Il governo Meloni cambia la Manovra 2025, tutte le novità su bonus e tasse nei nuovi emendamenti

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I lavori sulla Manovra vanno a rilento: il testo, che avrebbe dovuto arrivare in Aula alla Camera già lunedì, slitterà ai giorni successivi. Il motivo è che sono arrivati molti emendamenti del governo Meloni, che però devono ancora essere depositati. Nelle proposte si va dal taglio dell’Ires ai bonus elettrodomestici.

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Il governo Meloni ha aggiunto alla legge di bilancio una serie di emendamenti che cambiano diversi aspetti, dall’Ires alla web tax, fino a vari bonus. O meglio, in realtà l’esecutivo ha scritto solamente un maxi-emendamento che contiene all’interno tutte le modifiche previste, e che non è ancora stato depositato: al momento, perciò, si può parlare solamente di una bozza, anche se molto dettagliata.

L’emendamento ha portato Chiara Braga, capogruppo del Pd alla Camera, a dire che “col favore delle tenebre, la maggioranza ha presentato di fatto una nuova legge di bilancio“. Un nuovo cambiamento nella manovra, dopo che venerdì sera relatori hanno depositato una serie di emendamenti che hanno introdotto novità come l’aumento di stipendio dei ministri, le restrizioni sul Fondo mutui per le prime case, il rialzo dei pedaggi in autstrada e un emendamento anti-Renzi per vietare gli incassi dall’estero.

Perché i lavori sulla Manovra sono in ritardo

Il maxi-emendamento del governo, però, ha causato dei ritardi nei lavori in Parlamento: nel corso della giornata (e della nottata) di sabato avrebbero dovuto arrivare le ultime votazioni, ma è stato necessario bloccare la commissione Bilancio. Infatti, non è consentito presentare un emendamento di questo tipo alla legge di bilancio: bisognerà ‘spacchettarlo’ separando le proposte per ciascun articolo, e questo richiederà altro tempo ai tecnici del governo.

Insomma, la manovra avrebbe dovuto arrivare in Aula a Montecitorio, ma ormai è impossibile che ci arrivi in tempo. La commissione Bilancio si riunirà lunedì mattina, alle 10.30, per le votazioni. A quel punto, con tutti gli emendamenti depositati, si potranno portare a termine i lavori e il testo potrà andare all’Aula nei giorni successivi, come ha spiegato la relatrice di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli scusandosi.

Il passo indietro sulla web tax

Tra le novità introdotte dal governo c’è un passo indietro sulla web tax. La tassa pensata per colpire i giganti del web, con la prima versione della manovra, avrebbe dovuto allargarsi a tutte le imprese che hanno dei ricavi da servizi digitali. Questo avrebbe colpito anche i giornali, oltre a tutte le imprese che hanno un servizio di vendita online o altri introiti legati alla sfera digitale.

Invece, con un nuovo intervento – come detto, si tratta ancora di una bozza perché il testo prima di essere depositato dovrà essere ‘spacchettato’ dal maxi-emendamento – l’esecutivo ha fissato un paletto. La web tax dovrà essere pagata solo da quelle imprese che hanno ricavi digitali (non solo in Italia ma ovunque) superiori ai 750 milioni di euro all’anno.

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Sempre in tema di giornali, il governo ha deciso anche di stanziare un fondo che sarà dedicato alle edicole (cioè ai “punti vendita esclusivi per la vendita di giornali e riviste”), ma anche alle imprese dell’editoria. Il fondo varrà 20 milioni di euro.

Taglio dell’Ires per chi investe e assume

Uno degli interventi che il governo ha più promosso è arrivato dopo le pressioni di Confindustria: un taglio dell’Ires, dal 24% al 20%. Le aziende che investono gran parte degli utili (almeno il 30%, e in ogni caso almeno 20mila euro) e che nel 2025 assumono nuovi lavoratori a tempo indeterminato, senza diminuire il numero complessivo di dipendenti e senza richiedere la cassa integrazione, potranno pagare la quota ridotta.

I soldi per finanziare questa iniziativa verranno, indirettamente dalle banche. L’emendamento alla manovra infatti prevede che sarà ridotta la compensazione che spetta agli istituti di credito per le perdite fiscali degli scorsi anni: solo il 54%, e non più il 65%.

Nuovo bonus per attività extrascolastiche, ma sarà per pochi

C’è anche una versione ridotta di quel bonus da 500 euro per le spese extrascolastiche che Fratelli d’Italia aveva proposto. Il bonus sarà rivolto alle famiglie con Isee entro i 15mila euro. Potranno farne richiesta per pagare le attività sportive e ricreative extrascolastiche dei figli, purché questi abbiano tra i 6 e i 14 anni.

Per questo motivo, saranno messi da parte 30 milioni di euro, solo per il prossimo anno, nel nuovo Fondo dote famiglia. Tutti i dettagli, incluso l’importo del bonus – che probabilmente sarà da meno di 500 euro – saranno stabiliti con un successivo decreto.

Nel 2025 anche un bonus per rottamare gli elettrodomestici

Altro bonus previsto dal governo è quello per l’acquisto di elettrodomestici, con rottamazione. Chi compra un elettrodomestico in una classe energetica non più bassa della B, per sostituirne un altro più inquinante – che andrà rottamato – potrà avere un bonus pari al 30% del costo del nuovo elettrodomestico. Attenzione però: l’importo massimo sarà comunque di 100 euro. Solo per le famiglie con Isee sotto i 25mila euro, si potrà invece andare fino a 200 euro di bonus.

Anche il bonus elettrodomestici, come quello per le attività extrascolastiche dei figli, è scritto in manovra come misura che durerà per un solo anno. Per finanziarlo saranno stanziati 50 milioni di euro, senza possibilità di aggiungerne altri in caso di esaurimento. Terminati i fondi, quindi, il bonus non sarà più disponibile. Anche in questo caso, per conoscere i dettagli servirà un apposito decreto: sarà il ministero delle Imprese a occuparsene, entro il 29 febbraio 2025.

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Cambiano i requisiti dell’Assegno di inclusione, aumenta il Sfl

Cambiano i requisiti dell’Assegno di inclusione, che permettono di allargare leggermente la platea. Quest’anno hanno potuto fare richiesta per la misura contro la povertà tutti coloro che avevano un Isee entro i 9.360 euro e un reddito familiare entro i 6mila euro (che saliva fino a 7.560 euro in caso di famiglie composte solamente da persone anziane o con disabilità). Dal 2025, invece, l’emendamento alza leggermente l’asticella. Sarà ammesso chi ha un Isee fino a 10.140 euro e un reddito complessivo fino a 6.500 euro – oppure 8.190 euro per anziani e persone con disabilità.

Lo stesso allargamento avviene anche per il Supporto formazione e lavoro. In questo caso, la soglia di Isee passa da 6mila euro a 10.140 euro, allineandosi con l’Assegno di inclusione. Aumenta anche l’importo del Supporto: non sarà più di 350 euro al mese, ma di 500 euro. Non cambia invece la sua durata, che resterà solamente di dodici mensilità non rinnovabili.

Tassa sulle scommesse e i giochi online

Spunta una nuova tassa sulle scommesse. Un passaggio del maxi-emendamento del governo, ancora in bozza, prevede che per i giochi di carte o bingo a distanza scatti una tassa del 25,5% delle somme non restituite al giocatore. Invece per quanto riguarda le scommesse sportive la tassa sarà del 24,5% per le scommesse online e del 20,5% per quelle fatte sulla rete fisica. Non è ancora chiaro come saranno usati questi soldi. Si era parlato di dedicarli alla costruzione di strutture sportive, come gli stadi, ma il testo della manovra non specifica lo scopo.

Rimandata la tassa sulle criptovalute

Oltre alla web tax, un altro tema su cui il governo Meloni ha cambiato direzione è la tassazione delle criptovalute. Un risultato che la Lega ha rivendicato come un proprio successo. La prima versione della legge di bilancio conteneva un aumento al 42% della tassa sui guadagni che derivano da criptovalute. Invece, il nuovo emendamento riporta la soglia al 26% per il 2025. Nel 2026, invece, si salirà al 33%.

Arriva il fondo per le scuole paritarie

Un’altra misura che torna, in forma più ridotta, dopo essere circolata nelle scorse settimane. A metà novembre era emerso un emendamento che proponeva di stanziare 100 milioni di euro per le scuole paritarie, cioè private. Nel testo del governo, questa proposta rientra ma con importo dimezzato: si tratterà di 50 milioni di euro nel 2025. Saranno comunque garantiti in modo stabile altri 10 milioni all’anno, dal 2026 in poi.

Borsa di studio per specializzandi

Infine, un emendamento risponde in piccola parte alle richieste del mondo sanitario. Gli specializzandi di area sanitaria non medica – come chimici, fisici, biologi, ma anche farmacisti, odontoiatri, veterinari e psicologi – otterranno una borsa di studio. L’importo sarà decisamente ridotto: poco meno di 400 euro lordi al mese, per un totale di 4.773 euro all’anno.

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