Il ruolo degli Avanzi nel movimento rosato: «Spingere sull’export»

Nel racconto di quella che per noi è la cantina bresciana dell’anno — ossia Avanzi — è giusto partire da quanto ha scritto l’autorevole Guida ai Vini del Gambero Rosso nel premiare Antitesi 2023 come miglior vino rosato in Italia. «ll suo colore è di un pallidissimo incarnato, quasi (e sottolineiamo quasi) bianco. Ma è un rosé, di quella nouvelle vague che tanto fa discutere in Italia da qualche anno a questa parte. Rottura con la tradizione, quella dei rosé carichi di colore? La risposta è no. Perché Antitesi non nasce ‘contro’ la tradizione, piuttosto è una delle tante possibilità di espressione in rosa del nostro patrimonio di uve rosse. Non è un caso che provenga dal laboratorio Valtènesi, denominazione indissolubilmente legata all’uva Groppello, che negli ultimi anni ha regalato memorabili bottiglie di rosato, e che non si stanca di esplorare e sperimentare le mille possibilità di questa categoria».

Chapeau, direbbero i francesi che non a caso, in quella Provenza – che ha stretto una partnership con la Valtenesi – producono capolavori rosati. La famiglia Avanzi è un serbatoio di cose buone, realizzate in un terra da loro amatissima quale il Basso Garda. Dal 1931, grazie al fondatore Giovanni, hanno una grande cantina che si nota dalla Gardesana: i figli Giampietro e Alessandro hanno proseguito l’opera e sono tuttora attivi. Ma oggi l’anima è rappresentata dai quattro cugini: Giovanni e Giuseppe (i figli di Giampietro che si occupano rispettivamente del mercato nazionale e della parte enologica), Francesco e Nicola (i figli di Alessandro) con il primo a curare la notissima Manerba Brewery – la birreria-pub n.1 sul lago – e la produzione di extravergine DOP, tra i migliori del Garda, mentre il secondo è responsabile del mercato estero.

Con lui ci togliamo subito una curiosità: ma se il vino top della cantina si chiama Antitesi, quale è la Tesi? «È Rosavero, il classico Rosé da breve contatto bucce-mosto, commercializzato dopo qualche mese dalla vendemmia. Antitesi è frutto anch’esso di una pressatura soffice come vuole il disciplinare ma soprattutto del lungo contatto sulle fecce: ben 270 giorni su quelle nobili, costantemente rimesse in sospensione da un agitatore nelle botti in acciaio»- spiega Nicola. Il risultato viene filtrato e commercializzato solo un anno dopo la vendemmia: le uve sono quelle del vigneto Predelli, a Polpenazze del Garda. Si tratta di vecchie vigne di Groppello 25-30 anni di età, che insistono sul classico suolo morenico del Basso Garda a 160 metri di quota, perfettamente esposte ad est.

«Ci mettiamo un 10% di Barbera a sottolinearne la freschezza acida: poche migliaia di bottiglie, il nostro fiore all’occhiello: destinate ad evolvere e durare negli anni. Una sfida». A Nicola e la sua famiglia le sfide piacciono: i padri hanno ‘seminato’ bene negli anni ’70 e i figli nel 2000 hanno spinto di più, non solo nel vino. I primi riconoscimenti sono arrivati nel 2021, proprio con i rosati, fermo restando che da 40 ettari di proprietà su quattro vigneti (due a Polpenazze, uno a Desenzano e uno a Sirmione) nascono pure Lugana, rossi e spumanti. 450mila bottiglie all’anno con un 40% di export in 25 Paesi. Gli Avanzi sono in prima fila nel ‘movimento’ rosato che è cresciuto non poco, nella considerazione generale, nonostante i numeri siano fissati su due milioni di bottiglie all’anno.

Dove si può lavorare ancora? «Sull’export per esempio, con la speranza che i primi visitatori statunitensi passati qualche mese fa abbiano voglia di berlo a casa loro. Ma anche sul concetto che il rosato non vada bevuto solo da aprile a settembre. E ancora sul racconto del nostro bellissimo territorio, con un maggiore supporto di enti e amministrazioni. Ce ne sono di sfide da affrontare». Vero, e gli Avanzi con esperienza e passione non molleranno di sicuro.

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