Si è tenuto questa mattina, presso la sala technicolor del MultiAstra in via Tiziano Aspetti a Padova, l’assemblea generale del movimento civico Il Veneto che Vogliamo, dal titolo Il Veneto che Vorrei.
La consigliera Elena Ostanel, ha così commentato al termine dei lavori: «Oggi a Padova eravamo in centinaia di persone per Il Veneto che Vorrei, un evento che abbiamo proposto alle forze politiche per allargare il campo del centro sinistra ai movimenti civici e alle forze della società civile. La grande partecipazione ci dimostra che abbiamo raccolto un grande bisogno di partecipazione dei territori, dalle città fino ai comuni più piccoli delle aree interne, che significa che il percorso delle regionali non deve essere deciso tra pochi, né nelle segreteria dei partiti né nei coordinamenti di poche liste».
Numeri che confermano un certo interesse per il progetto politico civico:«Questa mattina eravamo più di 350 persone, amministratori, di comuni grandi e piccoli, rappresentanti di circa 100 liste civiche e associazioni, cittadine e cittadini. Un incontro che abbiamo voluto per rinsaldare un rapporto di dialogo nella cura dei territori e delle persone che li abitano, per ricucire la distanza, talvolta avvertita, tra la Politica e le comunità. Dalle piccole e grandi citta, dalle montagne alla costa per parlare di ospedali e autobus di ospite d’attesa lavoro che non c’è. Con noi quasi 40 relatori che hanno toccato diversi dei temi che vorremmo arrivassero nel programma dell’alternativa che ci proponiamo di costruire: dall’ambiente al lavoro, senza dimenticare sanità e cultura», ha sottolineato la Consigliera. «Un incontro dove abbiamo ascoltato diverse voci che porteremo con noi nei prossimi mesi. Ma vogliamo che da oggi parta un percorso che, per chi vorrà, ci porterà a far vedere il Veneto che vorremmo, un Veneto che possiamo costruire assieme, nelle nostre diversità e ragioni territoriali, dai comuni più grandi alle aree interne ai piccoli, insieme», ha concluso Ostanel.
«Oggi a Padova, nell’incontro di tutti i mondi che afferiscono alla galassia democratica del Veneto, si è riallacciato il percorso iniziato nel 2020 che mira ad offrire ai cittadini del Veneto un’alternativa al governo ormai troppo statico della destra. Mi ha fatto piacere vedere tante persone impegnate nelle amministrazioni locali e tanti giovani che hanno manifestato la loro disponibilità a lavorare insieme per un progetto comune», ha sottolineato Arturo Lorenzoni. «Le idee non mancano, il progetto per dare risposta ai tanti bisogni dei veneti e del nostro territorio si sta concretizzando in un percorso comune. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato e contribuito con le loro idee e il loro entusiasmo. Come ho detto spesso, nel 2020 si è giocato il primo il primo tempo di una partita, ora certamente si scenderà in campo per vincere non solo per giocare. In questa partita, gli amministratori di VALE possono essere protagonisti e portare la loro esperienza e le loro competenze», ha dichiarato lo speaker dell’opposizione in Regione.
«Portare l’esperienza degli amministratori delle nostre città in Regione è fondamentale per dare concretezza all’azione politica”. Così la rete delle liste di comunità che afferisce all’associazione VALE (composta da amministratori civici del territorio veneto), presente oggi a Padova all’incontro “Il Veneto che vorrei”. VALE è pronta a contribuire ad un progetto regionale di rilancio sui temi della sanità, dell’ambiente, dell’attenzione alle persone fragili e al lavoro», sottolinea la presidente della rete, nonché sindaco di Silea, Rossella Cendron. Oggi più che mai il cambiamento è ineludibile: «Intendiamo creare una massa critica attraverso le liste civiche già presenti nei Comuni veneti. Siamo focalizzati a rispondere alle vere necessità dei cittadini sulla base di tre punti cardinali: la Costituzione, la scelta europeista, l’Agenda 2030 dell’ONU. Viviamo un tempo storico in cui la politica sembra spesso distante dai bisogni delle persone: “Invitiamo cittadini, famiglie, associazioni e comitati a pensare in grande; unendo le forze potremo trasformare le nostre comunità in luoghi più giusti, sostenibili e accoglienti».
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