnando un futuro che, sebbene non perfettamente delineato, appare sfumato e incerto. In questo contesto, la leadership americana, alla luce dei recenti esiti elettorali, si presenta piuttosto assertiva, mettendo in discussione gli assetti strategici ed economici che hanno governato finora i rapporti transatlantici. Questa assertività è spinta dalla necessità urgente di riequilibrare le dinamiche geopolitiche ed economiche a livello globale.

Il conflitto tra Russia e Ucraina, insieme alle sanzioni imposte contro Mosca, sta indebolendo la competitività europea. Le risorse finanziarie significative destinate a sostenere l’Ucraina stanno creando pressioni sulle economie europee. In questa situazione, l’Europa rischia di essere fortemente penalizzata dalle attuali dinamiche internazionali se non riuscirà a sviluppare una chiara capacità strategica e a sganciarsi da dipendenze obsolete che condizionano le sue scelte.

In sintesi, l’Unione Europea deve affrontare una sfida cruciale: adattarsi a un nuovo ordine mondiale in cui i BRICS e altre potenze emergenti giocano un ruolo sempre più rilevante, mentre cerca di mantenere la sua coesione interna e la sua competitività globale.

In questo contesto il numero di Geopolitica si propone di esplorare come l’Unione Europea possa navigare le complessità del panorama geopolitico attuale, caratterizzato da tensioni internazionali, crisi economiche e sfide ambientali. Gli autori analizzano il ruolo dell’Europa in un mondo sempre più multipolare, dove le tradizionali alleanze e le strutture di potere sono in evoluzione. L’obiettivo del volume è quello di stimolare una discussione critica sulle strategie europee necessarie per garantire la sicurezza e la prosperità del continente.

L’Europa si trova a un bivio: deve decidere se rimanere un attore passivo in questo nuovo ordine mondiale o se riconquistare un ruolo da protagonista. L’accordo con il Mercosur, anche se fortemente contrastato all’interno dell’Unione, in un momento di forte debolezza politica appare però come un segno di iniziativa rivolta a posizionare l’Europa in una prospettiva di competizione positiva nei confronti degli altri player Cina e Usa. Si apre, infatti, un libero mercato di 700 milioni di persone che potrebbe compensare alcune quote di export che venissero meno in altre parti del mondo. Il conflitto in Ucraina e le crescenti tensioni internazionali hanno messo a nudo le fragilità del Continente, evidenziando la necessità di una maggiore autonomia strategica e di una coesione interna più forte.

Le pagine della rivista Geopolitica offrono spunti di riflessione preziosi per chi è interessato a comprendere le dinamiche globali e a immaginare un futuro più luminoso per l’Europa. È un invito a guardare oltre le divisioni e a lavorare insieme per costruire un continente più forte, più unito e più resiliente.

Un contributo significativo (“Towards a Mediterranean Arms-control Regime”) in tema di sicurezza è quello di Mohamed Bialy Alolaimy, che propone l’istituzione di un regime di controllo degli armamenti nel Mediterraneo. L’Autore sottolinea come le recenti crisi geopolitiche, tra cui la guerra

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russo-ucraina e i conflitti nel Vicino Oriente, abbiano messo in evidenza la necessità per l’Unione Europea di sviluppare una strategia di sicurezza più proattiva. Alolaimy argomenta che, mentre gli Stati Uniti hanno storicamente fornito una rete di sicurezza attraverso la NATO, l’Europa deve ora prendere in mano le redini della propria difesa, specialmente alla luce di un possibile ritiro dell’impegno statunitense, proteggendo meglio il fronte mediterraneo dal quale provengono nuove minacce.

Sacha Mauro De Giovanni (“The European space and the African perspective”) offre invece una prospettiva interessante sul rapporto tra Europa e Africa, evidenziando la necessità per l’Europa di promuove lo sviluppo socio-economico degli stati africani. L’Autore suggerisce che l’Europa deve lavorare per emanciparsi dall’influenza statunitense e sostenere l’Africa attraverso politiche di cooperazione che affrontino le sfide comuni come migrazioni e sicurezza. Il piano Mattei concepito dall’Italia si muove proprio nella direzione di promuovere lo sviluppo dell’Africa basato su presupposti di collaborazione e cooperazione.

Raimondo Fabbri (“Submarine cables, the Mediterranean Sea, the European Union: a strategic challenge”) discute l’importanza delle infrastrutture strategiche, in particolare i cavi sottomarini nel Mediterraneo. Con l’aumento della dipendenza dalle comunicazioni digitali, Fabbri sostiene che l’Unione Europea deve sviluppare una nuova strategia per rafforzare le proprie reti di telecomunicazione. Questo approccio non solo migliorerà la sicurezza delle comunicazioni europee ma contribuirà anche a garantire la resilienza economica del Continente. Avanzano infatti progetti da parte di importanti aziende mondiali, come Meta, che intendono creare nuove reti, saltano il Mediterraneo facendo passare cavi dal Capo di Buona Speranza in considerazione anche dei problemi di sicurezza presenti nel Mar Rosso.

A significare l’importanza dell’Africa per il futuro dell’Europa A. Roberta La Fortezza ed Emanuele Oddi (“La Politique de Sécurité et de Défense Commune en Afrique subsaharienne : limites et leçons”) analizzano il ruolo della Politica di Sicurezza e Difesa Comune dell’Unione Europea in Africa subsahariana. Il loro studio mette in luce le missioni europee in corso e le sfide affrontate nell’ambito della gestione dei conflitti e della prevenzione delle crisi. Sottolineano che, nonostante i progressi compiuti, ci sono ancora significative limitazioni nelle capacità europee di intervenire efficacemente in contesti complessi come le recenti vicende dimostrano. Il caso di un paese membro dell’Unione Europea come la Francia, che dopo aver ritirato i propri militari dal Mali, Burkina Faso e Niger è costretto a farlo anche in Ciad, costituisce un esempio emblematico di quanto l’Europa si stia indebolendo in Africa.

Hicheme Lehmici (“The Sovereignty of European States in the Face of American Domination: Challenges and Prospects in the 21st Century”) esamina come l’influenza americana stia erodendo la sovranità europea nei settori militare ed economico. L’Autore traccia un quadro storico dell’interazione tra Stati Uniti ed Europa, evidenziando come la dipendenza militare dall’America abbia limitato l’autonomia strategica europea. Lehmici invita a riflettere sulle conseguenze delle sanzioni contro la Russia e sulla crisi energetica per il futuro dell’Europa.

Claudio Mancini (“Thirty years after The Clash of Civilizations. Europe in the New World Order”)

propone una riflessione sul trentesimo anniversario del libro “Lo scontro delle civiltà” di Samuel Huntington. Mancini discute la rilevanza contemporanea delle teorie di Huntington riguardo all’identità culturale europea nel contesto delle relazioni internazionali odierne. L’Autore confronta le idee di Huntington con quelle di Fukuyama e Kissinger, esaminando come le identità culturali influenzino ancora oggi la geopolitica europea.

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Alfredo Musto (“Europe in the Imbalances of the Multipolar Transition”) affronta il problema geopolitico dell’Europa nella transizione verso una configurazione multipolare. L’Autore utilizza un approccio

relazionale per analizzare le dinamiche interne ed esterne che influenzano l’Unione Europea, sottolineando la necessità di un asse continentale che favorisca l’indipendenza strategica dell’Europa.

L’articolo di Alberto Cossu (“The European Union as a Regulatory Power”) sostiene che l’Unione Europea (UE) ha assunto un ruolo sempre più significativo come potenza normativa globale, influenzando non solo i cittadini europei ma anche aziende e governi in tutto il mondo. Con un mercato unico di oltre 450 milioni di abitanti, le imprese globali devono spesso conformarsi alle normative europee per accedervi. Tra le principali regolazioni che hanno avuto impatto globale ci sono il Regolamento generale sulla protezione dei dati (GDPR), la Direttiva sui rifiuti elettronici (WEEE) e l’Accordo di Parigi sul clima. L’UE è anche leader nella transizione energetica, stabilendo obiettivi ambiziosi per la riduzione delle emissioni di gas serra e lo sviluppo delle energie rinnovabili. Questa capacità normativa permette all’UE di promuovere i propri valori e interessi, contribuendo a un ordine globale più sostenibile ed equo.

Una tematica ricorrente che attraversa tutto il volume è la necessità per l’Unione Europea di sviluppare un approccio coerente alle questioni di sicurezza e difesa. Con il panorama geopolitico in rapido cambiamento, è fondamentale che gli stati membri collaborino per creare strategie comuni che affrontino le minacce emergenti. Questo richiede non solo un aumento della spesa per la difesa ma anche una maggiore integrazione delle politiche estere tra i paesi europei.

Inoltre, gli autori sottolineano l’importanza della sostenibilità economica e ambientale nelle politiche europee. Mentre l’Europa cerca di affermarsi come leader nella lotta contro i cambiamenti climatici, è essenziale integrare queste considerazioni nelle strategie geopolitiche. La transizione verso un’economia verde non solo migliorerà la resilienza economica ma contribuirà anche a stabilizzare le relazioni con i paesi africani attraverso politiche commerciali più giuste.

Infine, il riconoscimento della diversità culturale all’interno dell’Europa è cruciale per costruire una società coesa capace di affrontare le sfide globali. La gestione dei flussi migratori e l’integrazione delle diverse culture devono essere al centro delle politiche europee future. Solo attraverso un approccio inclusivo sarà possibile garantire stabilità sociale ed economica.

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Conclusioni

In sintesi, questo numero della rivista Geopolitica rappresenta un’importante risorsa per comprendere le dinamiche attuali che influenzano il futuro dell’Unione Europea nel nuovo ordine globale. Gli articoli offrono spunti preziosi su come affrontare le sfide emergenti attraverso cooperazione internazionale, innovazione tecnologica e sviluppo sostenibile. Si evince dal volume che con una visione chiara e strategie ben definite, l’Europa ha l’opportunità non solo di sopravvivere ma anche di prosperare in un mondo sempre più complesso e interconnesso. La prospettiva di creazione di un’area di libero scambio con il Mecosur, sebbene contrastata, può costituire un momento decisionale coraggioso proprio quando il mondo sembra avviarsi verso una strada differente caratterizzata dalla creazione di barriere al commercio estero. L’Europa sceglie il libero commercio sebbene regolato in modo stringente in aderenza al modello di Regulatory power.

Scheda

GEOPOLITICA Vol XIII n. 2/2024 – L’EUROPA E IL SUO FUTURO NEL NUOVO ORDINE GLOBALE – EUROPE AND ITS FUTURE IN THE NEW GLOBAL ORDER – ISSN 2009-9193 – ISBN 9791281485136 – pp. 472 – Callive Edizioni – 2024

Il presente numero di GEOPOLITICA – curato da Tiberio Graziani e Filippo Romeo – raccoglie articoli e saggi utili al progresso degli studi di geopolitica nell’ambito della discussione intorno all’Unione Europea e al suo destino, contribuendo a qualificare il dibattito in corso.

Autori/Contributors: Mohamed Bialy Alolaimy, Jan Campbell, Marco Centaro, Alberto Cossu, Sacha Mauro De Giovanni, Raimondo Fabbri, Giuseppe Gagliano, Regina Iakusheva, A. Roberta La Fortezza, Gino Lanzara, Hicheme Lehmici, Claudio Mancini, Fabio Mini, Berik Mirmanov, Jorge Olver Mondelo Tamayo, Alfredo Musto, Michele Lippiello, Giuliano Luongo, Emanuele Oddi, Giuseppe Romeo, Erika Isabella Scuderi, Ksenia Tabarintseva-Romanova, Francesco Valacchi, Francesco Zecca

Questo numero di GEOPOLITICA gode del patrocinio di:

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