PERGINE VALSUGANA. L’elaborazione di una proposta condivisa per la Panarotta. Un turismo che si discosti dallo sci alpino e da opere non sostenibili. Una richiesta avanzata da 23 associazioni e movimenti del Trentino per avviare il rilancio di una destinazione che si trova, per il terzo anno consecutivo, con gli impianti fermi. Anche la riapertura parziale di una sola seggiovia è sfumata, difficile e anti-economico.
Dopo il tentativo fallito di aprire, anche solo parzialmente, il comprensorio della Panarotta per la stagione invernale in corso, è tempo di elaborare una proposta condivisa per la frequentazione della montagna”, dicono Extinction Rebellion Trentino, Circolo di Trento di Legambiente, Enpa del Trentino, Pan-Eppaa, Lipu-sezione di Trento, Lav Trentino, Associazione per il Wwf Trentino, Italia Nostra – sezione trentina, Mountain Wilderness, Acque Trentine – Comitato Permanente di Difesa delle Acque del Trentino, Fridays for Future Trento, Associazione per l’ecologia, L’Ortazzo, Protect Our Winters Italia, Yaku, Viração&Jangada, Ci sarà un bel clima, The Outdoor Manifesto, Rete Climatica Trentina, La Foresta – Accademia di comunità, Punto Zero Aps, Vicini al Lagorai e Slow Food Valle dell’Adige e Alto Garda Aps. “Una proposta che si discosti dallo sci alpino per come lo conosciamo e da nuove opere non sostenibili”.
Nonostante la chiusura dell’anno scorso, le realtà che orbitano sulla montagna della Valsugana avevano manifestato un certo ottimismo per la presenza di tre imprenditori pronti a investire le risorse necessarie per rilanciare la Panarotta a fronte di un supporto degli enti pubblici, rassicurazioni che sono arrivate da Provincia, Comunità di valle e Comuni.
Sono trascorsi i mesi ma poco si è mosso e sono così affiorati i dubbi sulla concretezza dell’avvio della stagione. L’epilogo, però, è noto e si è consumato nel giro di poco tempo. Un bando di Trentino Sviluppo (proprietaria degli asset funiviari) formalmente andato a vuoto (tre aziende interessate ma nessun business plan) e una trattativa per l’apertura parziale terminata nel nulla. E così l’ufficialità: la Panarotta resta chiusa (Qui articolo).
Una situazione delicata per una montagna che cerca una vocazione e un’identità. Il pensiero di Trentino Sviluppo sulla Panarotta in versione invernale sembra abbastanza chiaro per una località che si sviluppa tra i 1.500 e i 2.000 metri di quota in epoca di crisi climatica. Se bacino deve essere, per esempio, si prende in considerazione una versione light. Ma la società nel rispetto dei ruoli può indirizzare, suggerire, accompagnare e aiutare la montagna ma non può essere il solo motore di sviluppo.
“Abbiamo preso atto dell’impossibilità di riuscire ad aprire la stazione della Panarotta – le parole di Albert Ballardini, vice presidente di Trentino Sviluppo con delega agli impianti turistico funiviari – pur constatando un interesse molto forte del territorio nella direzione di valorizzare la montagna in chiave turistica e per l’intero anno. Ciò ci sprona ad avviare le opportune interazioni per dare una nuova veste al turismo della Panarotta“.
E da qui vogliono ripartire anche le 23 associazioni. “E’ fondamentale tradurre queste parole in azioni concrete, investendo in un turismo alternativo e sostenibile, meno dipendente da infrastrutture invasive. Ribadiamo la nostra ferma opposizione a qualsiasi ipotesi di investimento pubblico per la costruzione di un bacino o di un vascone artificiale destinato alla produzione di neve programmata. In un contesto di cambiamento climatico, opere di questo tipo, che richiedono investimenti di milioni di euro, non garantiscono la sostenibilità economica del comprensorio e la salvaguardia dell’ambiente, anzi causano danni significativi”.
Questo non significa necessariamente chiudere completamente il comprensorio, “ma ripensarlo in modo più razionale e sostenibile. Si potrebbe, per esempio, ridimensionare l’area sciistica adattandola alle esigenze di famiglie e principianti, con l’allestimento di campi scuola per l’apprendimento dello sci, utilizzando le infrastrutture già presenti”.
Già diversi comprensori alpini hanno avviato strategie per ridurre la loro dipendenza dalla neve, diversificando le attività offerte. “Per esempio Sankt Corona am Wechsel in Austria e Piani di Artavaggio in Lombardia. Inoltre, progetti europei come Beyond Snow e TranStat, dedicati alla transizione del turismo invernale, supportano numerosi progetti pilota in questa direzione”.
La Panarotta ha “ora l’opportunità di essere il primo esempio in Trentino a intraprendere un percorso autentico di sostenibilità economica, ambientale e sociale. Tuttavia, la proposta di un turismo alternativo non può essere formulata da una singola società. La sua natura diversificata richiede il coinvolgimento di una molteplicità di attori locali: enti pubblici, Azienda per il turismo, operatori del settore, Sat, associazioni sportive e culturali, guide e altre realtà del territorio. Per questo riteniamo fondamentale creare una rete collaborativa e organizzare tavoli di lavoro facilitati”.
Un percorso articolato. “Si dovrebbero includere anche percorsi di formazione, con uno sguardo ai progetti realizzati in altri territori per ispirare soluzioni innovative. Invitiamo l’assessore Roberto Failoni, Trentino Sviluppo e la Comunità Alta Valsugana e Bersntol a promuovere e facilitare un dialogo tra i soggetti interessati, creando uno strumento partecipativo che permetta di definire una visione condivisa per il futuro della Panarotta, valorizzandone le risorse naturali e culturali. Ci rendiamo disponibili a un incontro per approfondire il tema”, concludono Extinction Rebellion Trentino, Circolo di Trento di Legambiente, Enpa del Trentino, Pan-Eppaa, Lipu-sezione di Trento, Lav Trentino, Associazione per il Wwf Trentino, Italia Nostra – sezione trentina, Mountain Wilderness, Acque Trentine – Comitato Permanente di Difesa delle Acque del Trentino, Fridays for Future Trento, Associazione per l’ecologia, L’Ortazzo, Protect Our Winters Italia, Yaku, Viração&Jangada, Ci sarà un bel clima, The Outdoor Manifesto, Rete Climatica Trentina, La Foresta – Accademia di comunità, Punto Zero Aps, Vicini al Lagorai e Slow Food Valle dell’Adige e Alto Garda Aps.
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