Il senatore Massimiliano Romeo è stato eletto per acclamazione come nuovo segretario della Lega Lombarda. La sua elezione rappresenta un momento cruciale per il partito in Lombardia, segnando una riflessione sul futuro della Lega tra l’identità storica nordista e l’attuale strategia nazionale promossa da Matteo Salvini.
Romeo: “La Lega deve tornare a parlare del Nord”
Nel suo discorso di insediamento, Romeo ha espresso la necessità di riportare al centro della politica della Lega le istanze del Nord, sottolineando il rischio di perdere consenso nelle regioni settentrionali se questa attenzione dovesse mancare. “Matteo, sai che sono sempre stato leale con te, ma se non parliamo più del Nord, al Nord i voti non li prendiamo più”, ha dichiarato il senatore rivolgendosi direttamente al leader del partito.
Romeo ha poi sottolineato l’importanza di recuperare lo spirito della Lega delle origini, ponendo l’accento su un modello di partito radicato nelle comunità e guidato dalla militanza piuttosto che dalle personalità individuali:
“Ci vuole la Lega delle comunità e dei militanti, non delle personalità. Nessuno di noi, senza il simbolo, avrebbe potuto fare quello che ha fatto.”
Un messaggio chiaro contro una gestione troppo centralizzata e in favore di una maggiore partecipazione della base nelle decisioni del partito.
La risposta di Salvini: “Il movimento nazionale è la scelta giusta”
Non si è fatta attendere la replica di Matteo Salvini, che ha difeso la strategia di trasformare la Lega in un movimento nazionale. Secondo il segretario, questa scelta è necessaria non solo per il bene del Paese, ma anche per garantire il ruolo centrale della Lombardia all’interno del progetto politico.
“La scelta di un movimento nazionale per la Lega è giusta per il Paese ed è utile per la Lombardia. Su questo non torno indietro,” ha dichiarato Salvini, che ha voluto precisare come l’elezione di Romeo non rappresenti una sconfitta per la sua leadership. “Non nomino capogruppo in Senato qualcuno di cui non ho stima,” ha aggiunto, ribadendo il rapporto di fiducia costruito in anni di collaborazione.
Fontana: “Il Nord va difeso, anche dentro la Lega”
Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, si è allineato alla posizione di Romeo, esprimendo preoccupazione per l’apparente mancanza di attenzione verso le esigenze del Nord. Fontana ha criticato apertamente alcune dinamiche interne al partito:
“Quando dite che i nemici sono fuori dalla Lega, beh, qualche nemico è anche dentro. Quando vedo certi emendamenti firmati dai nostri parlamentari di zone diverse dalle nostre che vanno tutti a danno della Lombardia, io mi incazzo come una bestia.”
Fontana ha inoltre sottolineato l’importanza di combattere per le priorità della Lombardia e del Nord, lasciando intendere che il successo del partito passa anche dalla capacità di rappresentare efficacemente queste regioni.
Giorgetti: “Serve unità e rispetto per il leader”
In un momento di tensioni interne, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha invece fatto un appello all’unità e al rispetto per la leadership di Salvini. Pur riconoscendo la necessità di una comunità coesa, Giorgetti ha ribadito l’importanza di avere un leader forte e riconosciuto:
“Abbiamo bisogno di un capo, che va rispettato, e abbiamo bisogno di essere una comunità.”
Un partito tra passato e futuro
L’elezione di Massimiliano Romeo a segretario della Lega Lombarda riapre il dibattito sulle radici e sulla direzione del partito. Da un lato, c’è chi spinge per un ritorno alle origini, con una Lega focalizzata sulle istanze del Nord e sulla militanza locale; dall’altro, Salvini insiste sulla necessità di consolidare un movimento a vocazione nazionale per garantire la rilevanza politica del partito su scala più ampia.
Le tensioni interne potrebbero rappresentare una sfida significativa per la Lega nei prossimi anni, soprattutto in un momento in cui il consenso elettorale sembra fluttuare e le spinte regionaliste si confrontano con le ambizioni nazionali.
La sfida per Romeo sarà quella di conciliare queste due anime del partito, rafforzando la voce delle comunità locali senza mettere in discussione la leadership e la visione di Matteo Salvini. Un equilibrio complesso, ma essenziale per il futuro della Lega.
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