di Redazione FdS
Il prossimo 20 dicembre a Bari, alle ore 18.00, presso lo store Foto Diego (via Imbriani 22), Nicola Vigilanti – fotografo pugliese residente in Francia e attivo a livello internazionale – presenterà il suo ultimo libro dal titolo Grainy America, un viaggio unico tra immagini e racconti che catturano l’essenza dell’America autentica. L’Autore sarà presente per raccontare la sua esperienza e condividere le storie dei “Testimoni Silenziosi” immortalati nei suoi scatti.
Grainy America è un’interpretazione in chiave onirica delle vestigia del sogno americano nel XXI secolo e, in qualche sorta, rappresenta una ricostruzione nostalgica delle origini della cultura pop americana, attraverso l’obiettivo fotografico. Le immagini di questo progetto sono caratterizzate da un’ impronta estetica cinematografica e senza tempo. Esse presentano spesso scene e persone ordinarie, ma sono immortalate in modo da enfatizzarne la bellezza e la poesia.
Il progetto fotografico ha riscosso particolare attenzione dalla stampa internazionale e ed è stato recentemente esposto in Francia durante la Biennale d’Arte Contemporanea di Lione, avendo come sfondo le recenti elezioni americane.
Grainy America invita gli altri a compiere un viaggio attraverso gli scenari americani più iconici, alla ricerca dell’essenza di un Paese che è allo stesso tempo familiare e sconosciuto alla maggior parte di noi. È una storia di persone, luoghi ed emozioni che fanno dell’America ciò che è.
Il progetto è diventato anche un libro composto da 224 pagine, con 150 foto e un testo originale scritto dall’autrice francese Catherine Raspail. Il libro è pubblicato in francese e in inglese dalla prestigiosa casa editrice El Viso, con sede a Madrid, Parigi e Città del Messico e la cui distribuzione comprende istituzioni culturali come il Louvre, il Museo Quai Branly, per citarne alcune tra le più rinomate. È disponibile anche un libretto esterno con il testo tradotto in italiano, complementare per il pubblico italiano. Un progetto fotografico bello e stimolante che offre una nuova prospettiva di questa personalissima esperienza “on the road” del fotografo Nicola Vigilanti.
ALCUNE IMMAGINI
La prima inquadratura dell’inizio del film, il più delle volte innescata nel vuoto per far partire il nuovo film in sicurezza. In questo caso, una foto accidentale di mezza bandiera riprende il senso di questo progetto (v. foto in alto): l’impossibilità di definire un paese così vasto e una cultura così complessa. A volte si è molto vicini agli europei, altre volte ci si trova ai margini opposti.
“Il più vicino possibile alla realtà, rimuovendo gli strati che mi avrebbero impedito di percepire e capire, ho catturato questa immagine, frutto del caso. Quella sera, un fulmine colpì il motel dove alloggiavo a Tutumcari, nel Nuovo Messico. Ho scelto di mostrare questa immagine perché è all’epoca molto semplice e abbastanza spettacolare, mostrando un motel come una delle principali icone americane legate al piacere del viaggio on the road. La vita è passata qui, su queste strade di campagna trascurate, in questi campi dove cresce erba selvatica, delimitati da barriere ormai inutili. Quali percorsi hanno seguito queste case mobili lungo la strada? Quali storie d’amore e inseguimenti d’auto si sono rifugiate in questi motel abbandonati?”
“Spencer, in piedi sotto il suo Stetson, con un cavallo accanto, potrebbe essere percepito come un retaggio del Far West. Gli indiani popolavano semplicemente questo continente, in armonia con la Madre Terra. E se i vapori dell’alcool gli impediscono di camminare dritto, sa ancora come avvertire gli altri di non avvicinarsi troppo; probabilmente ha conservato qualche lezione dalla storia e avverte: “Ti stai avvicinando troppo!”.
“Questo scenario profuma di uomini e donne che hanno percorso quelle migliaia di chilometri alla ricerca di El Dorado, cercando la felicità prima per se stessi, poi per gli altri. In una ricerca a volte violenta, hanno proceduto da est a ovest, fermandosi qua e là, nella gloria e poi nel fallimento, nell’amore e poi nell’odio. In queste fotografie silenziose, attraversate da suoni irregolari, l’uomo si distingue per la sua assenza. Mentre osserva, con i sensi svegli, sollevo delicatamente il velo che oscura queste vaste distese investite da tanta speranza, tanta stravaganza, tanta rovina. Riprendo luoghi abbandonati, privi di vita, che rivelano un certo senso di povertà e di violenza attenuata. Stiamo parlando di scatti evocativi. Le case mobili, strumenti del desiderio di libertà, non viaggiano più. Abbandonate in mezzo a un campo, marciscono nel terreno, fantasmi di se stesse.”
“Cassiera di un bar di Harlem, affissa accanto alla prima pagina del New York Post: “Morte di Aretha Franklin: Rispetto!”. La scena aspettava solo di essere fotografata. Rispetto! La musica occupa un posto centrale. Lo sguardo della giovane donna fugge verso un ambiente più tranquillo. Questa foto è ancora una volta l’interpretazione di ciò che mi piace vedere e raccontare. È in qualche modo la bellezza della fotografia di strada.”
“Il silenzio, il volo lento e muto di un’aquila sul deserto, il vento che scorre impetuoso sono richiami sintomatici ai miei cantanti, scrittori o registi preferiti. Non avevo mai scattato in questi paesaggi prima d’ora e speravo di affinare la mia comprensione e la mia sensibilità verso questi paesaggi attraverso l’obiettivo fotografico. La fotografia può essere un prisma per intraprendere i nostri viaggi immaginari.”
“A Tutumcari, nel Nuovo Messico, ho incontrato un motociclista che si è fermato a una stazione di servizio. La conversazione si sposta naturalmente sulle nostre passioni comuni: il motociclismo e i viaggi (e i cani, visto che ne ha uno sul sidecar). Nonostante l’ora mattutina, l’uomo è ricoperto di polvere. Viaggiatore abituale, è sempre in viaggio, riposa nei motel e continua a viaggiare sulla sua Harley Davidson. Tanti simboli della cultura pop up americana e della ricerca del sogno americano.”
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