In corso lo sciopero generale nazionale. Si registrano riduzioni di servizio per bus, tram e treni. Due i cortei in programma, Salvini: «Caos, rivedere la norma sugli scioperi»
Caos e disagi nelle principali città per lo sciopero generale di 24 ore indetto dall’Usb, confermato dopo il braccio di ferro con il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini da una sentenza-lampo del giudice monocratico del Tar del Lazio. «Abbiamo fatto tutto il possibile per difendere il diritto alla mobilità degli italiani. Per l’ennesimo venerdì di caos e disagi, i cittadini potranno ringraziare un giudice del Tar del Lazio». Così, oggi, il ministro Salvini ha commentato le notizie sul traffico paralizzato in diverse città d’Italia. E poi, nel tardo pomeriggio, alla luce del caos e degli scontri a Torino, ha ribadito: «Ennesimo venerdì di sciopero caratterizzato, non solo da caos e disagi, ma soprattutto da violenze, scontri e danneggiamenti a beni pubblici e privati. E’ urgente rivedere la norma sull’astensione dal lavoro, visto che ormai è un’arma di scontro politico e di aggressione alle forze dell’ordine anziché di tutela dei lavoratori. Gli italiani hanno il diritto a essere protetti e io farò di tutto per tutelarli».
Pioggia e traffico in tilt
In particolare Roma è teatro di un gigantesco ingorgo: il caos si registra un po’ ovunque nella Capitale, anche a causa della pioggia che rallenta ulteriormente gli spostamenti. L’intera la città è paralizzata e, l’impressione, è che il blocco sia destinato a durare anche a causa dei cantieri del Giubileo ancora aperti in città. Secondo le previsioni, del resto, il maltempo continuerà anche nelle prossime ore.
Sui social spuntano foto di traffico e polemiche. «Via Leone IV dalle 7 di questa mattina! Ben venga la Ztl anche a Prati!», scrivono sui gruppo Fb di quartiere postando le immagini delle auto imbottigliate e immobili. «Due ore fermo nel traffico di Roma. Non ce la faccio più!», protesta su X anche Francesco. In Centro, sta anche andando in scena la corsa agli acquisti del Natale: il piano anti-traffico del Campidoglio, nel giorno dello sciopero, non si è rivelato sufficiente.
I disagi a Roma
Disagi e problemi alla circolazione si registrano in queste ore a Roma, dove alle 8:30 di mattina sono state chiuse le linee A e C della metropolitana (la C è poi stata riaperta nel corso della mattinata), mentre risulta attiva, anche se con una riduzione di corse, la linea B e B1. L’Atac, che ha confermato le chiusure, ha preannunciato possibili riduzioni di servizio anche dei mezzi di superficie.
Due cortei
Inoltre sono due le manifestazioni in programma oggi nella Capitale. La prima è già partita dalla stazione Tiburtina, con arrivo previsto a piazza Indipendenza, passando per via dei Marrucini, piazzale Aldo Moro, viale delle Scienze, viale dell’Università, viale Castro Pretorio, viale del Policlinico, piazzale di Porta Pia, via XX Settembre, via Goito. Davanti alla Sapienza, inoltre, al corteo dei lavoratori si uniranno gli studenti dei Collettivi e dei movimenti studenteschi. Sono previste chiusure stradali da parte della polizia municipale al passaggio del corteo, mentre saranno chiusi piazzale Tiburtino e piazza Indipendenza fino al termine della manifestazione. Il secondo corteo invece, organizzato da alcune realtà del terzo settore sul tema dell’emergenza abitativa, partirà alle 18 da piazza del Pigneto e arriverà a piazza Vittorio Emanuele II.
Treni e fasce di garanzia
Per quanto riguarda i treni, il personale addetto alla circolazione ferroviaria si ferma fino stasera alle 20:59. Ma i treni regionali rispettano fasce di garanzia. E le società del trasporto su rotaia hanno già reso noto sui propri siti i collegamenti e i treni che vengono comunque garantiti. Intanto a Roma, come se non bastasse, alle 9:30 la circolazione risultava rallentata per un guasto alla linea tra Settebagni e Tiburtina che ha allungato i tempi di percorrenza (fino a 15 minuti) dei treni Alta Velocità, Intercity e Regionali. Stop anche dei taxi fino alle 23:59 di oggi, fatte salve la garanzia delle prestazioni indispensabili e il rispetto delle fasce di garanzia. Può invece viaggiare sereno chi si sposta in aereo: il personale del comparto, infatti, non incrocia le braccia.
Le ragioni dello sciopero
La mobilitazione coinvolge diversi settori cruciali: dal trasporto pubblico e privato, al pubblico impiego, dalla scuola alla sanità, con migliaia di lavoratrici e lavoratori coinvolti in tutta Italia. Molte le motivazioni che hanno spinto il sindacato a indire lo sciopero: dalla politica economica del Governo alla richiesta di aumenti salariali e rinnovi contrattuali, e ancora contro il decreto legge 1660 sulla sicurezza, il premierato e l’autonomia differenziata. Chiesta poi l’abolizione dell’Iva sui beni di prima necessità, un tetto ai prezzi, una legge sul salario minimo, la riduzione dell’orario a 32 ore a parità di salario, una maggiore tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Infine c’è anche la questione israelo-palestinese, perché tra le ragioni dello sciopero si legge: «Contro il coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra».
Comunità ebraiche: «No a strumentalizzazione politica»
Su questo è intervenuta Noemi Di Segni, presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane: «Leggiamo attoniti tra le motivazioni dello sciopero indetto per oggi e avallate anche dal Tar quella di esprimersi “contro il crescente coinvolgimento dell’Italia nei teatri di guerra tanto ad est quanto nel sostegno al genocida governo israeliano”, trasformando cosi anche questo momento di rivendicazione salariale/sindacale in uno spazio prettamente prestato alla strumentalizzazione politica e alla distorsione che semina odio. In altre parole, il concetto è questo: va di moda il binomio Israele-genocidio e attrae attenzione? Usiamolo anche come sindacati per qualsiasi pretesa. E non importa che in altre parti del Medioriente e del mondo si è visto l’orrore proprio in questi giorni. Continuiamo ad insistere non solo per stigmatizzare l’abuso divenuto abitudine dei diritti costituzionali e dei fondamentali strumenti di tutela dei diritti dei lavoratori, per di più attraverso un’azienda municipalizzata, ma anche sul diritto di Israele di difendersi e favorire negoziati in corso sostenendoli anziché frenarli con slogan e sentenze cieche di quanto realmente avviene e le minacce presenti anche nelle nostre democrazie europee. Insomma, se da cittadini comprendiamo le ragioni di uno sciopero pur con tutti i disagi, da cittadini di questo paese ribadiamo che uno sciopero non è una piazza dalla quale si annunciano slogan di odio e distorsione».
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link