“A Biella c’è tutto per vivere bene e attrarre visitatori di ogni genere. Già in passato le nostre montagne attiravano sportivi e sciatori da ogni dove, torniamo a scommettere sulle nostre potenzialità”. Parola di Roberto Boglietti, titolare dall’età di 22 anni dell’omonima gioielleria di via Italia e memoria storica del nostro territorio che, in un’intervista con il quotidiano Newsbiella.it, ha accettato di ripercorrere l’epopea d’oro dello sci alpino.
A cominciare dalla conca di Oropa che, negli anni ’60 e ’70, era il punto di riferimento per il turismo d’élite. “All’epoca avevamo tutto per ricreare un’atmosfera vivace – racconta Boglietti – A 2mila metri c’erano: l’Albergo Savoia con 4 Stelle, bar, ristoranti rinomati e attività storiche, come quella della famiglia Betassa, specializzata nella vendita di abbigliamento e attrezzature sportive. Senza dimenticare la presenza di una delle prime funivie a fune tali da raggiungere i 2mila metri di altezza nel 1926. A ciò si aggiungevano celebri piste da sci, coma la Busancano che, dal Savoia, scendeva fino a Oropa. Percorsi meravigliosi, suggestivi e impegnativi da percorrere. Non a caso si diceva, a quel tempo, che chi imparava a sciare a Oropa, poteva farlo in tutto il mondo. Eravamo un vero e proprio gioiello incastonato nelle Prealpi biellesi, a soli 20 minuti d’auto dal capoluogo di provincia”.
Tuttavia, col passare degli anni, le cose sono tristemente cambiate. “Lo sviluppo dei collegamenti, più rapidi e veloci, verso le piste della Valle d’Aosta, con una sempre più crescente attrattività unita ad uno scarso innevamento naturale hanno portato ad un lento e inesorabile declino negli anni ’80 – evidenzia Boglietti – Purtroppo non si è riusciti a reagire tempestivamente e a rafforzare la nostra offerta turistica al passo coi tempi. Da lì, le infrastrutture sono via via scomparse e con esse un indotto importante per l’economia locale. Ricordo solo che a Oropa veniva organizzata una gara importante in memoria di Massimo Rivetti, a cui hanno preso parte anche le Fiamme Oro e Gialle. Non solo: proprio dagli anni ’70 per volontà di mio padre, Walter Boglietti, primo presidente della Bufarola, venne ripreso il Periplo del Monte Rosso, una classica dello sci alpinismo della conca di Oropa. Ora, di quel tempo, restano solo i ricordi”.
Ma spostandosi di qualche chilometro, la situazione appare diversa. “È vero – ammette Boglietti – Pensiamo solo alla realtà di Bielmonte, dove la famiglia Zegna ha dato vita ad un polo d’attrazione per gli sport invernali, a tal punto che perfino le nazionali straniere scelgono questi luoghi per venire ad allenare. Solo quest’anno 15 nazionali femminili di sci in ritiro. Si sta assistendo ad una grande rinascita, a dimostrazione che il territorio ha davvero tanto da offrire”.
Biella e la sua provincia, infatti, offrono un vasto assortimento di possibilità e l’analisi di Boglietti si amplia notevolmente. “Escursioni in montagna sui percorsi ferrati per chi ama l’arrampicata – sottolinea – 5 circoli di golf, sport d’aria come il parapendio, il deltaplano e l’aliante. Circoli ippici, percorsi di mountain e downhill bike. A Viverone c’è la scuola di sci nautico, vela, immersione. A Bielmonte, nella stagione invernale, si può sciare in notturna nel fine settimana. Senza dimenticare le riserve naturali, come la Serra, la Bessa, la Baraggia e l’Oasi Zegna, dove fare passeggiate naturalistiche e trekking infinito. E poi il Tracciolino, il Ricetto di Candelo, la Burcina, i Santuari religiosi, la nostra Valle Cervo ricca di storia, la miglior acqua d’Europa: cosa chiedere di più ad un territorio che ha da offrire molto? E non sottovalutiamo le potenzialità della stessa città di Biella, a 420 metri sul livello del mare, con un ottimo clima, dove non ci sono case con zanzariere e condizionatori. Il Piazzo, con i suoi palazzi storici, e la funicolare. A ciò si aggiunge una vasta proposta di ristorazione: dalla trattoria, passando alla pizzeria fino al ristorante stellato”.
E, infine, la posizione geografica strategica della nostra provincia “Siamo facilmente raggiungibili, ad un’ora d’auto, da grandi città come Torino, Milano e zone come la Valle d’Aosta e l’area dei laghi Maggiore e Orta – evidenzia – Poco di più Genova, Lugano, Locarno, Chamonix, oltre ai principali aeroporti di Caselle e Malpensa, unito a quello di Cerrione dove piccoli jet possono atterrare”.
Il segreto, forse, è di aprirsi di più al mondo e credere maggiormente nelle proprie bellezze naturali e culturali. “È vero – spiega Boglietti – ma osservo che qualcosa sta cambiando nel Biellese. Vedo imprenditori di altri paesi e regioni investire nel nostro territorio e si respira un rinnovato entusiasmo in alcuni settori. Ma sono convinto che Biella ha tutto per essere una meta turistica d’eccellenza. Questa è la chiave, la via per tornare ai fasti del passato con nuove basi da cui ripartire. Speriamo di fare molto in fretta”.
g. c.
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