SIRIA, condotte energetiche. Guerra e gasdotti: produzione ed eventuale ripresa delle attività estrattive

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di Shorsh Surme, articolo pubblicato da “Panorama Kurdo” il 12 dicembre 2024, https://www.panoramakurdo.it/2024/12/13/7690/ La Siria riveste una grande importanza ai fini dei flussi di materie prime energetiche in virtù della sua posizione geografica. Essa, infatti, è in grado di fungere da ponte tra i produttori del Golfo e dall’Iraq e i paesi consumatori in Europa.

UN PAESE CHIAVE

Importanti gasdotti attraverso il territorio siriano sono già stati concepiti e realizzati, condotte che possono venire ampliate nella loro capacità. Si tratta del gasdotto arabo, di quello Iran-Iraq-Siria e Qatar-Turchia. Quest’ultimo origina in Egitto, quindi attraversa la Giordania, il Libano e giunge in Siria, dunque, si  presta a una estensione alla Turchia e, da lì, all’Europa. L’importante infrastruttura, i cui tubi in Siria si diramano per una lunghezza pari a 320 chilometri, è stata mantenuta in funzione fino a poco prima del divampare della guerra civile, poi è rimasta in gran parte distrutta a causa degli eventi bellici che hanno devastato il paese. Le grandi scoperte di gas effettuate negli ultimi anni nel Mediterraneo al largo delle coste di Libano, Israele, Cipro e Grecia potrebbero indurre a riconsiderare la condotta ai fini del trasporto del prodotto estratto verso i mercati internazionali.

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LA CONDOTTA IRAN-IRAQ-SIRIA

Il gasdotto Iran-Iraq-Siria è il frutto di una proposta di Teheran a Damasco fatta prima che scoppiasse la guerra civile. Scopo di essa era quello di fare affluire il gas estratto dall’enorme giacimento sottomarino di South Pars (condiviso con il giacimento settentrionale di Gumez, nel Qatar), all’Europa attraverso l’Iraq  e la Siria. Il progetto, che prevedeva il trasporto di 110 milioni di metri cubi di gas al giorno, è stato però ostacolato dal conflitto e dalle sanzioni imposte alla Repubblica islamica dell’Iran. Teheran prevedeva di esportare gas a basso costo in Europa dopo un accordo sul suo programma nucleare raggiunto con l’Occidente, ma ha incontrato l’opposizione degli Stati Uniti d’America.

IL GASDOTTO QATAR-TURCHIA

Il gasdotto Qatar-Turchia era stato concepito allo scopo di trasportare il gas estratto dal giacimento più grande del mondo, quello di Gumez settentrionale, nel Qatar (che viene condiviso con quello iraniano di Pars South) attraverso l’Arabia Saudita, la Giordania e la Siria fino all’Anatolia, tenuto conto che la Turchia costituisce uno dei mercati di gas più ricettivi al mondo. La concorrenza tra i due progetti ha portato a una disputa sulle rotte di trasporto dell’energia che ha visto contrapposti i Paesi arabi all’Iran. Alcuni analisti di geopolitica ritengono che il rifiuto del progetto da parte di Bashar al-Assad abbia spinto Doha a sostenere i gruppi di opposizione che hanno rovesciato il governo.

RIPRESA DELLE ATTIVITÀ

È importante che i paesi della regione svolgano un ruolo nel futuro della Siria, in modo che in futuro possano influenzare i tracciati dei gasdotti diretti in Europa. «La produzione siriana di petrolio e gas non è pari a quella della regione del Kurdistan, tuttavia, la Siria riveste una posizione strategica in quanto si trova sul Mar Mediterraneo e confina con Iraq e Iran», ha dichiarato al riguardo Khabat They Shuan Zulal, esperto di affari petroliferi e amministratore delegato di Kardukhi Consulting. Il Ministero siriano del Petrolio e delle Risorse minerarie ha rivolto ai suoi dipendenti un appello affinché ritornino a lavorare nei giacimenti petroliferi e di gas e nelle raffinerie. «Se il lavoro si fermasse a causa dell’attuale situazione – ha ammonito -, si verificherebbe un grosso problema di carenza di elettricità e di carburante, particolarmente necessari in questa stagione fredda».

PRODUZIONE DI MATERIE PRIME ENERGETICHE IN SIRIA

La guerra civile siriana ha avuto un forte impatto sul settore dell’Oil&Gas. Le riserve petrolifere del paese vengono stimate in 2,5 miliardi di barili. Prima della guerra civile in Siria si producevano meno di 600.000 barili di petrolio al giorno, poi, con l’avvento di Islamic State, nel 2014 la produzione petrolifera del paese è calata a 32.000 barili al giorno. Nel 2015, a seguito dell’intensificarsi delle tensioni interne, la produzione è crollata ulteriormente a 27.000 barili al giorno.

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