Nuovo Codice della Strada, test salivare: come funziona

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Da sabato 14 dicembre è entrato in vigore il nuovo Codice della Strada, che introduce novità importanti per accertare e sanzionare l’uso di sostanze stupefacenti alla guida. Tra i nuovi dispositivi c’è il test salivare: ecco come funziona e quali sono le sanzioni in caso di positività. 

Il nuovo Codice della Strada entrato in vigore sabato 14 dicembre ha introdotto novità importanti in tema di sicurezza stradale. Le modifiche mirano a rendere più stringenti e precisi i controlli sui conducenti in caso di sospetta assunzione di stupefacenti.

Una delle novità più rilevanti è l’eliminazione della dicitura “in stato di alterazione psico-fisica”, che diventa “guida dopo l’assunzione di sostanze stupefacenti“: questo cambiamento consente di considerare la presenza di sostanze stupefacenti nel corpo del conducente come prova sufficiente per stabilire una violazione, indipendentemente dall’effetto percepito sul comportamento.

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La nuova normativa introduce anche procedure di controllo più articolate, con l’obiettivo di garantire accertamenti più accurati e ridurre i margini di errore nei test tossicologici.

Nuovo Codice della Strada: come funziona il test salivare

La riforma introduce un sistema di accertamento in tre fasi per verificare l’assunzione di sostanze stupefacenti da parte dei conducenti. La prima fase prevede un test rapido e preliminare eseguito direttamente sul posto, utilizzando dispositivi portatili. In caso di risultato positivo o di sospetti fondati, si passa alla seconda fase, che consiste in analisi più dettagliate su campioni di saliva o mucosa raccolti da personale sanitario.

Se i test precedenti non possono essere effettuati, si attiva la terza fase, che richiede il trasferimento del conducente in una struttura sanitaria per sottoporsi a esami di laboratorio su sangue o altri fluidi biologici. La normativa consente inoltre alle forze dell’ordine di sospendere temporaneamente la patente già dopo il risultato del test preliminare, anche in attesa delle conferme definitive.

I tempi di rilevazione delle sostanze variano a seconda della tipologia. A esempio, il THC della cannabis può rimanere rilevabile nelle urine per giorni o settimane, soprattutto nei consumatori abituali, mentre cocaina e oppioidi hanno una finestra di rilevazione più breve, generalmente limitata a un paio di giorni.

Le sanzioni in caso di positività al test salivare

Il precedente Codice della strada prevedeva per chi guidava sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope una multa compresa tra 1.500 e 6.000 euro e una pena detentiva da sei mesi a un anno, a condizione che fosse dimostrato uno stato di alterazione psicofisica. Con le nuove disposizioni, queste sanzioni si applicano automaticamente a chiunque venga trovato alla guida dopo aver assunto tali sostanze, indipendentemente dall’eventuale compromissione delle capacità di guida.

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Oltre alla multa e al carcere, resta valida la sospensione della patente per un periodo da uno a due anni. Sospensione che viene raddoppiata se il veicolo utilizzato non è di proprietà del conducente. Tutte le pene previste subiscono un aggravio se il conducente, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, causa un incidente stradale.

Per chi si rifiuta di sottoporsi ai controlli, le sanzioni includono l’arresto da sei mesi a un anno, una multa tra 1.500 e 6.000 euro, la sospensione della patente e la confisca del veicolo. Inoltre, se non è possibile completare i livelli successivi di accertamenti, il nuovo Codice stabilisce l’obbligo per il conducente di sottoporsi a una visita medica entro 60 giorni dal fermo. In caso di esito negativo della visita, la patente viene revocata, e sarà necessario attendere tre anni prima di poterla nuovamente conseguire.

Possibili falsi positivi per interazione con i farmaci

Anche se i test tossicologici sono generalmente affidabili, non sono esenti da possibili falsi positivi. C’è la possibilità che farmaci comuni o alimenti, come i semi di papavero, alterino i risultati. Per garantire l’accuratezza, si ricorre spesso a conferme in laboratorio tramite tecniche avanzate, come la spettrometria di massa.

Alcuni farmaci terapeutici, utilizzati per patologie come narcolessia o ADHD, possono risultare nei test senza necessariamente compromettere le capacità del conducente. Diverso è il caso di farmaci come benzodiazepine e antistaminici, che, causando sonnolenza e alterazioni della coordinazione, possono influire negativamente sulla guida.

Articolo Modificato Il:16 Dicembre 2024



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