ATM, Orsa, Faisa e Cisl “l’accordo integrativo di secondo livello crea PROBLEMATICHE AI DONATORI SANGUE”

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I sindacati Orsa, Faisa Cisal e FIT Cisl scrivono all’AVIS comunicando che “in conseguenza a un recente accordo territoriale sottoscritto dalla Direzione di ATM S.p.A. (Azienda Trasporti Messina) con una parte del sindacato territoriale presente in azienda, gli effetti negativi di tale accordo ricadranno, fra l’altro, anche sui numerosi lavoratori dipendenti che periodicamente donano il proprio sangue su base volontaristica, in fede ai principi di altruismo e umanità su cui dovrebbe fondarsi la società civile“.

Come noto – continuano i sindacati citati – la retribuzione nei permessi retribuiti per chi dona il sangue corrisponde alle ore di lavoro che il dipendente avrebbe prestato ove non avesse donato il sangue e, in ogni caso, si applicano le disposizioni contrattuali nazionali e/o territoriali quando le condizioni sono più favorevoli per il lavoratore rispetto a quelle previste
dalla Legge. Purtroppo, la citata azienda (a totale sovvenzione pubblica), unitamente a una parte di rappresentanti sindacali territoriali, in data 09 dicembre 2024, ha disposto un articolato normativo che oltre a prevedere anomale e consistenti penalizzazioni economiche per i dipendenti fruitori di permessi Legge 104/92 e/o congedi parentali, penalizza altresì i lavoratori che per meri principi di umanità, altruismo e solidarietà donano il proprio sangue per offrire una speranza al prossimo più sfortunato. Per completezza di informazione, anche a beneficio delle Istituzioni che leggono per conoscenza, non si può sottacere che una precedente bozza di accordo, con contenuti e penalizzazioni simili a quelli presenti nella versione approvata il 9 dicembre u.s., fu nettamente e giustamente bocciata dal previsto Referendum dei dipendenti. Incassato il diniego referendario, l’azienda e una limitata frangia di rappresentanti sindacali hanno riproposto, in modo blindato, le medesime penalizzazioni per donatori sangue e fruitori di permessi a vario titolo sanciti dalla Legge, evitando artatamente di sottoporre la nuova
versione del documento al Referendum, democratico, libero e segreto dei lavoratori, lasciando però la “libertà” ad ogni dipendente di rigettarne i contenuti in modo dichiarato, attraverso una nota sottoscritta da consegnare all’azienda entro il prossimo 16 dicembre. C’è da precisare che la presunta “libera scelta”, eventualmente esercitata dai lavoratori dissidenti, per quanto stabilito dall’azienda comporterebbe l’esclusione degli stessi da ogni forma di premialità con grave compromissione del livello salariale.

Appare lapalissiano che anche il più convinto dei donatori sangue avrà delle evidenti difficoltà a sacrificare una quota del suo già parco salario per non interrompere l’attività di volontariato. Pertanto, a parere delle scriventi Organizzazioni Sindacali, i sottoscrittori dell’accordo, temendo l’ulteriore giudizio negativo dei lavoratori, hanno volutamente glissato la democrazia del Referendum sostituendola con una finta libertà decisionale che il lavoratore dovrebbe esercitare in modo palese, al di fuori del segreto dell’urna, e sotto evidente pressione coercitiva. Per meglio chiarire quanto testé denunciato si rende necessario specificare che il cosiddetto premio di produzione da concordare periodicamente a livello territoriale, è impropriamente definito “premio”, in realtà si tratta di una irrinunciabile quota di salario che
i livelli nazionali demandano agli accordi aziendali per il completamento degli emolumenti stabiliti dal Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro.

Orbene, nell’accordo territoriale che ci occupa, la cosiddetta indennità di presenza è stata tatticamente divisa in due separati livelli, il primo livello denominato “Premio Presenza” ove si riconosce ai lavoratori la parte minore dell’indennità giornaliera (5 euro) e in questo caso equivalgono parzialmente all’effettiva presenza anche i permessi stabiliti dalla legge; il
secondo livello denominato “indennità di effettivo impegno lavorativo” ove si concentra la parte più cospicua dell’indennità giornaliera che l’azienda riconosce solo in caso di “prestazione effettivamente svolta in tutti i giorni del mese senza interruzioni di alcun genere che non siano i riposi, ferie e permessi ex festività”.

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Significa che anche i donatori sangue, come i lavoratori fruitori di permessi Legge 104/92 e similari, nella giornata di permesso perderanno una significativa quota del salario giornaliero che avrebbero percepito in caso di effettiva presenza sul posto di lavoro.

Purtroppo, molti dei nostri associati che da anni sono donatori AVIS, in questi giorni stanno comunicando all’Avis del Comune di Messina la loro impossibilità a proseguire l’attività di volontariato per non compromettere i propri equilibri stipendiali.
Ritenendo che l’accordo in parola sia stato approvato e reso vigente, a far data dal primo gennaio 2025, in aperta violazione della Normativa e delle Leggi in vigore ma anche dei principi di solidarietà umana su cui si fonda il sistema del volontariato, le scriventi Organizzazioni Sindacali si rendono disponibili ad ogni forma di collaborazione, con l’AVIS e con le Istituzione elencate in indirizzo per conoscenza, col fine di superare l’incresciosa situazione venutasi a creare che, con inaudito cinismo, pone al primo posto le esigenze di produzione a tutti i costi, fino a penalizzare e disincentivare i principi di altruismo e il sistema
del volontariato che, al contrario, dovrebbero essere premiati
” conclude così la lettera.





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