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(ANSA) – REGGIO EMILIA, 17 DIC – È stato estradato ieri mattina in Francia il 77enne critico e collezionista d’arte Giuliano Ruffini. L’uomo, originario della provincia di Parma e residente a Vetto d’Enza nell’Appennino reggiano era stato arrestato il 18 novembre dopo essersi costituito ai carabinieri in virtù di un mandato di custodia cautelare emesso dalla V sezione penale della Corte d’Appello di Milano del 4 marzo 2020 divenuta definitiva il 9 luglio 2020 per i reati di truffa, riciclaggio e falso in opere d’arte – a seguito del rigetto del ricorso da parte della Cassazione – con la quale era stata disposta la consegna alle autorità francesi, dopo il mandato di arresto europeo emesso dal tribunale distrettuale di Parigi il 14 luglio 2019.
Dopo l’arresto di un mese fa erano però scaduti i termini, fissati in 10 giorni, di custodia cautelare in carcere e per questo era stato liberato. Venerdì scorso, 9 dicembre è stata emessa una nuova ordinanza d’arresto e Ruffini è stato posto ai domiciliari in attesa della consegna alla Francia avvenuta ieri mattina. L’uomo è stato accompagnato dai carabinieri di Castelnovo ne’ Monti all’aeroporto di Milano Malpensa.
GIULIANO RUFFINI, IL PRESUNTO FALSARIO RICERCATO DALLA FRANCIA (CHE VIVE A VETTO), SI È COSTITUITO
Tommaso Moretto per https://corrieredibologna.corriere.it
È stato arrestato. Ora è certo. Già, perché da tempo lo cercavano in Francia per processarlo come falsario, la stampa specializzata transalpina lo dava per latitante fino a qualche ora fa, mentre a Vetto, paesino in provincia di Reggio Emilia, lo vedevano entrare e uscire dai negozi o al volante di un fuoristrada nero. Il controverso personaggio è Giuliano Ruffini, un mercante d’arte di 77 anni, buona parte dei quali passati a commerciare opere d’arte, dipinti in particolare.
Stamattina si è costituito, accompagnato dal suo legale, ai carabinieri di Castelnovo né Monti, che hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Il provvedimento era scaturito a seguito della sentenza della Corte d’Appello di Milano del 4 marzo 2020 divenuta definitiva il 9 luglio 2020 – a seguito del rigetto del ricorso da parte della Cassazione – con la quale è stata disposta la consegna alla Francia dopo il mandato di arresto europeo emesso dal tribunale distrettuale di Parigi il 14 luglio 2019.
Negli ultimi giorni, come riportato anche da alcuni giornali francesi, inglesi e da il Resto del Carlino di Reggio Emilia oggi, si era diffusa la notizia che Ruffini fosse irreperibile, appunto, ma “intercettato” da tanti. Stamattina la svolta, col critico che presto sarà consegnato alla Francia. Il falsario è coinvolto in un’inchiesta internazionale per truffa, frode e ricettazione coordinata dalla procura di Parigi che dal 2015 accusa l’italiano di aver venduto come originali, e quindi per milioni di euro ciascuno, dipinti firmati da artisti come Lucas Cranach il Vecchio o come El Greco, cioè Domínikos Theotokópoulos, solo per fare degli esempi.
I sequestri
Quando gli inquirenti se ne sono accorti, sono scattati i sequestri nei musei come nelle case dei facoltosissimi collezionisti che li avevano acquistati e che, di fronte a quella sorpresa, hanno avuto un colpo al cuore, un mix micidiale tra la vergogna per essersi fatti beffare e la rabbia per l’improvvisa trasformazione di quello che credevano un capitale artistico appeso al loro muro e che invece diventava di fronte ai loro occhi solo una voragine nel conto in banca.
Una riproduzione, senza alcun valore, per quanto apparentemente perfetta. La Francia infatti aveva chiesto l’estradizione di Ruffini ma l’Italia aveva detto di no perché lui e il figlio Mathieu erano a processo a Reggio Emilia per evasione fiscale ma lo scorso aprile sono stati assolti con formula piena ed ora quell’impedimento sarebbe saltato. Ma a Parigi lo stanno ancora aspettando.
Il giornalista francese
Di Ruffini oltralpe parla un giornalista, Vincent Noce, che sulla vicenda ha scritto perfino un libro «L’affaire Ruffini: Enquête sur le plus grand mystère du monde de l’art», 290 pagine sull’inchiesta di quello che l’autore definisce il «più grande mistero del mondo dell’arte». Noce, fino a qualche ora prima dell’arresto, sosteneva che Ruffini fosse cercato anche dalla polizia italiana, che lui non avrebbe risposto alle convocazioni e che le questure non sapessero più dove cercarlo. Ora , però, anche Noce dovrà aggiornare il finale del suo libro.
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